Crocco e la libertà, ai confini di Puglia l’ultimo guizzo
La fortuna di Crocco, il celebre brigante o insorto legittimista a seconda dei punti di vista, ebbe termine in riva all’Ofanto. Tradito da Caruso, suo fido luogotenente, il condottiero lucano si era visto costretto a trascorrere l’inverno 1864 nascosto tra i boschi di Venosa e Ripacandida. Tornò a farsi vivo in primavera e alla testa di un piccolo manipolo di uomini, rimasuglio dell’imponente banda di una volta. Le truppe italiane lo sorpresero il 25 luglio di quell’anno in un non precisato luogo attraversato dall’Ofanto. Cerchiamo d’individuarlo. Nel suo ‘Il brigante Crocco e la sua autobiografia”, un libro pubblicato nel 1903 da uno studioso di Melfi, Basilide del Zio (1839-1919), l’autore racconta la dissoluzione delle ultime forze rimaste fedeli a Crocco : “I briganti, consci del forte numero di soldati che avevano di fronte e alle spalle, pensarono a un certo punto di dividere la comitiva, una parte della quale doveva internarsi e guadagnare le Toppe d’Ascoli, mentre l’altra avrebbe dovuto passare l’Ofanto o sotto Leonessa o sotto Canestrelli”. Seguiamo quest’ultima frazione, della quale faceva parte Crocco. Se essa aveva l’opportunità di attraversare il fiume sfruttando indifferentemente il “passaturo” di Leonessa o di Canestrelli, è segno che nel momento del contatto col nemico si trovava a metà strada fra le due località. Ora, Leonessa, che comprende anche l’omonimo piccolissimo abitato, dista dieci chilometri da Melfi e poche centinaia di metri dal corso dell’Ofanto. Canestrelle è contrada confinante. I due ‘passaturi’, dunque, che distavano forse un chilometro l’uno dall’altro, dovevano collocarsi nel punto in cui l’Ofanto, dopo essere sceso dal melfitano scorrendo in parallelo all’Appennino lucano, descrive una brusca svolta verso la Puglia. In conclusione, l’ultimo guizzo di libertà di Crocco si consumò esattamente al confine fra le due regioni. Torniamo al Del Zio : “I briganti erano di già divisi, ed una parte aveva raggiunto il piano, mentre l’altra galoppava verso Canestrelli, avendo perduto la speranza di passare l’Ofanto sotto Leonessa. Le due masnade si erano perdute di vista, ed ognuna seguiva il proprio destino”. Crocco e i suoi riuscirono a passare sotto Canestrelli mentre per l’altro gruppo, accerchiato, fu la fine (morirono tutti). Tallonato dai regi bersaglieri guidati da Caruso, Crocco cercò rifugio nello Stato Pontificio, dove entrò il 24 agosto. Ma Pio IX, che pure aveva sostenuto la causa legittimista, ritenendo Crocco un uomo finito pensò bene di non compromettersi con Vittorio Emanuele II offrendo rifugio all’uomo più braccato d’Italia e il giorno dopo lo fece catturare dalla sua Gendarmeria.
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Marzo 2014