Cronaca

Cose e cosette, rubare e sgraffignare

Nelle scuole si sgraffigna a più non posso. Tre giorni fa che putiferio in un Istituto Superiore del capoluogo per un cellulare sparito. Il derubato smaniava più per il gesto che per il danno in sé. Un furtarello in tempi di degrado non farebbe notizia se non fosse la punta di un iceberg. La crisi economica assottiglia le barriere morali dei mediocri e il popolo dei ladri, perdendo in ‘qualità’, si allarga ai ladruncoli. Si rubacchia, e come mai era successo prima. Nelle campagne prive di recinzione non puoi lasciare un secchio, una scala, una sdraio, una grasta vuota. Portano via tutto. E in città, forse che può starsene tranquillo lo zerbino davanti la porta di casa? L’auto parcheggiata per strada rischia ogni notte di perdere i tergicristallo. E povere biciclette. Ci vuole assai a portar via un sellino, un campanello, una ruota. In palestra come in piscina puoi rimetterci le ciabatte, l’asciugamano. E in spiaggia mai lasciare incustoditi gli occhiali prima di fare un tuffo. Anche ombrelli, sciarpe, berretti o guanti dimenticati in un luogo pubblico hanno vita breve ; passata una decina di minuti, inutile correre a riprenderseli. Al mercato attenzione a posare in terra buste colme per pagare o ritirare altra merce ; basta un attimo per tornare a casa con un chilo di frutta in meno. E già che parliamo di piccoli pagamenti, occhio al resto : In caso d’errore, chi se ne avvantaggia incassa e tace. Si potrebbe continuare, ma fermiamoci qui. Dopotutto parliamo di cosette. Eppure, proprio perché tali, le cosette hanno il potere di irritare peggio, per esempio, dei guasti prodotti quotidianamente da una normativa fiscale irragionevole. Se queste cosette mettono particolare rabbia è perché il ladro (pardon, il ladruncolo) non manifesta l’aspetto ‘lombrosiano’ dello scippatore, del rapinatore, del topo d’appartamento. Il ladruncolo oggi ha piuttosto le fattezze del vicino di casa, del collega di lavoro, del compagno di viaggio (il che può rendere scomodo il rapporto personale con lo specchio…). Non si rubacchia per necessità. Gli è che si avverte il bisogno sfrenato di restituire al prossimo, e se possibile con gli interessi, schiaffi incassati in precedenza (ma cosa vuoi porgere l’altra guancia). Si rubacchia a sfregio, per disprezzo del prossimo. Ciò rende guardingo, anzi prevenuto l’uomo della strada. Si fa difficile domandare un’informazione al passante, oppure, alla fermata del bus o nell’anticamera del medico, attaccare bottone a qualcuno per ingannare il tempo. Persino a messa gira male : quand’è il momento di scambiarsi un segno di pace, quella che dovrebbe essere una stretta franca e comunicativa si avvilisce in un gesto scialbo, dove mani sgusciano frettolose l’una dall’altra mentre occhi evitano d’incontrarsi. Tornando allo spunto d’apertura, non è lontano nelle scuole il giorno in cui si vedranno i banchi perennemente in ordine. E te credo, con i cellulari in tasca, le penne nel taschino, libri e quaderni nello zainetto…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 7 Marzo 2013

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