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Continua l’emergenza “118”, da otto anni sempre gli stessi problemi

Dopo un’attesa durata per troppi anni ed una lunga serie di ritardi accumulati nelle stanze regionali addette alla Sanita’, nel 2004 e’ finalmente partito anche in Puglia –ed in particolare nel capoluogo- il servizio di emergenza “118”. Ma gli ingranaggi della macchina burocratica ed amministrativa non s’e’ ancora perfezionata, nonostante i quasi otto anni trascorsi, anche per colpa di problemi organizzativi riferiti soprattutto al personale medico e paramedico, non ancora assunto e distribuito sul territorio non ancora al meglio. Ma ci sarebbe anche da parlare delle “anomalie” che contrassegnano, come puntualizzano le associazioni di categoria, i corsi di riqualificazione del personale. E partiamo dai problemi logistici che attanagliano ancora gli operatori dell’intervento emergenziale su 4 ruote, visto che a Bari per autisti e infermieri del servizio d’emergenza restano in piedi ancora i soliti problemi di dotazione delle divise arancione con la scritta che li contraddistingue quali “Operatori del Servizio 118”. “La richiesta è una sola  – hanno spiegato autisti soccorritori e infermieri assiepati dinanzi all’assessorato pugliese alla Salute a Japigia l’altro giorno  –  internalizzare tutti i lavoratori del servizio”. I volontari non vogliono più trovarsi sotto la Spada di Damocle dei contratti a tempo determinato delle cooperative e spingono per ottenere anche a Bari ciò che la Asl di Foggia e quella di Lecce hanno già messo in pratica con l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori. Dopo ore di protesta l’assessore Ettore Attolini ha convocato una delegazione in rappresentanza dei manifestanti per affrontare il problema: l’assessore ha preso tempo per decidere e verificare se la delibera adottata dalle Asl di Lecce e Foggia sono applicabili a Bari e su tutto il territorio regionale. Ma intanto i problemi dell’intervento emergenziale a Bari restano, soprattutto di natura operativa, come denunciano i sindacati autonomi della Fsi. Tuttavia regolarizzare la posizione lavorativa di medici, autisti e infermieri, chiedendo d’intervenire urgentemente proprio allo scopo di eliminare queste disparita’ di trattamento economico rispetto alle altre regioni dotate del servizio 118 da molti più anni della Puglia, sono le questioni primarie da risolvere. Tutto cio’, ovviamente, per unificare ed ottimizzare le prestazioni sanitarie di primo soccorso nei confronti del cittadino che ne dovesse aver bisogno. Per tutta risposta spesso la Regione ha chiuso i rubinetti dei fondi nei confronti delle associazioni di volontari che prestano servizio a Bari con i loro mezzi: una situazione grave di cui pero’ pochi parlano, nelle stanze decisionali.

 

L’assessore alla Salute ha preso tempo, ma l’emergenza continua

 

E l’estate dell’anno scorso associazioni ed Enti di Volontariato avevano inviato a tutti i dipendenti in servizio presso le postazioni 118 dell’Azienda Sanitaria Locale il preavviso di licenziamento a decorrere dal 1 luglio 2011. Un centinaio di soccorritori e autisti volontari del 118 della Asl di Bari, con una nutrita delegazione di colleghi arivati da Brindisi, hanno iniziato la loro battaglia per ottenere l’internalizzazione. I volontari hanno allestito un sit-in di protesta all’esterno della sede dell’assessorato alle Politiche della Salute della Regione Puglia, anche contro  gli abusi subiti da alcune associazioni di volontariato, che gestiscono il servizio di emergenza 118 della Asl di Bari. Che adesso rivendicano la necessità di internalizzare attraverso la Sanitaservice dell’Asl barese questo fondamentale servizio, così come fatto all’Azienda Sanitaria di Foggia, che ha da tempo richiesto all’Asl del capoluogo d’intervenire nelle more della trattativa almeno con una proroga dell’affidamento utile a garantire il servizio ed i livelli occupazionali. Nessuna risposta è giunta dalla Direzione Generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Bari, peraltro responsabile del grave ritardo nei pagamenti agli Enti e alle Associazioni che non sono in grado nemmeno di garantire gli stipendi. “”Non è concepibile che nella Puglia Migliore i lavoratori che intervengono in emergenza per salvare la vita dei cittadini siano costretti a lavorare senza la necessaria serenità, perché attendono il pagamento degli stipendi dei mesi di aprile e maggio, con in tasca una lettera di licenziamento””, spiegano i sindacalisti indipendenti. In piazza per una questione a tutela della professionalita’ e dignita’ di non pochi cittadini che svolgono un servizio basilare per la collettività.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Gennaio 2013

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