Dagli Appennini al Salento, la grande greenway
Dagli Appennini alle Ande si va per nave (è il caso del giovanissimo Marco, protagonista del celebre racconto contenuto in ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis). E dagli Appennini al Salento? Presto si potrà andare in bicicletta. La grande ciclovia del Mezzogiorno, quella che partendo da Caposele nell’avellinese consentirà di raggiungere Santa Maria di Leuca pedalando sui camminamenti del canale principale dell’Acquedotto Pugliese, si farà. Il relativo protocollo d’intesa è stato finalmente firmato. E c’è di più. Il progetto rientra nell’Itinerario Ciclabile Nazionale n° 11, la gigantesca greenway che dal Parco Nazionale delle Foreste Casentine a cavallo tra Toscana ed Emilia scende verso il tacco d’Italia. Le opportunità che vengono offerte alle piccole comunità locali si commentano da sole. Ma come funzionerebbe una ciclovia di queste dimensioni? Per farsene un’idea andiamo a vedere cosa la Federazione Italiana Amici della Bicicletta ripropone al di là delle Alpi anche quest’anno : Dal 6 al 13 agosto chi lo voglia può andare in bicicletta lungo le piste che lambiscono i corsi d’acqua di tre Stati : Germania, Francia e Lussemburgo. Si parte in bus con carrello portabici da Treviso e da Milano e si raggiunge Treviri. Dopo sei giorni, cui corrispondono altrettante tappe giornaliere di cui la più breve è di 30 km e la più lunga tocca i 70, il viaggio termina a Strasburgo. Il viaggio prevede pernottamenti in alberghi a tre o quattro stelle e trattamento di mezza pensione. Pedalate a parte, l’esperienza non si discosta molto da quella di un viaggio organizzato (visite guidate, accompagnatori, assicurazione…). Il tutto, viaggio in bus incluso, a 690 euro pro capite. La difficoltà tecnica annunciata è ‘media’. Fondo : asfalto tranne un breve tratto sterrato a Mettlach… Questo al di là delle Alpi. Come andrebbero le cose in Italia, almeno nel tratto Caposele-Leuca? La distanza, ben superiore (500 km contro 300), suggerirebbe almeno dieci tappe. Ma, al contrario che sul percorso Treviri-Strasburgo, qui ci sono di mezzo gli Appennini, con pendenze da agonisti. Le possibilità allora sono due : tappe più brevi, cioè fra i trenta e i quaranta km, oppure raccordi in bus fra tappe non sostenibili per chi non è un professionista del pedale (il cicloturismo è pratica alla quale si accostano anche gli anziani). Allo stato attuale delle cose si può immaginare una pedalata di due settimane al prezzo di un migliaio di euro. Ad avvantaggiarsene saranno i piccoli centri tagliati fuori dai grandi tour malgrado la presenza di risorse di grande richiamo. In altre parole, una greenway che omaggia il turismo lento e sostenibile, in alternativa all’idea di un turismo di massa, omologato, frenetico e persino nemico dell’ambiente.
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Luglio 2016