Cronaca

Continua la guerra infinita degli infermieri precari nelle asl pugliesi

Continua il calvario infinito dei lavoratori  precari ‘storici’ delle Aziende Sanitarie pugliesi, vale a dire dei beneficiari della legge nazionale n.125/2013 e dalla Legge Regionale (art.18) n.45/2013 che, “alla data del 30 Ottobre 2013 hanno maturato un triennio lavorativo presso le pubbliche amministrazioni. Lavoratori che vedono oggi la possibilità di proroga del  proprio contratto sino a Dicembre 2016 e che, come rivendicano ancora i loro rappresentanti, andrebbero avviati verso un percorso di stabilizzazione. Un percorso che preveda la stabilizzazione diretta o l’accesso alle riserve di posti ad essi destinati anche in via prioritaria rispetto alle mobilità che alcune ASL starebbero per adottare. E’ questo il “grido” di rivendicazione  degli infermieri precari che, attraverso Francesca Marazia (Bari) e Angelo Paradiso (Taranto) dopo la notizia delle risposte all’interpello legale della Cisl di Puglia al Ministero competente -che ha confermato le tesi sostenute dagli stessi precari – per cui le mobilità pre-concorsuali sono obbligatorie prima di esperire procedure di reclutamento ordinario ma non, come il caso prevede, per le procedure cosiddette “speciali”. Di questi fatti sono già a conoscenza i direttori generali  e lo stesso assessorato che, in ogni caso, avevano già recepito l’applicazione della legge regionale pugliese 45/2013, prorogando i contratti in scadenza a chi aveva maturato i requisiti previsti dalla stessa normativa. Ecco che la prossima tappa della vertenza, adesso, sarebbe avviare un confronto con il direttore Domenico Cosasante e i suoi colleghi del settore sanità e amministrazione allo scopo di <<…avere risposte dalla classe politica che, davanti a un quadro giuridico di diritto consolidato, dia risposte tangibili ai lavoratori interessati con le trasformazioni dei contratti “in prorogatio“ in rapporti di lavoro a tempo indeterminato>>, ripetono Marazia e Paradiso per gli infermieri precari baresi e tarantini. Si tratterebbe anche di evitare contenziosi infiniti per le casse delle aziende sanitarie, senza contare la “grave lesione” dei diritti vantati dai lavoratori. Dunque, potrebbe concludersi tra non molto il calvario degli infermieri precari al Policlinico ed in molti altri nosocomi di Bari e della Puglia in generale, anche se il confronto per la risoluzione della vertenza pareva già avviato sulla buona strada da diverso tempo. Anzi, addirittura dai tempi dell’assessore pugliese Alberto Tedesco che nei vari incontri a via Caduti di Tutte le Guerre, sede l’assessorato, aveva assunto non pochi impegni sulla stabilizzazione degli infermieri precari -all’incirca trecento nella sola Azienda Sanitaria Bari/4 che comprendeva gli ospedali S. Paolo e Di Venere a Bari, Fallacara di Triggiano e l’Ospedale di Rutigliano- assicurando la volontà politica dell’intera Giunta regionale a stabilizzare gli infermieri-precari. Partendo, come ricordano ancora parecchi infermieri, dal presupposto che molti di loro, attualmente  in servizio nelle Asl, hanno i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato. “Tutto ciò – rimarcavano tempo fa anche i sindacati autonomi baresi Usppi all’ex assessore Tedesco – è già accaduto al Policlinico Umberto I di Roma dove, dal 2001, ben trecentosessanta infermieri ex precari sono stati collocati a tempo indeterminato”. Anche per questo chi ha preceduto l’assessora Elena Gentile – fin troppo assorbita per scopi elettorali….- ha assunto l’impegno di sollecitare le direzioni delle aziende sanitarie pugliesi a dare risposte chiare alle sollecitazioni provenienti da sindacati e lavoratori, per avere un quadro preciso della situazione. Soprattutto a Bari e provincia, dove la vertenza si trascina ed è avvertita da più tempo, tanto che un paio di anni fa alcuni comitati rappresentativi hanno scritto una lunga “lettera aperta” al Presidente della Giunta Regionale Vendola, nella quale già elencavano le ragioni per stabilizzarli, visto che da anni, ad esempio, proprio l’Asl Ba/4 conferisce incarichi agli stessi precari. Senza dire che la carenza di personale è diventata tale che già partire dal 2004 e 2005 l’Asl piu’ grande della Puglia è stata costretta ad assumere a tempo determinato infermieri appena laureati, al di fuori delle graduatorie legali di avviso pubblico per incarico e negli ultimi mesi si è ricorso solo alla mobilità, per coprire i posti vacanti di infermiere professionale e i concorsi banditi dopo ogni avviso di mobilità non sono mai stati espletati. E ancora: cosa dire della legge regionale del 12 agosto 2005 che impedisce di occupare con la mobilità i posti occupati da infermieri incaricati, infermieri precari che in tanto tempo hanno raggiunto un grande livello di professionalità, anche grazie alla tenacità con cui il personale ha seguito corsi di aggiornamento a proprie spese, poiché il loro stato di  precarietà non da diritto  ad essere inseriti tra coloro che partecipano ai corsi di aggiornamento gratuiti messi a disposizione dall’Azienda. L’infermiere precario è già parte integrante del servizio pubblico. Insomma, molti di questi infermieri ancora precari pugliesi hanno tutti i requisiti per non essere da meno dei loro colleghi professionali. Ed essere perciò assunti…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 22 Maggio 2014

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