Costi esorbitanti all’Amiu: “80 milioni per tenere pulita la città”
Comune di Bari. Consiglieri di destra all'attacco scoprono i veli di servizi che costano troppo, rispetto a obiettivi e risultati

Tenere pulita e in ordine la Città di Bari? Costa davvero troppo, in proporzione ai servizi resi ai cittadini e utenti baresi, specie se si tengono presenti denunce e proposte fioccate anche in Aula Comunale dei consiglieri di centrodestra rispetto alla tassa dei rifiuti, con cifre e percentuali riassunte ieri mattina in conferenza stampa. Ma andiamo con ordine e veniamo subito ai fatti. Solo nel 2025 l’Azienda municipalizzata all’Igiene Urbana (Amiu/Puglia) chiede ai baresi oltre 80 (diconsi ottanta!) milioni di euro per tenere pulita la città e smaltire i rifiuti: un record storico, nonostante l’aumento della raccolta differenziata e la diminuzione dei rifiuti stessi. Ed è proprio questa la denuncia effettuata ieri mattina direttamente dalla bocca dei consiglieri comunali di centrodestra, che hanno peraltro sottolineato come anche quest’anno la Tari si riveli più alta rispetto a quella dell’anno scorso. Nel dettaglio, si conta un aumento di 6 euro a utenza per la copertura delle agevolazioni riconosciute ai beneficiari dei bonus sociali rifiuti (introdotti dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, l’Arera) e un rialzo dell’1% sulla tariffa 2024, a causa dell’aumento dell’aliquota TEFA della Città Metropolitana di Bari dal 4% al 5%. Dati che dovrebbero determinare un aggravio medio di oltre 10 euro per le utenze domestiche e di oltre 40 euro per quelle non domestiche. L’aumento sarebbe peraltro stato ancora più pesante se 1,5 milioni di euro della tassa di soggiorno non fossero stati dirottati su Amiu per contenere i costi. «Bari – hanno precisato i consiglieri comunali seduti sui banchi dell’Opposizione – si conferma tra le città metropolitane con le tariffe Tari più alte d’Italia: la media è di 427 euro, contro i 305,92 euro di Milano (+40%). E il divario è ancora più grave se si considera il reddito: stipendio medio lordo a Milano 2642 euro, a Bari 1491 euro (-45%). A Bari la Tari aumenta ogni anno, mentre in altre città diminuisce (Crotone -8%, Monza -6%). E i risultati sono deludenti: la città è sporca, il 54% dei rifiuti indifferenziati è ancora in discarica, il tasso di riciclo effettivo è fermo al 46% e non si conosce il tasso di riciclo. E Bari paga anche 250mila euro l’anno di ecotassa regionale, perché non raggiunge il 65% di differenziata prevista per legge. Insomma, la dirigenza Amiu continua a gravare sui cittadini senza restituire un servizio adeguato». E dopo la conferenza, nel corso del consiglio comunale in calendario sempre ieri, si proporrà dunque una «svolta concreta», presentando sette emendamenti e quattro ordini del giorno, tra i quali spiccano la previsione di cassonetti interrati e compostiere di comunità, concreti sconti Tari per chi fa la differenziata, la riattivazione degli impianti TMB e del biodigestore Amiu, nuovi impianti per il recupero di rottami e materiali riciclabili, la sterilizzazione dei costi Amiu Puglia per due anni e l’introduzione di una tariffa puntuale, basata sui rifiuti prodotti e non sui metri quadri degli immobili. Sarebbe finalmente ora di pagare per servizi efficienti, non per inadeguatezze e ritardi di un’azienda finita, peraltro, sotto tutela prefettizia.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 17 Aprile 2025