Cultura e Spettacoli

Craco risorga, ma non come ad Accadia

Nel 1963 Craco, un piccolo centro del materano che svetta a 391 m. d’altezza, contava duemila abitanti. A causa di una frana di vaste proporzioni provocata da maldestri interventi infrastrutturali a favore dell’abitato, Craco è stato via via abbandonata. I tentativi fatti per frenare questa migrazione verso Peschiera, una frazione di Craco posta a valle, sono stati vanificati dall’alluvione del 1972. A seguito infine del terremoto dell’Irpinia del 1980, Craco è rimasto senza neanche un abitante. Ciò ne ha fatto un paese fantasma. Ma i paesi fantasmi esercitano un richiamo potente per gli spiriti curiosi e sensibili. Ogni anno sono circa cinquemila i visitatori di Craco, questo luogo fascinoso e pieno di silenzio, non invaso dalle erbacce o rampicanti e non deturpato dall’umido o dalla ruggine (sei anni fa il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund ; è possibile prenotare visite guidate contattando il Comune ; chi voglia muoversi autonomamente è libero di farlo, attenendosi però al divieto di non avvicinarsi alle abitazioni, persistendo il pericolo di crollo). A riprova delle suggestioni che il sito esercita, a Craco sono stati girati numerosi film : ‘Cristo si è fermato a Eboli’, ‘La lupa’, ‘Il sole anche di notte’, ‘Basilicata coast to coast’… Da anni si parla di restituire Craco a nuova vita. Adesso sembra si faccia sul serio. Dovrebbe infatti andare in porto un progetto di recupero e restauro avanzato dal Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura del Politecnico di Bari (il progetto – frutto di sei ‘parallele’ tesi di laurea in architettura – si è aggiudicato il Premio Nazionale ArCò Giovani 2015). Speriamo che le cose non vadano come sono andate ad Accadia. Nel 1930 questo piccolo centro del Sub Appennino Dauno venne duramente colpito da un sisma. Il Rione Fossi, corrispondente al borgo antico, uscì così provato dalla scossa che i suoi abitanti lo abbandonarono in massa. Di recente si è provato a rilanciare il sito cominciando col restauro di alcuni edifici destinati ad accogliere le Istituzioni, ma il tentativo è naufragato. Approfittando della scarsissima vigilanza, balordi e ladruncoli hanno saccheggiato i locali alleggerendoli di porte, infissi, avvolgibili, sanitari… Adesso si parla addirittura di mettere in vendita l’intero rione. Società, anche straniere, interessate a ricavarne un ‘albergo diffuso’ si sarebbero già fatte avanti. Vedremo. Il pericolo sono gli imprenditori cinesi. Che tale spauracchio basti a sollecitare le più alte Istituzioni a investire per restituire vita a Rione Fossi e restituire una ricchezza agli abitanti di Accadia, ai pugliesi, agli italiani… agli europei al massimo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 25 Ottobre 2016

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