Da Majakovskij a Curtis
Toccata dalle seduzioni potenti e cupe di certa letteratura russo-sovietica, Licia Lanera ha dedicato a quella pagine un trittico, ‘Guarda come nevica’, che sonda narrativa, teatro e poesia. Iniziato nel 2018, attraversando prima Bulgakov e poi Cechov, il percorso ha avuto recentemente termine con ‘I sentimenti del maiale’, un omaggio (anche) a Majakovskij. Lo spettacolo è andato in scena al Kismet nell’ultimo fine settimana. Essenziale l’allestimento: Finito di nevicare, il palcoscenico, un cui angolo è occupato da un divano, si presenta coperto da una coltre bianca. Come spesso capita dopo ogni nevicata, ecco il gelo. Ma il gelo, qui, non è una colonnina di mercurio che sprofonda sotto lo zero, bensì la sensazione d’impotenza e solitudine infusa dalla percezione definitiva e irrimediabile della crudeltà della natura, dell’indifferenza del caso, della forza devastante della Storia ; la desolante sensazione viene acuita dalla presenza – macabra ed irreale assieme – nell’angolo opposto del palcoscenico d’un maiale pronto per la macellazione, appeso per un gancio a testa in giù. Chiusi in casa, due amici attori, Licia (Lanera) e Danilo (Giuva), ragionano – senza recitare – di maiali intesi come animali ingiustamente disprezzati e, fra le righe, elevati a rappresentazione di vite mercificate. Poi, ancora in un non-recitato che si muove tra il greve, l’amaro e lo spazientito, la conversazione slitta verso il teatro, la funzione del teatrante e il senso della vita. Quest’ultimo interrogativo – che, particolarmente molesto a creativi e gente di spettacolo, ha dato vita all’icona dell’artista maledetto – apre un riflessione a proposito del gesto disperato col quale molti poeti e musicisti hanno messo prematuramente fine alla propria esistenza. A capofila di una schiera folta di cui potrebbero far parte anche Luigi Tenco, Kurt Cobain, Antonia Pozzi o Virginia Woolf, Licia Lanera pone prima Vladimir Majakovskij, poi Jan Curtis. E proprio all’indimenticato leader dei Joy Division, si volge la seconda, più vigorosa parte dello spettacolo. Messa da parte l’accidia, Licia (Lanera) evolve in front-woman di un terzetto basso-chitarra-batteria a vocazione post-punk, prestando per bocca di Majakovskij voce rabbiosa a una generazione (non solo di artisti) ’derubata’. Mettendosi molto a nudo tra onestà ed egocentrismo, Licia Lanera mette fine a questa ambiziosa, tripartita e sofferta riflessione sul tempo che scorre senza rimedio e sull’implacabilità della Storia. Hanno collaborato Cristian Allegrini (luci), Francesco Curci (fonica), Riccardo Mastrapasqua (scene), Silvia Giancane (aiuto scenografia), Angela Tomasicchio (costumi), Annalisa Calice e Caterina Filograno (assistenza alla regia). Regia di Licia Lanera.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Febbraio 2022