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Cosmi e Oddo, icone di un calcio pulito

 

Il campionato si è concluso da giovedì sera con la promozione del Pescara di Oddo, vincitrice della finale dei playoff che insieme a Cagliari e Crotone affronteranno il prossimo anno la serie A che partirà dalla terza settimana di agosto. Il difficilissimo campionato cadetto, sempre zeppo di trappole, ha offerto in questa stagione appena conclusasi un grande spettacolo con annessa la lotteria dei playoff che ha sancito l’eliminazione anticipata della squadra barese,  la quale onestamente alla luce di quanto ha prodotto durante il campionato non avrebbe meritato totalmente quanto Pescara o Trapani (con quest’ultima perdente sul rush finale nonostante un terzo posto conseguito) la terza posizione utile a salire. Mai come in questo campionato è stata smentita la massima che per essere promossi occorrono giocatori validi, avviare una valida attività di marketing e fare nelle partite interne medie spettatori che consentono di incassare utili preziosi, non basta tutto ciò! Per essere i migliori: bisogna essere costanti, determinati sino alla fine, attaccati alla maglia e soprattutto vender cara la pelle sino al triplice fischio esattamente come è avvenuto per il Pescara di Oddo che ha tagliato il traguardo non solo grazie ai gol del bomber Lapadula ma anche per merito di una collettività organizzata che non ha mai mollato. In ogni caso a prescindere dal puro dato statistico della squadra vincitrice, giovedì sera al termine della finale di playoff si è assistito ad una scena di altri tempi da libro cuore, con il primo condottiero della squadra avversaria Serse Cosmi che una volta fischiata la fine delle ostilità è scoppiato in lacrime ed Oddo, allenatore del Pescara, è immediatamente accorso ad abbracciarlo e consolarlo ancora prima di festeggiare i suoi ragazzi e la meritata promozione. Scende che si vedono raramente, ma che per fortuna ci sono ed esistono, un chiaro segnale forse che non tutto è da buttare. Il Bari, invece, dal canto suo per tutta la stagione ha chiesto l’aiuto dei propri supporters, tra l’altro mai mancato, e proprio nell’ultima partita disputata contro Novara, anziché gratificare la tifoseria biancorossa sempre presente con una prestazione da attributi ha giocato il peggior primo tempo di tutta la stagione andando sotto dopo neanche dieci minuti con i giocatori di ghiaccio e quasi immobili. Raccapricciante, anche se nella ripresa forse per la figuraccia e la contestazione che ne stava scaturendo, hanno tentato la rimonta sino alla fine vanificando negli ultimi secondi il tutto, sempre per colpa di una grava disattenzione, una delle tante commesse anche nel corso della regular season. Tornando a qualche anno fa, in particolare all’anno del fallimento quando la società fu rilevata da Paparesta, in pochi avrebbero scommesso un solo centesimo su una rimonta folle e strappa lacrime conclusasi senza lieto fine, ma in quel caso tutti i giocatori, staff e società riscossero l’applauso di tutti vincitori e vinti, esattamente come quanto è avvenuto per la rincorsa fallita dal Trapani di Serse Cosmi. Dopo di allora, la società biancorossa ha commesso una serie di errori che ha portato all’ennesimo fallimento di obiettivo in questa stagione. Questione di dettagli, potrebbe commentare qualsiasi persona anche non esperta o appassionata di calcio, ma di quei ‘dettagli’ che sia nel calcio e nella vita compiono la differenza specie se si ambisce al massimo e si coltivano grandi ambizioni, diversamente si resterà per sempre nella mediocrità o ci si accontenterà di vivere alla giornata. Entrando in breve  più nel dettaglio del campionato fallito, sia con il prima di Davide Nicola e poi con quello del girone di ritorno coadiuvato da Camplone è mancata la coralità nel gioco, la compattezza e sorattutto la coesione di intenti da parte di tutta la rosa, è mancato l’essere squadra. Tuttavia, in casa Bari è tempo di pensare ad un futuro più roseo ed un’immediata programmazione; da qualche settimana si sta giocando un’altra partita quella più importante perché in caso di mancata ricapitalizzazione da parte di Paparesta, la società rischia un altro fallimento e questa volta non ci sarebbe nessun Lodo Petrucci a salvare i biancorossi, perché sarebbe LND (Lega Nazionale Dilettanti) o cancellazione definitiva. Pertanto, in questo momento tutti i nomi di potenziali tecnici, compresa una difficile riconferma di Camplone, è solamente fantacalcio ed ipotesi suggestive, nulla di più, se prima non si risolveranno nelle stanze segrete i problemi di natura societaria. Aspettando Godot ed un grande Bari!

 

M.I.

 

 


Pubblicato il 11 Giugno 2016

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