Dal Big bang alla fuga
Una delle ragioni per le quali il jazz stenta a raggiungere il grosso pubblico è la difficoltà che incontrano i compositori a spiegarne la genesi. A Kekko Fornarelli va riconosciuto il merito di saper esplicitare ogni segno del suo spartito. La scheda di accompagnamento della sua ultima e recentissima incisione, il gradevole ‘Outrush’ (scheda colpevolmente non inserita nella confezione del disco) è in tal senso illuminante poiché facilita la fruizione del disco rendendola più ‘consapevole’. Apprendere per esempio che l’iniziale, inafferrabile ‘The big bang theory’ è espressione di un prepotente risveglio interiore, consente di cogliere nella limpida geometria della composizione quella nota serena e un poco contemplativa che sempre si accompagna al ritrovato equilibrio dopo il caos catartico. E se l’elegiaco ‘Drawing Motion’ racconta lo scorrere del paesaggio sedendo accanto al finestrino di un treno, ecco spiegati rallentamenti, ripartenze e altri cambi di ritmo. Il colore sottilmente dolente del successivo ‘Wepping souls’ trova giustificazione nella solitudine dell’anima rimasta orba della propria gemella (il riferimento è al mito della metà della mela di cui Platone parla nel Simposio). L’appassionato dialogo contrabbasso-pianoforte che anima ‘Reasons’ rappresenta un colloquio d’amore (ma la batteria sembra un intruso). Il carattere interlocutorio del bellissimo ‘What kept you so late?’ è riflesso del richiamo a Beckett (Perché sei venuto così tardi? rimprovera Estragone a Vladimiro). A seguire, ‘Like a Driftwood’, brano di sapore intimistico che si sviluppa come un racconto per immagini : Un tronco d’albero trasportato verso la segheria dalla corrente del fiume trova sollievo al pensiero del destino che l’attende nell’osservazione della bellezza della natura colta da un’angolatura del tutto inattesa. Il seguente, tenero ‘Don’t hide’, pensato per la voce delicatissima di Roberto Cherillo, che firma anche il testo, è l’unico brano a esplicitarsi : Non nascondere la tua bellissima anima, rinasci e lasciati vivere… Infine il brano che dà titolo all’album. L’inquietudine qui palesata trae origine dal rifiuto di un mondo guasto che si può solo fuggire ; e difatti “tutto il pezzo è una fuga”. Globalmente ‘Outrush’ svela una notevole vis evocativa. Si pensi ad un affresco sonoro di cinquantotto minuti passati ad inventariare ansie, memorie, speranze. Il patrimonio interiore di un uomo giovane, sensibile ed attento, raffinato e colto, messo qui in mostra somiglia ad uno specchio : Chiunque vi si può ritrovare. Con Kikko Fornarelli (piano e tastiere) suonano Giorgio Vendola (double bass) e Dario Congedo (batteria). A parte il primo brano (composto insieme a Luca Alemanno e Dario Congedo), tutte le composizioni sono di Kekko Fornarelli. ‘Outrush’ verrà presentato questa sera in concerto al Teatro Forma.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Marzo 2014