Da Fi al Pd, nessuno scossone in Puglia dopo le politiche
L’emorragia di militanti e dirigenti che, dopo le elezioni politiche del 4 marzo scorso, ha colpito in Puglia il partito di Silvio Berlusconi preoccupa il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Nino Marmo, che ha rivolto un appello pubblico al fondatore e leader maximo del partito e ad Antonio Taiani, recentemente chiamato ad affiancare Berlusconi alla guida organizzativa del partito. Infatti, Marmo, in premessa al suo appello, ha affermato: “Quanto sta accadendo in Forza Italia Puglia è di una gravità estrema”.Ossia “un vero e proprio smottamento della base e del personale politico che ha come unica destinazione la Lega e che comporterà non pochi problemi” al partito pugliese dell’ex cavaliere di Arcore, in vista delle prossime tornate elettorali. Ma ciò che è ancor più grave e, quindi, dannoso per Fi, secondo il presidente del Gruppo regionale, è che “il tutto sta avvenendo nell’indifferenza generale di chi dovrebbe coordinare il partito a livello regionale e invece si rende protagonista di una gestione incomprensibile, fatta di scelte di commissariamento totalmente arbitrarie e completa mancanza di ascolto e di dialogo”. Infatti Marmo, ribadendo ciò che aveva già rilevato all’indomani delle ultime elezioni politiche, ha nuovamente rilevato: “il vuoto che sta lasciando Forza Italia in Puglia, all’interno del centro destra, lo sta occupando in modo scientifico la Lega”. Quindi, ha sottolineato il consigliere regionale forzista della Bat, “se qualcuno, dentro Forza Italia, ha scelto di agevolare questo smottamento in favore del partito di Salvini lo dica chiaramente. In caso contrario prenda atto della propria incapacità nel guidare un partito e una comunità e si faccia da parte per agevolare un percorso di riorganizzazione e di emersione di una nuova classe dirigente. E qui il riferimento è chiaramente al responsabile pugliese di Fi, il neo senatore Luigi Vitali, che dal febbraio del 2015 ha la gestione regionale del “partito azzurro”. Ossia da quando Berlusconi rimosse con il commissariamento l’allora segretario pugliese di Fi, il fittiano Antonio Di Staso. Marmo, ritenendo che si è perso già troppo tempo, ha concluso il suo appello con l’invito a Berlusconi e Taiani “a concentrare il prima possibile le loro attenzioni sulla Puglia” per dare il via ad una nuova fase che permetta a Fi “di tornare ad avere un ruolo da protagonista” nella regione. Invece, a non perdere tempo in Puglia è la Lega di Matteo Salvini . Infatti, il responsabile pugliese del Carroccio, Andrea Caroppo (capogruppo forzista fino allo scorso luglio nell’aula barese di via Capruzzi), che durante un’apposita conferenza stampa ha annunciato un tour di ascolto nei Comuni interessati dalla recente delibera della giunta regionale sulla conversione di 39 Punti di primo intervento (Ppi) in postazioni medicalizzate, a margine della stessa ha poi comunicato l’avvio nella nostra regione della campagna di tesseramento al partito, con presidi territoriali e modalità d’iscrizione anche online. Mentre chi non sembra al momento ancora preoccupato del risultato elettorale negativo riportato in Puglia è il Partito democratico. Infatti, dopo il ciclone del M5s del 4 marzo scorso, che ha consentito ai “grillini” di vincere in tutti i 24 collegi uninominali pugliesi, l’unico grande partito che non sembra ancora interessato da un’attenta analisi interna sulle responsabilità organizzative e politiche che hanno determinato una così clamorosa sconfitta, per altro in una regione dove il partito occupa da anni importanti e significati centri di potere, è proprio il Pd di Michele Emiliano che in alle politiche, in Puglia, è risultato addirittura terzo, con circa sette punti percentuali di distacco dal partito di Berlusconi che si è attestato secondo, dietro il ciclone pentastellato. E mentre in Fi c’è chi, come Marmo, invoca un intervento di vertice per una discontinuità alla guida del partito dopo una non soddisfacente prova elettorale, nel Pd pugliese il segretario regionale, Marco Lacarra, sembra ancora saldo alla guida del partito, nonostante i pessimi risultati delle politiche. Infatti, le turbolenze interne ai Dem pugliesi, scoppiate all’indomani delle elezioni di marzo, a distanza di quasi due mesi non hanno prodotto alcun smottamento ai vertici, tanto che il segretario Lacarra non pare affatto turbato né dai risultati negativi ottenuti dal suo partito (in Puglia è al di sotto della media nazionale di circa 6 punti e quello pugliese è tra i risultati peggiori riportati dal Pd alle scorse politiche), né tantomeno dai fermenti che agitano l’area politica a cui apparentemente si richiama, ossia quella renziana, che sembra forse la più determinata nel Pd regionale a chiedere un cambio di vertice e di passo nel partito pugliese. Ma a tenere ancora “in sella” Lacarra, al vertice del Pd pugliese – secondo qualche bene informato sulle vicende interne al partito – pare che sia la corrente “Fronte democratico” di Emiliano, che in apparenza vorrebbe la sua destituzione, ma che in realtà lo ha finora lasciato al suo posto di segretario anche dopo il suo passaggio nell’aula Montecitorio. Un tatticismo che evidentemente fa comodo a chi in Puglia vuole tenere il Pd sparigliato, in modo da continuare ad averne l’effettivo controllo, senza che ciò appaia. Però, se a Roma nessuno nel partito si è finora posto questo “problema”, allora è probabile che in Puglia il Pd scientemente lo si vuole abbandonare al proprio destino. Almeno per ora.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 27 Aprile 2018