La nuova sede della Regione Puglia che riunirà in un luogo comune in via Gentile, tutti – o quasi – gli assessorati, non dovrebbe arrivare prima della fine dell’estate prossima, visto che i lavori iniziati ormai oltre tre anni fa, sono in dirittura d’arrivo. Ma adesso, con perfetto tempismo da cronometrista mancato, l’amministrazione regionale fa i conti coi posti disponibili per accogliere dietro alle scrivanie dirigenti, funzionari, impiegati ed amministratori accorgendosi che mancano almeno quattrocento posti destinati ai ‘regionali’ sparpagliati negli uffici di Bari e delle altre cinque province. E così parlando per una attimo di spese, mentre si sta allungando il conto per dotare la prossima sede di armadi, suppellettili e mobili (andranno via quasi 3 milioni di euro) in bilancio la stessa Regione impegna da anni –salvo conguaglio Istat- una spesa per canoni d’affitto spropositata per servizi e uffici ubicati all’interno di immobili perlopiù di proprietà privata che dovrebbero essere stati già chiusi col cartello . Palazzi e palazzoni locati all’Ente pubblico senza le certificazioni previste dalle leggi, spesso accatastati come civili abitazioni o, ancora peggio, senza le prescritte certificazioni al momento del passaggio di consegna tra ente pubblico conduttore e società privata locatrice, come sarebbe accaduto per la vecchia sede di Japigia. Con locali e uffici occupati irregolarmente che, quindi, dovrebbero essere stati dichiarati inagibili da anni. Con situazioni al limite del paradossale per sanare le quali l’ex capoarea Organizzazione della Regione Puglia, professor Pasquale Chieco, fu costretto a fare buon viso versando al Servizio Sicurezza (Spesal) circa novemila euro a titolo di contravvenzione, naturalmente a carico del bilancio regionale, per non chiudere uffici e servizi. Ma se questo caso del palazzone con le sedi regionali all’angolo della Facoltà di Veterinaria è passato quasi inosservato, anche della storica sede del Consiglio Regionale di Onofrio Introna (che trova il tempo di elucubrare sui posti mancanti in via Gentile) all’Estramurale Giuseppe Capruzzi, resiste a intemperie e irregolarità che farebbero tremare le gambe ai travet più esperti e navigati. Un immobile, quello del Consiglio Regionale della Puglia, che presenta un altro lunghissimo elenco di irregolarità formali dal punto di vista della sicurezza sul lavoro, ma anche del semplice accatastamento. Tanto che lo stesso datore di lavoro –corrispondente alla Giunta Regionale- s’è lavato le mani, dichiarando i problemi di sicurezza e agibilità della sede di via Capruzzi di esclusiva pertinenza del Consiglio, praticamente riconosciuto come ente autonomo. Col risultato pratico che impiegati e funzionari del Consiglio Regionale saranno i primi a far fagotto e trasferirsi di corsa nella nuova sede di via Gentile, a Japigia. Problemi simili ed anzi forse ancora più gravi nell’altro plesso storico dell’assessorato alla Salute e della Ragioneria sempre a Japigia, in via Caduti di Tutte le Guerre dove addirittura non si nemmeno bene quanto siano gli impiegati regionali a lavorarci, visto che da un po’ ai vecchi si sono aggiunti un altro numero imprecisato di colleghi al servizio dell’agenzia regionale della Sanità. Anche da queste parti si aspetta con impazienza e unica panacea il trasferimento, visto che nel 2009, subito dopo il pagamento della multa allo Spesal, si fecero sparire gli uffici praticamente da Terzo Mondo della caccia e Pesca (questo giornale all’epoca dedicò servizi in prima pagina con tanto di foto e denunce del sindacato Ugl ) posti al piano terra. La cosa pazzesca è che adesso, al posto di quegli uffici ubicati sempre al piano terra di via Caduti di Tutte le Guerre, l’amministrazione c’ha messo un numero imprecisato di dipendenti appartenenti all’Agenzia Regionale alla Sanità (Ares) mentre la società IM.CO Spa (facente capo alla famiglia Matarrese) incassa un canone annuo ai Matarrese di quasi 80 mila euro. Una cifra “modesta”, se non fosse che “…la decisione di affiancare il Consiglio regionale agli assessorati è stata ritenuta ottimale anche perché in grado di riunire in un unico sito l’ apparato amministrativo regionale con indubbi vantaggi sia per i dipendenti, sia per i fruitori esterni che troveranno risposte ai loro bisogni in un circoscritto ambito urbano”. Speriamo solo si ricordino tutti di completare l’iter coi certificati di agibilità per uso ufficio…
Francesco De martino
Pubblicato il 7 Maggio 2013