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Continuano le polemiche sulla poltrona occupata da Clemente

Non si dimette e per ora resta ancora al suo posto di segretario d'aula. La sfiducia firmata da vari gruppi politici, rinviata alla seduta del 18 aprile prossimo anche con l'ok del governatore Emiliano

Altra fumata nera in Consiglio regionale per l’elezione del componente nell’Ufficio di Presidenza che dove prendere il posto lasciato libero dal consigliere foggiano Giandiego Gatta di Forza Italia, eletto lo scorso 26 settembre in Parlamento. Infatti, già da diverse settimane l’Assemblea pugliese non mette in votazione il nome di colui che deve subentrare, in quota all’opposizione, al posto di Gatta poiché, come è noto, il governatore Michele Emiliano pretende le dimissioni dall’Ufficio di Presidenza del consigliere Sergio Clemente, che alle regionali del 2020 è stato eletto in una delle liste civiche di Emiliano ma poi, lo scorso dicembre, ha contribuito alla costituzione in Consiglio, insieme agli ex dem Fabiano Amati e Ruggero Mennea, del Gruppo di Azione. Difatti, secondo Emiliano, il neo-Gruppo dei “calendiani” alla Regione Puglia non fa parte della maggioranza che lo sostiene, per cui Clemente dovrebbe dimettersi, in quanto precedentemente eletto in quota alla maggioranza. Però, a seguito del rifiuto motivato di Clemente a dimettersi, nella seduta di ieri del Consiglio regionale pugliese è stata presentata una mozione di sfiducia firmata da quasi tutti i gruppi consiliari, per chiedere le dimissioni di Clemente dall’Ufficio di Presidenza. Infatti Clemente, intervenendo in Consiglio, ha dichiarato: “”Io non mi dimetto. Fatemi la mozione di sfiducia. È ovvio che mi tutelerò in tutte le sedi, perché ritengo di aver subìto una violenza”. Per poi replicare, dopo la presentazione della mozione di sfiducia che “Mi si dice che non sono un consigliere di maggioranza: lo dice Emiliano, lo dice qualche altro”. Invece, ha rilevato ancora Clemente: “i consiglieri di minoranza mi dicono: non sei un consigliere di minoranza. Può darsi che fra qualche giorno uscirà qualcun altro che mi dirà: non sei consigliere regionale”. Ma la realtà, ha commentato Clemente, è che “ormai ci state abituando a tante cose, a tante novità. Io credo che se un consigliere è di maggioranza o di minoranza non lo stabilisce né Emiliano, né Mazzotta, ma lo stabiliscono i cittadini. E i cittadini mi hanno eletto in maggioranza”. “Emiliano – ha aggiunto il neo esponente di Azione – ritiene che noi non siamo probabilmente affini al suo modo di fare politica, quindi ci tiene fuori dal Governo della Regione, ma non ci può mettere fuori dalla maggioranza, perché quella collocazione è una collocazione che ci hanno dato i cittadini”. Ed in fine ha concluso richiamando lo Statuto regionale che, sempre secondo Clemente, “è chiarissimo”. Ossia, ha affermato lo stesso Clemente: “lo Statuto dice che per proporre le dimissioni ci devono essere gravi motivi riferiti alla funzione”. Motivi, quindi, che allo stato dei fatti non ci sono. Però, dopo un lungo e acceso dibattito, il Consiglio non si è espresso perché la votazione è stata rinviata al 18 aprile. Il gruppo di Azione ha contestato, invece, la possibilità di votare la mozione perché non era prevista all’ordine del giorno fissato in conferenza dai capigruppo. La presidente dell’Assemblea, Loredana Capone (Pd), ha replicato che, pur trattandosi di un unicum come caso, si poteva procedere. A chiedere il rinvio è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, la cui proposta è stata poi condivisa anche dal presidente Emiliano. Sul segretario d’aula, ossia la funzione svolta da Clemente nell’Ufficio di Presidenza, i consiglieri Fabiano Amati e Ruggiero Mennea di Azione sono intervenuti per sottolineare che trattasi di una funzione di neutralità e garanzia, su cui Emiliano ha innescato, però, una campagna d’odio trascinando la Regione Puglia in una palude e costringendo la maggior parte dei colleghi in questa sua personalissima crociata. “Capiamo – hanno aggiunto Amati e Mennea – il suo grande problema, ossia quello di non riuscire a cogliere nessun futuro politico per aver dissipato un patrimonio di consenso e simpatia, ma questa frustrazione non può essere scaricata su noi o su persone un tempo a lui vicine ed ora proiettate a prenderne il posto”, Per poi chiedersi: “E quale sarebbe in fondo la nostra colpa?” Dandosi anche la risposta che è quella di “avere a cuore prioritariamente, non i suoi giochi di potere, ma argomenti importanti come liste d’attesa, lotta alle gravi malattie e legalità”. “Argomenti – hanno concluso i due colleghi di Gruppo di Clemente – su cui il suo governo non ha dato grande prova”. Nella seduta di ieri il Consiglio regionale pugliese ha anche approvato a maggioranza, con 41 voti favorevoli e uno contrario, la proposta di legge contenente le misure di salvaguardia per la tutela del riccio di mare, di cu è primo firmatario il consigliere regionale Paolo Pagliaro e sottoscritta da numerosi altri colleghi.
Con tale legge, infatti, si sospenderà per un periodo di tre anni l’attività di pesca, anche di tipo sportivo, del riccio di mare nelle acque del territorio regionale pugliese. Mentre nella nostra regione potranno continuare ad essere commercializzati i ricci raccolti sui fondali di acque delle altre località extra reginali dove ciò è consentito. Ieri è stato approvato all’unanimità il disegno di legge finalizzato alla ratifica dell’intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, per l’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, sottoscritta il 6 dicembre 2022. Lo schema di legge di ratifica approvato si compone di quattro articoli, che contengono, oltre alle finalità, la conferma del contributo annuale della Regione Puglia a favore del Centro interregionale studi e documentazione (Cinsedo), con sede in Roma, previsto in attuazione della legge regionale 5 luglio 1984, n. 32 (Contributo al Centro Interregionale di Studi e Documentazione) a titolo di quota associativa, per il quale già sussiste in Bilancio idoneo stanziamento. Approvato anche all’unanimità il disegno di legge per lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela dell’artigianato pugliese.
Il provvedimento normativo composto da 28 articoli, nasce dall’esigenza di aggiornare il quadro normativo regionale a nove anni dall’entrata in vigore della legge regionale 5 agosto 2013, n. 24, in risposta alle mutate esigenze del settore. Soddisfazione per l’approvazione di detto testo di legge è stata espressa dall’assessore proponente, Alessandro Delli Noci.
Rimaste invece ancora indiscusse dal Consiglio regionale le proposte di legge sulle liste d’attesa, ossia per istituire un Cup unico e per sospendere l’attività a pagamento in caso di disallineamento con i tempi d’attesa istituzionali; quella per disciplinare la responsabilità amministrativa delle agenzie e società regionali, ossia per portare nella Regione maggiore legalità e quella per attribuire alle isole Tremiti uno statuto speciale, ossia finanziando maggiormente il servizio di rifiuti e trasporti, ed eleggendo quel luogo come luogo in cui si elabora l’Europa dall’Adriatico ponendosi in gemellaggio con Ventotene, località simbolo dell’attuale europeismo. L’appuntamento per proseguire con i lavori del Consiglio regionale pugliese dovrebbe essere verosimilmente per martedì della prossima settimana.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 29 Marzo 2023

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