Cronaca

Convocato un incontro ministeriale per il rilancio della filiera olivicola

Convocato a Roma presso il Ministero delle Politiche agricole e forestali il Tavolo di coordinamento nazionale per rimodulare le risorse del Piano di rigenerazione olivicola, per il quale è stato annunciato anche un rifinanziamento con altri 500 milioni di euro rinvenienti dal Fondo europeo di coesione. A dare la notizia con un’apposita nota è stata Coldiretti-Puglia che ha commentato positivamente detta convocazione, poiché in Puglia la Xylella fastidiosa finora ha fatto seccare 21 milioni di ulivi, provocando effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, ricostruzione, sostegno che vanno affrontate in maniera strategica, univoca e di sistema tra Governo e Regione Puglia, per rendere le procedure di sostegno al comparto fluidi e fruibili. Infatti, il presidente di Coldiretti-Puglia, Savino Muraglia, ha dichiarato: “Il sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni, che ringraziamo sentitamente, ha mantenuto la promessa assunta durante il nostro incontro a Bari che ha sollecitato la convocazione già la prossima settimana del tavolo di coordinamento nazionale”. Ed il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni, ha dichiarato:“A distanza di 20 mesi dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del 06/03/2020, il meglio noto Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia da 300 milioni di euro, risultano ancora fermi 134 milioni di euro sul totale delle risorse stanziate, mentre sono rimasti inattuati gli interventi che avrebbero consentito agli agricoltori di ricominciare a lavorare e a produrre dopo la grave crisi causata dalla Xylella, con l’inutilizzo delle risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici, la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, oltre alla necessaria rimodulazione delle risorse sugli interventi che non hanno assorbito adeguatamente le somme destinate”. Quindi, ha aggiunto Piccioni: “La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee. Nelle aree a vincolo paesaggistico serve la deroga del Ministero dei Beni Culturali per poter espiantare gli ulivi e reimpiantare altre specie arboree e vegetali per non condannare nuovamente il Salento ad una monocultura”. Perciò, per Coldiretti-Puglia, il Tavolo di coordinamento nazionale convocato per la prossima settimana a Roma presso il Ministero di via XX Settembre servirà a valutare attentamente tutte le azioni dal punto di vista economico ed ambientale, a sostegno di un asset strategico dell’agroalimentare italiano, ossia la filiera olivicolo-olearia che vale oltre 1,2 miliardi di euro nella sua fase agricola e 3 miliardi in quella industriale. L’innovazione della filiera olivicola-olearia nazionale, anche secondo il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, esponente del M5S in commissione Agricoltura della Camera, è fondamentale per ridare slancio a un settore in sofferenza. Infatti, ha affermato L’Abbate con una nota: “Se da un lato, attraverso i fondi per la meccanizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potremo rinnovare i frantoi in modo anche più sostenibile, dall’altro è necessario intervenire ammodernando gli impianti”. Obiettivo, questo, perseguito – sempre secondo l’esponente pugliese del M5S della commissione Agricoltura di Montecitorio – con il recente decreto governativo sul comparto olivicolo-oleario, che mira a favorire l’aggregazione nel settore, incrementare la produzione nazionale di olive, aumentando la sostenibilità con priorità alle aree svantaggiate del Paese.  Infatti, ha comunicato inoltre L’Abbate, 30 milioni di Euro rivenienti dalle risorse a disposizione del Fondo filiere agricole sono già stati stanziati nella prossima legge di Bilancio. E di questi 10 milioni sono destinati per i nuovi impianti con gli obblighi di conduzione in irriguo, adozione di sistemi di agricoltura di precisione con sensori di campo e utilizzo di cultivar italiane. Mentre all’ammodernamento degli oliveti con un’età pari o superiore ai 40 anni sono destinati 20 milioni di euro per infittimento, reimpianto e riconversione varietale, interventi di potatura straordinaria e realizzazione di sistemi irrigui a goccia. Con la precisazione che a beneficiare del sostegno saranno gli olivicoltori associati a organizzazioni di produttori riconosciute sino ad un massimo del 70% delle spese ammesse e nel regime ‘de minimis’ fino a 25mila euro complessivi, mentre sarà Agea a stabilire le modalità per la presentazione di domande di sostegno attraverso una circolare attuativa. “Si tratta – ha concluso nella nota il rappresentante pentastellato della commissione Agricoltura – di un importante opportunità per il rinnovo della filiera olivicolo-olearia, nell’attesa che vengono effettivamente spesi i 300 milioni di euro che abbiamo stanziato per il rilancio dell’olivicoltura pugliese, cuore della produzione nazionale, a fronte del disastro Xylella fastidiosa”. Trattasi di misure, queste citate da L’Abbate, concordate nell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, per il rilancio della filiera olivicolo-olearia. Un primo passo che servirà a sbloccare il comparto da una situazione di paralisi, ma che di certo non sarà verosimilmente sufficiente per una ripresa stabile e duratura. Infatti, l’auspicio degli operatori olivicoli ed oleari, soprattutto in Puglia, è che a questo primo e minimale segnale di attenzione da parte del governo Draghi ben presto possano seguirne degli altri e di misura notevolmente maggiore.

 

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 5 Novembre 2021

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