Cronaca

Dai vertici pugliesi: “Cassano nuovamente in Forza Italia? Un secco No, grazie!”

 

Si esce quando si vuole dal partito di Silvio Berlusconi ma, se necessario per farsi rieleggere, si può anche rientrare. Però, questa volta in Puglia a tentare di bloccare la porta girevole di Forza Italia pare che siano tutti i massimi esponenti locali del partito che, quando hanno appreso del possibile ritorno del senatore Massimo Cassano nella formazione Azzurra, hanno all’unisono alzato la voce per bloccare tale rientro, probabilmente poco gradito alla base pugliese di Forza Italia ed ancor più, forse, ai vertici. Infatti, come è noto, Cassano a novembre del 2013, dopo l’elezione a senatore nel listino pugliese del Pdl per Palazzo Madama, avvenuta a febbraio dello stesso anno, ha abbandonato la formazione politica berlusconiana, che nel frattempo aveva tolto il sostegno all’ex governo di solidarietà nazionale guidato da Enrico Letta (Pd)  riesumando all’opposizione l’originario vessillo forzista, per aderire al gruppo di Ncd (Nuovo centrodestra), la formazione politica nata dalla scissione del Pdl berlusconiano e guidata da Angelino Alfano che era rimasta invece in maggioranza con il Pd, a supporto dell’ex governo Letta bis. Successivamente, nel febbraio del 2014, con la sostituzione di Letta a Palazzo Chigi e l’arrivo di Matteo Renzi alla guida dell’esecutivo a trazione Pd, Cassano sotto la bandiera alfaniana è addirittura entrato nel governo con il ruolo di sottosegretario al Lavoro. Incarico, quest’ultimo, conservato anche lo scorso Dicembre con il nuovo governo Gentiloni, di cui il senatore Cassano fa parte tuttora. Da non dimenticare, inoltre, che il sottosegretario pugliese al Lavoro qui è anche il coordinatore regionale del partito di Alfano e che per tale formazione politica si è quindi speso a tutti i livelli in Puglia, sia nella competizione regionale del 2015 che in tutte le amministrative svoltesi dal 2014 fino ad oggi. Infatti, molti dei suoi adepti si sono piazzati, da subito o successivamente, al fianco di sindaci espressione del centrosinistra, ricalcando la stessa filosofia politica seguita dai vertici nazionali e locali di Ncd, che poi ha assunto la nuova denominazione di Ap, ossia “Area popolare”. Sta di fatto, però, che la scorsa settima il senatore Cassano aveva prima reso noto, attraverso l’edizione locale di un noto quotidiano nazionale, una sua possibile ed imminente uscita dal governo Gentiloni ed il rientro nel partito di Berlusconi con il ruolo, in Puglia, di coordinatore vicario al fianco del responsabile regionale Luigi Vitali. Notizia, questa, poi categoricamente smentita dallo stesso Cassano in meno di 24 ore dall’uscita in edicola del giornale che l’aveva resa pubblica. Però, evidentemente, questa vicenda di possibile “ri-transumanza” politica non si è conclusa con la smentita del senatore Cassano della scora settimana, ma una trattativa a livello romano tra lo stesso sottosegretario al Lavoro del governo Gentiloni  ed i vertici romani di Forza Italia potrebbe essere tuttora in corso. Infatti, con una recente nota a firma di quattro su cinque dei consiglieri regionali pugliesi di Fi, vale a dire Nino Marmo, Giandiego Gatta, Francesca Franzoso e Domenico Damascelli (per la cronaca, manca quella del capogruppo Andrea Caroppo), c’è una ferma presa di posizione contro l’eventuale accoglimento del senatore Cassano al vertice del partito in Puglia. Infatti, si legge nel menzionato comunicato: “In gergo giornalistico, quando qualcuno si precipita a smentire una notizia, si dice che la confermi”, perché – fanno presente i quattro esponenti forzisti – “subito dopo aver smentito l’intenzione di entrare in Forza Italia, il senatore Massimo Cassano riuniva i suoi uomini, alcuni dei quali continuavano a sostenere Emiliano alle primarie del Pd, per convincerli a passare insieme a lui. Non solo: proseguiva, con alcuni vertici romani del nostro partito, nelle trattative per questo trasferimento”. Però, sostengono i frondisti al rientro di Cassano, “Forza Italia in Puglia non ha bisogno di nuovi viceconsoli, ma di azione, riconoscibilità e credibilità”, aggiungendo: “Il messaggio è per tutti e non solo per i vertici del nostro partito”. Infatti, spiegano i firmatari della nota: “Non abbiamo bisogno di innesti inopportuni e…opportunistici, immaginando che tali movimenti portino l’automatico trasferimento di voti. Perché, se ciò accadesse, sicuramente ne perderemmo altrettanti!”. Quindi, si dichiarano nettamente contrari “ad operazioni oscure e squalificanti”, evidenziando pure che “un partito è di chi vi milita, di chi lo fa vivere, lo alimenta mantenendo sedi  e svolgendo attività e rendendolo credibile con la propria persona”. Ma c’è di più. I quattro citati esponenti regionali avvertono anche che, se in Puglia si verificasse ciò che in queste ore si ventila nel partito a livello romano, si assisterebbe “alla sostituzione di un gruppo dirigente con un altro, ben sapendo che i voti del senatore –che non corrispondono certamente ai numeri che vengono sbandierati nelle stanze delle trattative romane- Forza Italia se li può prendere, uno per uno, continuando a percorrere un cammino politico chiaro, coerente e lineare”. E ciò in virtù del “buon lavoro che –  sottolineano Marmo, Gatta, Franzoso e Damascelli – stiamo facendo in consiglio regionale dove, invece, il consigliere di riferimento di Cassano (ndr – Stea) è appiattito sulle posizioni del presidente Emiliano e i suoi uomini sono gratificati anche da posizioni di sotto governo”. Quindi, a loro avviso, “non c’è proprio bisogno di vecchi ritorni che, peraltro, servirebbero solo al suo tornaconto politico e non certo a Forza Italia”.

Ma la dura nota dei quattro esponenti regionali forzisti contro chi, da Roma evidentemente, propende all’azionamento della porta girevole per Cassano, va anche oltre quando si afferma: “È noto, e ci meravigliamo che ciò non sia compreso appieno, che l’attrattiva di un sottosegretario è determinata solo dalla calamita del potere che attrae consenso. Senza quella calamita, vale il movimento di opinione che il centrodestra può creare”. Pertanto, ribadiscono i quattro: “L’unica politica territoriale, di cui Forza Italia può essere portatrice, si può ottenere da un lato con la costruzione di un’alternativa contro l’azione del governo a guida Pd che ha danneggiato l’Italia (e di cui il nostro Cassano continua sfacciatamente e pervicacemente ancora a far parte); e dall’altro, proponendo contenuti contro il vuotismo a cinque stelle”. Infatti, concludono significativamente i forzisti pugliesi “anti Cassano” ricordando un noto detto locale che evidentemente, secondo loro, andrebbe riferito al sottosegretario in vena di rientro: “Dove hai fatto l’estate, puoi farti pure l’inverno”. Come dire a Cassano, “di andare a farsi eleggere alle prossime politiche nello stesso schieramento a favore del quale ha finora votato in Senato e di cui fa parte in veste di componente della compagine governativa”. Dello stesso avviso del gruppo regionale forzista anche il coordinatore pugliese di Fi, Vitali, ed i parlamentari locali di Fi Francesco Paolo Sisto, Michele Boccardi, Antonio Azzolini ed Elvira Savino, che con altra nota hanno condiviso pienamente “L’esigenza di garantire la credibilità di Forza Italia, privilegiando la coerenza” che ciascuno di loro ha mostrato anche nei tempi più difficili del partito in Puglia. E ciò – si evidenzia nella nota – “costituisce un comune sentire che ci accomuna a quanto sostenuto dai consiglieri regionali del nostro partito”. Infatti, conclude la nota del responsabile regionale e dei quattro citati parlamentari pugliesi del partito di Berlusconi, circa l’ipotetico rientro del senatore Cassano, affermando che costui sarebbe “una presenza impopolare che, peraltro, determinerebbe un precedente fortissimamente diseducativo per tutti”. Più chiari e solari di così, su questa vicenda, i vertici forzisti pugliesi non potevano essere. Quindi, la porta girevole di Forza Italia in Puglia per il sottosegretario Cassano al momento risulta evidentemente e platealmente bloccata.

 

  Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Maggio 2017

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