Cultura e Spettacoli

Da Canosa a Lecco, passando per l’Accademia di Brera

 

Da Canosa a Lecco, passando per l’Accademia di Brera a Milano. E’ la bella storia tutta e tipicamente meridionale di un disegnatore canosino: Michele D’Aquino. Sintetizzando, è la classica avventura di un figlio della nostra terra che trova lavoro e fortuna nella ricca Lombardia. Tuttavia è la dimostrazione che l’ingegno e la volontà pagano sempre. Abbiamo intervistato Michele D’ Aquino.

Michele, come si è trovato da Canosa a Lecco?

“Io sono canosino a tutto tondo e non rinnego le mie origini, pensi che non ho perduto neanche l’accento. Ho voluto fare l’Accademia di Brera e poi mi sono accasato qui”.

Lei ha una idea diversa da tanti colleghi, quella del disegnatore classico di una volta che parte dai giornali locali. Perché?

“Questo suggerimento me lo dette a Milano il grande Staino la cui amicizia è un vanto. Mi disse, ma perché al posto di pubblicare cose su giornali specializzati o riviste singole, non ti rivolgi a quella grande ricchezza e patrimonio che sono i giornali locali. Ho seguito il suo esempio e ho pubblicato su svariati organi di stampa della Puglia, il Progressista, il Campanile di Canosa, anche la Gazzetta del Mezzogiorno”.

Si definisca…

“Sono un cartoonista nel senso vero del termine, secondo la tradizione del fumetto. Faccio la striscia tipica, quella che era la domenicale”.

Perché tanti dalla Puglia vanno a Milano?

“Intanto, mi risulta che la Puglia sia in crescita, specialmente il tarantino, ma è vero, le maggiori case editoriali del fumetto sono a Milano, penso a Bonelli”.

Lei ha ideato una specie di serie, i Fumetti di Michele Comics con la saga Heuteville Puglia e Heuteville Normanna con personaggi fissi quali Marco il Normanno, Melaz e via discorrendo, perché?

“Perché come le dicevo prima è bello creare storie che possano svilupparsi a strisce sui giornali. A mio avviso sarebbe bello che un quotidiano, anche nella edizione on line, tornasse ad ospitare storie a cartoni”.

Meglio una buona storia o una buona tecnica individuale?

“Sono necessarie entrambe. Un bel racconto privo di basi tecniche adeguate non attira. L’ immagine è importante. Tuttavia è basilare la qualità del racconto e del testo”.

Vignette?

“Le apprezzo molto. In ogni caso la vignetta, che è satira, ha bisogno di una battuta fulminante. Intendo dire si può disegnare ottimamente, ma se il contenuto non graffia, rende tutto moscio”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 5 Giugno 2021

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