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Consiglio regionale, sul tributo ai consorzi cade il numero legale

Centrodestra: “Continueremo a chiedere l'annullamento delle cartelle e a pretendere la sospensione delle riscossioni”

La seduta del Consiglio regionale della Puglia è terminata per caduta del numero legale. Prima di certificare le assenze in maggioranza, in aula si sono registrati forti tensioni tra gli agricoltori e alcuni consiglieri regionali. Al vaglio dell’assise la legge sul riutilizzo delle acque superficiali e sotterranee; a determinare la tensione in aula l’emendamento proposto dal consigliere del Movimento 5 Stelle Cristian Casili e firmato da numerosi consiglieri di centrodestra che prevedeva la sospensione del tributo 630 pagato dagli agricoltori del Consorzio di Bonifica del Centro Sud Puglia con annesso il contestuale annullamento delle procedure di riscossione, dei procedimenti esecutivi e dei fermi amministrativi. L’assessore al Bilancio, Fabiano Amati, riportando i referti tecnici negativi, ha posto una questione pregiudiziale: “chiedo alla presidenza del Consiglio regionale la dichiarazione di inammissibilità perché in violazione dell’art. 81 della Costituzione perché privo di copertura finanziaria (occorrono dai 12 ai 14 milioni di euro). Qualora non fosse dichiarato ammissibile non consentirò mai che si possano aumentare le tasse dei pugliesi per coprire una tassa statale”. Dopo una sospensione dei lavori per consentire all’Ufficio di presidenza (composto da centrodestra e centrosinistra) di riunirsi e decidere sulla pregiudiziale, la presidente Loredana Capone, riprendendo i lavori, ha dichiarato inammissibile l’emendamento. “Purtroppo – spiega – è lo Stato a dover intervenire, come dicono gli articoli della Costituzione. Se la Regione non ha competenza, vuol dire che la Regione dovrebbe trovare le risorse aumentando le tasse dei cittadini. Sarebbe una ingiustizia”. Alla dichiarazione di inammissibilità si è alzata la tensione in aula, con rabbia e urla da parte degli agricoltori presenti nel pubblico. Anche il centrodestra, a quel punto, ha abbandonato l’aula determinando la caduta del numero legale.

“Oggi in aula è stato dichiarato inammissibile l’emendamento del centrodestra per la sospensione del tributo 630 imposto dai Consorzi di Bonifica pugliesi, perché – secondo il Governo regionale – sarebbe ‘in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione’ e con la normativa regionale. Una motivazione strumentale”. Lo dichiarano in una nota congiunta i gruppi regionali di centrodestra (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia Domani). “Invece di ascoltare i territori e i cittadini vessati da cartelle esattoriali ingiuste e slegate da ogni servizio, si preferisce – aggiungono – blindare la burocrazia e lasciare i Consorzi di Bonifica impuniti. “Noi dell’opposizione – spiegano – continueremo a: chiedere l’annullamento delle cartelle relative al tributo 630; pretendere la sospensione delle riscossioni fino all’approvazione dei nuovi piani di classifica e bonifica; portare avanti in ogni sede la battaglia di legalità e giustizia fiscale per agricoltori, cittadini e imprese”. “Il vero problema non è l’articolo 81, ma l’assenza di democrazia in Consiglio regionale, la prevaricazione di una maggioranza, che per bocca della ‘sua’ (e non di tutti) presidente Loredana Capone, nega il diritto di intervenire (ai consiglieri che ne avevano fatto richiesta) e butta la palla al governo nazionale, quando invece la decisione di sospendere il tributo 630 è una scelta politica in capo alla Regione. Alla Regione – concludono – spetterebbe anche la copertura del mancato introito, se non fosse che il buco della sanità ha inghiottito quasi tutto come una voragine”.

 

 

 


Pubblicato il 21 Maggio 2025

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