Cronaca

Corso Cavour, parcheggio interrato. Anzi, sottoterra…

Passano gli anni e mutano le giunte municipali alla guida della Città di Bari, ma del parcheggio interrato di Corso Cavour, il terzo dopo gli altri due costruiti vicini all’>Ateneo e al Policlinico Consorziale, non si parla quasi più. Il primo gruppo di assessori scelto da un Michele Emiliano fresco politico e amministratore non s’era insediata poi da molto, quando il quesito si poneva piuttosto impellente: parcheggio sì, parcheggio no. E il primo cittadino, lo ricorda bene chi scrive che lo accompagnò personalmente una volta, girava di persona tra gli esercizi di Corso Cavour per il suo referendum personale, atto ad accertare, appunto, se i commercianti baresi fossero o meno favorevoli al terzo parcheggio interrato in pieno centro, a due passi dal lungomarre e dalla zona umbertina. “Stiamo aspettando che la Dec presenti piani e progetti definitivi previsti dal contratto, da quello idrogeologico a quello della viabilità, fino a quelli per scavi e arredi per valutarli attentamente. Soltanto dopo che avremo fatto tutte le nostre valutazioni con calma per evitare intoppi o imprevisti, il Comune darà le sue risposte”, dichiarava a questo giornale l’assessora comunale ai Lavori Pubblici dell’epoca, Simonetta Lorusso. Che già nel 2006, evidentemente, non aveva fretta di alzare la paletta verde per quei lavori nel ventre cittadino, dopo quelli nelle piazze Giulio Cesare e Cesare Battisti. Chi invece non mostrava già allora, e cioè undici anni fa precisi, la stessa tranquillità e pretendeva riposte senza perdere altro tempo erano i residenti di C.so Cavour, schierati da sempre anima e corpo contro una megastruttura che, una volta approvata, metterebbe a rischio l’intero equilibrio ambientale cittadino. Tanto che, secondo le voci che girano ancora in questi ultimi tempi, il destino del megaparcheggio sarebbe segnato anche per la troppa vicinanza al mare, proprio per le difficoltà di entrare nelle viscere del suolo a così pochi metri di distanza dal lungomare, appunto. Cosa c’è di vero? Adesso nessuno vuole sbilanciarsi, anche se nel secondo esecutivo cittadino (Emiliano-bis) c’era proprio Annabella Degennaro, nipote del costruttore impegnato nella costruzione del parcheggio e l’ex sindaco, dopo essere stato prima favorevole e poi contrario, in campagna elettorale, aveva come suo solito ripreso a tentennare, a seconda di dove spirava il vento. E adesso, a oltre dieci anni di distanza dalla stipula di un contratto che, sempre secondo gli amministratori comunali, avrebbe impegnato l’ente ad eseguire i lavori? Intanto non si può negare che sono state già parecchie le voci di insigni professionisti e semplici cittadini scagliatisi contro la costruzione di quest’altro parcheggio interrato, prima di tutto in quanto determinerebbe il “caos” della circolazione cittadina, e poi per l’aumento dell’inquinamento atmosferico. E non solo durante l’interminabile periodo di durata dei lavori da parte della ditta costruttrice. Ad arrabbiarsi, come dovrebbe sapere il nuovo Sindaco e il suo assessore ai Lavori Pubblici, sono anche gli ambientalisti, per la distruzione di centinaia di lecci e di tutte le palme, simboli di questa Città, esattamente come già accaduto a suo tempo per l’altra cementificazione selvaggia a piazza Cesare Battisti dove, con evidente disprezzo della legalità, era stata anche violata una determinazione dirigenziale regionale che prescriveva la integrale “ripiantumazione degli individui vegetali già esistenti”. Ma non è finita, visto che i progettisti del megaparcheggio di Corso Cavour sono anche venuti meno agli impegni assunti di operare “per la conservazione e il reimpianto di tutte le piante più preziose esistenti”, come risulta dalla relazione illustrativa al progetto definitivo della Dec. Già, e cosa accadrebbe ai poveri commercianti del viale una volta costruito il parcheggio, esposti al sole torrido dell’estate dopo la scomparsa di quegli alberi che con le loro fronde facevano ombra? Ma questi, forse, non sono neppure i problemi più gravi agitati dai comitati che sventolavano parecchio tempo fa lenzuola sullo storico corso tutelato architettonicamente, che fa(ceva) concorrenza al salotto buono della Città, aspettando l’occasione buona per convincere l’amministrazione Decaro a innestare la retromarcia su un’operazione assolutamente negativa dal punto di vista ambientale e non solo, visto che solo a pensare in soldoni a ipotetici risarcimenti, dopo i contratti sottoscritti, ci sarebbe da farsi venire la pelle d’oca, a Palazzo di Città. E infatti l’amministrazione si guarda bene anche solo dallo sfiorarlo, l’argomento parcheggio interrato. Finito, forse per sempre, sepolto sotto terra a Bari, non molto distante dal mare….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 20 Dicembre 2017

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