Cronaca

Da Bari a Toritto, passando per Alberobello: lo spreco delle piscine riabilitative

Il grande spreco delle piscine terapeutiche, quelle cioè che avrebbero dovuto alleviare, curare o almeno mitigare dolori e malori dei malati di Sla, teatraplegici e paraplegici in genere. Ne avevano parlato qualche settimana fa sui canali Mediaset, riportando sempre lo stesso copione, partendo dall’ospedale-ambulatorio di Toritto, sempre in provincia di Bari, dove c’è un’altra piscina per riabilitazione che è dismessa, nonostante sia costata 300mila euro. <<Come questa ce n’è un’altra ad Alberobello e un’altra ancora a Bari. Invece all’ex Santa Maria degli Angeli di Putignano è stato declassato. Oggi si presenta con stanze vuote e attrezzature abbandonate>>, commentava un paio di mesi fa il giornalista Gaetano Pecoraro prima di rimediare la solita sfilza di minacce velate di finire in tribunale direttamente dal governatore-assessore alla salute Michele Emiliano. Ora sulle piscine terapeutiche c’è un’indagine aperta dalla sezione pugliese della Procura presso la Corte dei Conti, dopo che il consigliere Mario Conca (Movimento5Stelle) aveva presentato un esposto, appunto, su quell’inaccettabile “spreco di denaro pubblico”, come lo definisce lui stesso senza troppi fronzoli. “Da anni denuncio i casi di spreco di denaro pubblico per diverse piscine riabilitative della nostra regione, costate migliaia di euro e che non hanno mai visto l’acqua. Tra queste la  struttura nell’ex ospedale di Toritto, costata 387 mila euro e mai entrata in funzione, per cui avevo presentato un esposto due anni addietro alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale”, rimarca il  consigliere Conca, commentando l’apertura di quelle indagini contabili, anche in seguito alla trasmissione “Le Iene”, in cui si denunciavano apparecchiature acquistate dalla Regione e mai utilizzate, ma anche strutture riabilitative mai entrate in funzione. Insomma, le piscine terapeutiche di proprietà delle Aziende Sanitarie Locali pugliesi da anni sono inutilizzate e le persone con disabilità sono costrette a viaggi della speranza. <<La piscina riabilitativa di Toritto –  spiega ancora Conca – è in evidente stato di abbandono, come mostrato anche nel servizio, con mattonelle prese a picconate e sporcizia ovunque, tanto che è stato necessario murare tutti gli accessi per impedirne l’ingresso. Stessa sorte è toccata alla piscina di Alberobello, inutilizzata dal 2011 e al servizio offerto nella piscina dell’ex Centro Traumatologico Ospedaliero (CTO) di Bari, sospeso da quasi sei anni e precisamente da gennaio 2013, ufficialmente a causa di carenza di personale. Le piscine terapeutiche appositamente realizzate al Policlinico di Bari-Medicina Fisica e Riabilitazione, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, RSA di Poggiorsini e nell’Ospedale di Mottola, invece, non hanno mai visto l’acqua e come se non bastasse, risulterebbe in cantiere la realizzazione di due piscine terapeutiche presso il “San Camillo” di Monopoli>>. Una situazione insostenibile di spreco di denaro pubblico, senza considerare i danni ancor più gravi a spese delle centinaia e centinaia di utenti sofferenti che non usufruiscono di cure adeguate, tramite quelle vasche inutilizzate. Sarà l’apertura delle indagini dei segugi contabili di via Matteotti a dare una scossa nelle stanze dei vertici sanitari, riportando a una soluzione? Difficile dirlo, anche perchè purtroppo i pubblici amministratori e politici non temono più tanto le giuste punizioni di una magistratura, ordinaria o contabile, che non arrivano mai. E se arrivano, c’è sempre una prescrizione a salvare capra e cavoli. Lasciando affogare -….è purtroppo il caso di dirlo – nell’indifferenza i diritti di persone costrette a rinunciare alle cure delle piscine riabilitative baresi o a pagarsele di tasca propria.

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Dicembre 2019

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