Da Est a Ovest il pane resta duro
Sono quasi un milione le badanti straniere operanti in Italia, una realtà che da noi tocca da vicino una famiglia su tre. A proposito di queste donne si sprecano i luoghi comuni : furbe, ladre, avide, libidinose… Prova a sfatare questo mito infausto Valeria Simone, che firma ‘H24 Acasa’, un progetto collaborativo che si avvale dei contributi di più autrici-interpreti (le sei brevi performance sono rielaborazioni di altrettante, autentiche storie). Strutturato come spettacolo itinerante, nel senso che il pubblico si muovo su un percorso lungo il quale sono distribuiti sei ‘stazioni’ teatrali, ‘H24 Acasa’ ha raccolto unanimi consensi giovedì scorso a L’Officina degli Esordi. – ‘Petra’ – di Valeria Simone, con Adriana Gallo – è il racconto di una nostalgia gestita con dignitosa e rassegnata pazienza (lavare ‘un’ nonno, per esempio, è questione di metodo, niente di più e niente di meno che montare lampadari, attività che la giovane rumena eseguiva in patria prima che quella fabbrica chiudesse). – ‘Lo scatolone’, di e con Laura Graziosi, è espressione energica e piena d’impazienza (tutto accade alla fermata di un bus in ritardo) di un’esperienza d’emigrazione affrontata con animo lieto malgrado tutto. – ‘La vita è un diamante nero’, di e con Arianna Gambaccini, affronta lo stereotipo della straniera-vampiro che seduce gli anziani e poi ne preme il portafogli. Ma che male c’è, protesta questa ragazzona dal vistoso e ambiguo look mentre deve rendere conto a un magistrato, a tener conto dei sacrosanti diritti del ‘pistillo’ del nonno? Una’statio’ all’insegna della leggerezza. – Con ‘Altrove’, di e con Annabella Tedone, si affonda nel dramma. Sgobbare in casa a quattro euro l’ora è sfruttamento sì, resta però male minore rispetto alle busse ‘abortive’ di un padre che non perdona alla figlia il marito sbagliato (una questione di punti di vista). Ma, questa volta al sicuro in Occidente, è in arrivo un secondo figlio. Lavorare per quattro euro l’ora, allora, ha ancora un senso. – Continua la discesa nell’orrore con ‘Strika’, di e con Marialuisa Longo. Sfacchinare in casa con una cuffia che ti spara musica indispensabile a coprire il lamento-loop di un malato terminale non è cinismo. Perché è dura lottare contro la seduzione dell’eutanasia. E lo è anche più quando si è consapevoli che nessun parente dell’anziano muoverebbe un dito se la badante volesse occuparsi anche del lavoro ‘sporco’. – Chiude questa ‘via Crucis’ ‘Tempo sospeso’, di Belen Duarte con Maristella Tanzi. In una valigia ‘riposano’ frammenti di corrispondenza, espressione di vite strappate e che il gesto della Tanzi narra con toccante senso del raccoglimento. Nel complesso un progetto pensato e realizzato con passione, uno spettacolo che funziona. – Progetto grafico di Maria Grazia Morea.
Italo Interesse
Pubblicato il 8 Marzo 2016