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Continua in Puglia la “battaglia” di alcune organizzazioni del mondo scolastico contro la Dad

L’associazione “Priorità alla scuola”, il “comitato genitori speciali” e quello “per il diritto alla salute e all’istruzione”, insieme ad alcuni Cobas hanno incontrato il Prefetto di Bari, Antonia Bellomo, per chiedere il ripristino della scuola in presenza anche in Puglia, come in tutta Italia, e per il monitoraggio sugli interventi da implementare per una scuola in presenza e continuità, ovviamente per il prossimo anno scolastico 2021/22, considerato che quello in corso è quasi terminato. Nel corso dell’incontro i rappresentanti delle citate organizzazioni hanno illustrato i contenuti di una missiva consegnata contestualmente al rappresentante del Governo della provincia di Bari e ad Ella indirizzata (ma anche al suo Vicario, Rossana Riflesso, ed al Capo di Gabinetto, Cinzia Carrieri). Infatti, nella veste di aderenti al movimento che raccoglie varie realtà e comitati attivi sul territorio pugliese, composti da genitori, insegnanti, studenti e cittadini attivi in campo sociale, hanno rappresentato le ragioni alla base delle loro rivendicazioni. In premessa alla predetta lettera i partecipanti all’incontro in Prefettura hanno fatto presente che i loro sodalizi sono nati un anno fa in pieno lockdown, per chiedere che la Didattica a distanza (Dad) fosse utilizzata solo per brevi periodi, in stato di assoluta emergenza e, soprattutto, che si iniziasse immediatamente ad intervenire per un rientro a scuola in presenza garantendo la massima sicurezza possibile. Purtroppo, però, in Puglia “le innegabili difficoltà del sistema sanitario regionale sono state più volte scaricate sulla scuola, di sovente additata dalle massime figure istituzionali della Regione – in misura strumentale – come luogo per eccellenza dei contagi”. Circostanza, quest’ultima, che – a loro dire – attraverso l’inserimento della “scelta” da parte delle famiglie della didatica in presenza o a distanza, definita da essi questa seconda modalità come scuola “à la carte”, metterebbe a rischio “il patto sociale e qualsiasi idea e fondamento di scuola pubblica come riconosciuta dall’art 34 della Costituzione italiana”. Perciò, ritenendo ingiusto che si riversi sulla comunità scolastica e, più in particolare, sui giovani studenti e studentesse il carico di un’emergenza che ormai anche il Ministero e tutto il Governo hanno deciso di affrontare in maniera differente, permettendo il rientro dal 70% fino al 100% con il Decreto Legge del 24 aprile scorso, hanno deciso di rivolersi direttamente a dette Autorità, attraverso il massimo rappresentante locale, il Prefetto per l’appunto, affinché si faccia portavoce al premier, Mario Draghi, ed anche all’intero Consiglio dei ministri, dell’esigenza di intervenire sull’Ordinanza regionale nr. 121/2021, ossia quella che lascia la facoltà di scelta per la didattica, con un’impugnazione della stessa presso il competente organo giurisdizionale. Difatti, le predette Organizzazioni ci hanno tenuto a porre in evidenza al Prefetto come l’apparente “democraticità” e “costituzionalità” della “libera scelta” introdotta dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a loro dire “costituisca l’esito di un processo finalizzato a eludere i nodi reali che riguardano l’organizzazione e la gestione del reticolo di temi legati alla scuola, deponendo il carico degli stessi sulle famiglie pugliesi, le quali da circa un anno sono inermi e attonite di fronte al bivio strumentalmente posto tra salute e istruzione”. Ovvero, “lo stesso bivio che in altre Regioni è stato affrontato in modo solerte e adeguato”. Pertanto, con la missiva consegnata, oltre che verbalmente, è stato chiesto al prefetto Bellomo di adoperarsi affinché “il governo nazionale intervenga in maniera netta al fine di impedire ulteriori deroghe regionali in materia di istruzione e didattica, sussistendo la competenza esclusiva dello Stato. Tanto più che un intero anno scolastico in tali condizioni ha creato evidenti disuguaglianze tra studenti residenti in diverse regioni”. Ragione per la quale, proseguendo, si è anche chiesto di sottoporre all’attenzione del premier Draghi e del suo Governo la necessità di dar seguito, con provvedimenti concreti ed urgenti, al recupero nella nostra regione dei danni conseguenti un anno di assenza da scuola. E da ultimo, ma non certo come ultima per importanza, anche la richiesta al Governo nazionale di intervenire sul governo regionale pugliese “per garantire l’effettivo rafforzamento dei trasporti pubblici”, oltre che “con investimenti congrui nell’ambito scolastico rispetto alle spettanti competenze” riguardanti il piano per il rafforzamento dell’edilizia scolastica, quello per il rafforzamento del personale scolastico, nonché per l’introduzione di ambulatori o presidi sanitari e di educazione socio-sanitarie negli istituti scolastici. E tutto ciò – come da notizie di cronaca delle ultime settimane – altro non è che il prosieguo di una “battaglia” iniziata da diverse associazioni scolastiche e di alunni contro la Regione Puglia, per l’opzione concessa alle famiglie di questi allievi, con la ricordata ordinanza del 12 aprile scorso, di poter frequentare la scuola o in presenza nelle aule scolastiche, oppure per via telematica dal proprio domicilio.

 

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Maggio 2021

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