Cronaca

Dagli aerei sostanze nocive per i cittadini della Prima Circoscrizione

Tempo fa l’Arpa Puglia il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Università degli studi di Bari e Lecce  riscontrarono, in uno studio congiunto, dati confortanti sul livello di inquinamento ambientale a Bari. Secondo lo studio, le stazioni di monitoraggio avevano rilevato una tendenziale riduzione della media annua di concentrazione di Pm10 (polveri sottili) e NO2 (biossido di azoto). Il miglioramento ,secondo questi enti, presumibilmente era frutto sia della metanizzazione degli impianti di riscaldamento domestici, sia delle norme europee sulla formulazione dei carburanti e emissioni da autoveicoli, anche se i dati non erano ancora sufficienti per abbassare sensibilmente le bronco pneumopatie croniche a Bari, che restavano sopra la media regionale con un 7,1 di ricoveri ogni 10mila abitanti. Il rilevamento di cui sopra, come noto, attualmente è affidato a centraline dislocate in alcune zone di Bari in prossimità di semafori e grandi incroci..Questi studio  sull’inquinamento della  città di Bari secondo Carlo Cirasola (Movimento Schittulli), che si fa ancora una volta portavoce  di alcuni cittadini di Palese e degli altri quartieri della prima circoscrizione , è monco di un dato importante, un dato che nemmeno il recente studio di Lega Ambiente a Bari ha rilevato e cioè la rilevazione dell’inquinamento causato dagli aeromobili sul territorio di Palese-Macchie in particolare. Una stima per difetto secondo alcune analisi, dice Cirasola,  paragona l’inquinamento chimico-fisico di ogni aereo che decolla a quello di 500 auto non catalizzate. Per l’aeroporto di Malpensa, ad esempio, il valore dell’inquinamento  equivale a circa 300.000 auto al giorno, quello di Linate a 150.000 auto. A quante auto equivale questo valore per l’Aeroporto di Palese? Qualcuno azzarda un valore prossimo a decine di migliaia di auto, con un trend che tende ad aumentare mese per mese. Infatti in questi ultimi anni, i viaggi low cost hanno fatto lievitare drasticamente il traffico aereo su questo aeroporto e di conseguenza l’inquinamento ad esso legato.Il traffico aereo, continua l’esponente politico, è sicuramente fonte di emissioni di gas inquinanti in costante aumento eppure se ne parla poco. Così come poco si sa dell’inquinamento delle coltivazioni di alberi di ulivo e mandorlo e di verdure ed ortaggi prodotte nella zona aeroportuale, che finiscono nei piatti dei consumatori. E dei valori elevati delle emissioni elettromagnetiche dei numerosi radar aeroportuali ? E della zonizzazione acustica aeroportuale, prevista dalla legge e  mai realizzata dalla società aeroporti di Puglia ? E delle tante prescrizioni del Ministero dell’Ambiente disposte contestualmente alle autorizzazioni per i vari ampliamenti aeroportuali avvenute  nel tempo? E la VIA la VAS ? L’esponente politico si riserva di denunziare in maniera più dettagliata tali problematiche.Ma allora, conclude Cirasola, chi dovrebbe preoccuparsi di controllare e misurare i valori di polveri sottili, biossido di azoto e di altre sostanze nocive emesse nell’ambiente nell’area aeroportuale?Sarebbe il caso di ricordare all’amministrazione comunale di Bari, ma anche all’Arpa Puglia, alla società Aeroporti di Puglia  ed alla Regione Puglia socio unico di quest’ultima società che il diritto alla salute è di tutti i cittadini, ivi compresi quelli di Palese e Santo Spirito a cui non può essere negata la conoscenza della qualità dell’aria che respirano e dei cibi che consumano.

 

Gaetano Macina


Pubblicato il 4 Aprile 2013

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