Cultura, pandemia, cinema e Bari mancata Capitale della Cultura 2022
Disponibile, gentile, sempre pronto al dialogo e alla risposta. Uno dei casi, rari, nei quali l’ attore risponde all’ uomo del privato senza finzioni. Il ritratto è di Lino Banfi, maestro di cinema, vero mostro sacro e naturalmente pugliese doc. Lo abbiamo intervistato parlando di cultura, pandemia, cinema e Bari mancata Capitale della Cultura 2022.
Banfi, qual è lo stato della cultura in Italia?
“Bisognerebbe dire sempre, e non solo durante questo tempo, perchè da noi la cultura non ci riceve grossi incentivi e tante attenzioni ed invece occorre fare di più. Il Covid ha accentuato questo andazzo che era già preoccupante”.
Teatro, ad esempio…
“A mio avviso, è la forma più alta di spettacolo. Quella che esalta gli attori. Mi sembra strano che i teatri siano chiusi al pubblico. A mio avviso potrebbero essere fruibili sia pur con le dovute cautele. Non mi risulta che nei teatri si siano verificati casi di contagio. Basta porre barriere di platica tra le sedie o distanziare adeguatamente gli spettatori. E poi chi sta seduto dietro anche se tossisce non lo fa sul volto dell’ altro”.
Il cinema?
“Vale più o meno lo stesso discorso del teatro. Al cinema ancor di più, si parla meno, specialmente se la trama è avvincente. Sarebbe stato sufficiente distanziare i posti. Penso con tristezza a quanti lavoratori dello spettacolo da tempo sono in difficoltà”.
Le piace l’arte?
“Non vado spesso nei musei, lo riconosco, ma apprezzo i quadri di autore e le belle opere. Amo la pittura classica. La moderna, che merita attenzione, oggi ha il vantaggio di mezzi tecnici e progressi che prima non esistevano. Ben fatta, è splendida. Credo che non si possa avivere senza arte e musica”.
Pandemia?
“Un virus maledetto che ci sepera dagli affetti. Bisogna rispettare le regole di cautela specie per gli anziani e lo dice il nonno di Italia”.
Bari ha perso il titolo di Capitale della Cultura 2022…
“Peccato. Non ci voleva questo ed è stato un brutto colpo. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare per il futuro. Sarebbe stato un buon investimento per il turismo e la stessa cultura”.
Rossella Cea
Pubblicato il 27 Gennaio 2021