Cronaca

Crisi del diesel e la Bosch annaspa tra tavoli, promesse e riconversioni

Di nuovo in rialzo la temperatura attorno alla vertenza Bosch, nel capoluogo, con i sindacati ancora una volta compatti sui fronti istituzionali. <<Oggi lo stabilimento di Bari si e’ completamente fermato, con un’adesione allo sciopero unitario al cento per cento e con un presidio partecipato in modo straordinario con la solidarieta’ dei lavoratori della zona industriale. In contemporanea si e’ tenuto a Roma il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico sulla crisi dello stabilimento Bosch di Bari con la partecipazione della Regione Puglia. L’azienda ha presentato le azioni di sviluppo e di riconversione dello stabilimento, che attualmente conta 1.805 dipendenti e 267 milioni di fatturato. Per affrontare la crisi del settore diesel e per salvaguardare l’occupazione dello stabilimento della Zona Industriale sono state individuate con le organizzazioni sindacali in questi anni le azioni di difesa con gli ammortizzatori sociali straordinari e la solidarieta’ tra altri stabilimenti italiani. Tutte le azioni, ha confermato l’azienda, messe in atto per la riconversione produttiva ad oggi non riusciranno a saturate gli attuali livelli occupazionali. I lavoratori dello stabilimento hanno pagato gia’ un prezzo alto ed il rischio al 2022 e’ di un disastroso andamento industriale e occupazionale visto il crollo dell’automotive al -9 % di produzione a cui si aggiunge la discesa del diesel. La Fiom ha chiesto che ci sia un confronto strategico per l’occupazione dei lavoratori di Bari ed il Governo ha chiesto al gruppo di avere un confronto con il management europeo. E la Regione Puglia si e’ impegnata a garantire interventi per la formazione. » necessario che si chiariscano le reali prospettive produttive e occupazionali e gli investimenti adeguati per affrontare una rivoluzione del settore attraverso la transizione industriale verso produzioni ecologiche. Gli strumenti messi in campo finora non bastano, chiediamo al Governo di individuare strumenti straordinari con investimenti per la transizione del settore per la salvaguardia dell’occupazione. Lo sciopero di oggi e’ una svolta di cui tutti devono assumersi la responsabilita’ a partire da Bosch”, hanno spiegato in una lunga nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Vito Piazza, segreteria Fiom Bari. Ma anche il coordinatore Fim Cisl, Donato Pascazio, ha chiesto all’azienda di chiarire le prospettive produttive e occupazionali e gli investimenti per governare la fase transitoria. «Un piano industriale che dia garanzie e che mantenga i livelli occupazionali», ha chiesto in pratica Pascazio ieri, nel corso del vertice al Mise sulla vertenza Bosch. «Il Governo – ha spiegato ancora Donato Pascazio – non ha intravisto alcun segnale migliorativo nella illustrazione aziendale. Non c’è stato alcun elemento di novità rispetto allo scorso incontro. Se da parte dell’azienda si dovesse registrare un’apertura utile a gestire la fase di transizione, il  Governo sarebbe disposto ad intervenire individuando risorse economiche. Da qui, poi, l’invito all’azienda – da parte del Governo – a far tesoro di ogni forma di incentivazione necessaria, percorribile nel territorio pugliese. Infine, è stata chiesta formalmente la presenza al tavolo della direzione centrale europea della Bosch». Tutto questo, mentre i sindacati hanno promosso una giornata di sciopero in tutti i siti del gruppo tedesco e a Bari ha partecipato il 100% degli operai. In mezzo, però, c’è la mancanza di volontà aziendale di presentare un piano industriale serio e concreto utile a richiedere un cofinanziamento al Mise, nonostante la disponibilità ricevuta tramite Invitalia. Ancora una volta, quindi, il tavolo ministeriale non è stato sufficiente per dare risposte concrete al grosso problema industriale che sta attraversando Bosch di Bari. «Ritengo che si stia perdendo troppo tempo e in questo momento il tempo è una variabile indispensabile per evitare la riduzione della forza lavoro. Con fermezza, chiediamo un tavolo specifico su Bari con la dirigenza, le parti istituzionali e le parti sociali, al fine di rendere concreti gli interventi da mettere in campo per traghettare questo periodo di transizione e trovarci pronti per affrontare nuove sfide, mantenendo lo stesso livello occupazionale – conclude Donato Pascazio – magari anche con qualche componente per l’elettrificazione».

Antonio De Luigi


Pubblicato il 29 Novembre 2019

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