Da non credere: quasi 20 anni per un giardinetto in via Tridente
Era ora, non pare quasi vero: il giardino che a Carrassi i residenti aspettavano da quasi diciott’anni potrebbe essere cosa fatta, dopo essere slittato non si sa più quante volte, tra i toni euforici di amministratori e tecnici miopi o fannulloni. Ma andiamo con ordine per capire cos’è praticamente accaduto negli uffici comunali per costruire un piccolo polmone verde su un suolo privato in via Tridente, margine estremo del rione Carrassi, a Bari. E partiamo da circa un paio di anni or sono, quando su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Galasso, la giunta comunale approva il progetto definitivo, ai fini della sospirata dichiarazione di pubblica utilità. Un atto propedeutico all’esproprio, per la realizzazione del giardinetto pubblico nell’area posta, appunto, tra viale Einaudi e via Tridente. Tanto che nei comunicati diffusi da Palazzo di Città a inizio di agosto 2015 si leggeva che: “….i lavori di sistemazione a verde attrezzato, dell’importo complessivo di 870mila euro, riguardano la costruzione della recinzione dell’area, lo spietramento, dissodamento meccanico e lavorazione del terreno, la realizzazione dell’impianto di irrigazione, la messa a dimora di alberi, arbusti e piante fiorite e di un tappeto erboso con macroterma, l’allestimento di un’area da gioco per i più piccoli, la posa in opera della pavimentazione e degli arredi urbani, la costruzione del percorso pedonale, dei marciapiedi e della pista ciclabile, la realizzazione del nuovo impianto pubblica illuminazione”. Insomma, tutto così bello per sindaco, assessori e dirigenti civici, che quel giardino di via Tridente è rimasto bloccato per altri ventiquattro mesi e passa da quella calda estate 2015, col progetto che rimbalzava da un funzionario e dirigente all’altro negli uffici del Municipio. Eppure la delibera approvata l’8 agosto sempre di due anni fa in giunta, autorizzava le procedure di esproprio che dovevano consentire finalmente all’amministrazione di avviare materialmente l’iter per la realizzazione della nuova area a verde, a Carrassi. E dunque, detto ancor più semplicemente, l’ultimo passaggio in giunta definiva –almeno sulla carta – la <<Pubblica utilità>> di un fazzoletto di terra che era di proprietà privata (famiglia Mastromarino) e che aveva costretto l’ente a tergiversare parecchio, dopo la richiesta di esproprio ammontante a circa 350mila euro. E per definire la pratica, diventata piuttosto complicata, negli uffici tecnici del Comune ci hanno messo un mucchio di tempo anche perché, come confermato dal servizio tecnico di via Giulio Petroni, il progetto definitivo era pronto da gennaio 2014, quando il suo estensore lo aveva trasferito al Responsabile unico (RUP) nominato dall’ingegnere dirigente dell’Ufficio tecnico Comunale, che lo prese in carico in ritardo. Ma arriviamo ai giorni nostri, per riannodare le fila della storia del ‘tribolato’ giardino nato come idea dell’ex presidente circoscrizionale Leonardo Scorza, a metà del 1999. Poi rimasto dormiente sino al 2004, quando fu aumentata l’estensione rispetto al progetto originario. Però nel 2009, a fine consigliaura, alcuni consiglieri Comunali premono l’allora sindaco Emiliano, fino a costringerlo a non approvare il Bilancio se l’opera non fosse stata trasformata in ‘project financing’, con la partecipazione di privati. Ma Scorza non ci sta e riunisce subito un’assemblea pubblica alla Scuola Media “Michelangelo”, giusto per far conoscere ‘coram populo’ la proposta progettuale del ‘project’, presenti gli allora consiglieri e assessori comunali Marco Lacarra, Giovanni Giannini e Antonio Decaro, col risultato che il progetto viene affossato poiché, tra le altre cose, i progettisti non conoscevano a fondo la natura geologica del suolo dove doveva sorgere il giardino. Così il progetto per lo spazio verde di Via Tridente riprende fiato, ridiventando opera pubblica e dal 2011 riparte il giro ostacolato da un esproprio assolutamente legittimo, in cui addirittura comparvero avvocati imparentati con funzionari del comune addetti al procedimento, allungando a dismisura i tempi della pratica. Ora che pare tutto superato e l’opera dovrebbe essere terminata entro primavera dell’anno prossimo, tanto per capire come ha ripreso a muoversi la burocrazia comunale, bisogna anche sapere che la gara d’appalto per quel fazzoletto verde è stato espletata a febbraio. Ma per nominare direttore dei lavori e responsabile della sicurezza negli uffici dell’Edilizia Pubblica ci son voluti nove mesi…
Francesco De Martino
Pubblicato il 13 Dicembre 2017