Cronaca

Da rivedere il fermo-pesca dei ricci di mare

Rimangono senza altre fonti di reddito almeno circa duecento pescatori subacquei

Suscita ancora polemiche il fermo pesca dei ricci di mare che bloccherà per ben tre anni l’attività, lasciando senza lavoro e senza reddito circa duecento pescatori subacquei. Provvedimento ‘salva ambiente’ che, però, non tiene conto della necessaria salvaguardia degli operatori del settore, mentre vanno intensificati i controlli per la pesca abusiva e indiscriminata, con regole finalmente certe per una produzione e vendita di polpa di riccio che stronchi, una volta per tutte la vendita e pesca abusiva. E’ quanto ha denunciato Coldiretti/Puglia, chiedendo ancora una volta all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia l’attivazione di un tavolo di confronto che porti alla riapertura della pesca di ricci di mare ai pescatori subacquei professionisti, regolarmente dotati di licenza, consentendo la pesca anche in un periodo più ridotto dell’anno, diminuendo il numero di esemplari prelevabili ai fini commerciali per salvaguardare così il periodo riproduttivo che va da gennaio ad aprile per andare incontro alle esigenze turistiche e lasciando a disposizione un ampio periodo di tempo di assoluto riposo durante il quale garantire ai ricci di mare di vivere e riprodursi. Nei mesi di pesca deve essere attivata una piattaforma telematica con comunicazione giornaliera delle vendite di ricci di mare, con indicazione dei dati dei destinatari del prodotto, agevolando i controlli da parte delle autorità preposte ai fini del monitoraggio vendite di Ricci, creando così una sorta di “percorso del riccio di mare” che potrebbe diventare anche un marchio di qualità per il consumatore, mentre nei mesi di fermo pesca è stato proposto di diversificare l’attività dei pescatori subacquei alla luce delle sempre maggiori restrizioni all’attività di pesca, utilizzandoli per la manutenzione ed il ripristino dei fondali marini tramite il recupero di reti e altro materiale adagiato sul fondo. Al contempo andrebbero intensificati i controlli per la pesca abusiva ed indiscriminata, indicando – insiste Coldiretti – regole più certe riguardo la produzione e la vendita di polpa di riccio, la cui produzione danneggia per tutto l’arco dell’anno la popolazione di ricci di mare (provenienza della materia prima), realizzando una piattaforma di denuncia pesca illegale dove chiunque può segnalare alle autorità tutte le attività di pesca illegale. Occorrerebbe, infine, instaurare finalmente un tavolo tecnico tra pescatori subacquei professionali, associazioni di categoria, WWF, ed Università per portare avanti il monitoraggio, oltre a studi e ricerche sull’andamento della riproduzione del riccio di mare.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 12 Maggio 2023

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