Dal Ferrhotel all’ex scuola Azzarita, dove per ora iniziano i lavori. C’è chi protesta
Problemi in tema di accoglienza a Bari dopo che, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Marco Lacarra, la giunta municipale l’altro giorno ha approvato il progetto esecutivo dei lavori per la ristrutturazione e rifunzionalizzazione della ex scuola media Azzarita, al quartiere San Paolo, nell’ambito del PON Sicurezza per lo sviluppo obiettivo Convergenza 2007-2013 – Progetto Ferrhotel, per un importo complessivo di € 2.100.000.
“Attraverso questa delibera – ha spiegato ieri Lacarra – approviamo un atto doveroso nei confronti di circa cento extracomunitari che potranno trovare ospitalità nell’immobile ristrutturato. Peraltro, in questo modo, chiudiamo un percorso di civiltà e integrazione che abbiamo cominciato all’inizio di questo mandato, e allo stesso tempo diamo vita alla riqualificazione di un bene pubblico””. Nell’ex edificio scolastico potrebbero, dunque, trovare accoglienza una quarantina di profughi somali richiedenti asilo, che da oltre quattro anni, col sostegno della Rete Antirazzista e dell’Associazione Comunità Somala, hanno deciso di occupare i locali dell’ex Ferrhotel abbandonato da anni, vicino alla stazione centrale di Bari. Ancora emergenza accoglienza nel capoluogo pugliese, dunque, dopo che dal 2009 uomini e donne provenienti dalla Somalia, tutti molto giovani e senza casa e fuggiti dalla guerra fratricida somala, sono costretti a vivere per strada in Città, dormendo sulle panchine dei giardini tra piazza Umberto e piazza Moro, sempre nei pressi della stazione ferroviaria. Una situazione che ha lasciato per troppo tempo indifferenti i servizi sociali del Comune, allertati già ad agosto causa mancanza di ricoveri anche per i senza tetto italiani, con la chiusura dei locali gestiti dalle suore di Madre Teresa di Calcutta, su Via Capruzzi. “La decisione di occupare l’ex Ferrhotel è stata la conseguenza del fatto che in città non c’è alcuna struttura disponibile ad accoglierli e le autorità competenti sono inadempienti nei confronti dei profughi richiedenti asilo”, ripetono le associazioni aderenti alla rete Antirazzista e all’Associazione Comunità Somala. I cittadini somali, infatti, sono giunti sul territorio italiano nel corso dell’estate 2009 ed avevano fatto immediata richiesta di asilo politico; nei giorni successivi sono partiti per la Svezia per stabilirvisi, ma il governo svedese, richiamandosi al trattato di Dublino, ha rispedito i profughi in Italia, in quanto il trattato prevede che fino al riconoscimento dello ‘status’ di rifugiato politico la permanenza sul suolo europeo deve avvenire nel paese dove è stata fatta richiesta di asilo. E quindi a Bari, ragion per cui, tornati nella città dove avevano richiesto asilo, i somali non hanno trovato alcuna sistemazione abitativa e dopo circa un mese di vita per strada, e di esasperazione, hanno contattato l’Associazione Comunità Somala e la Rete Antirazzista di Bari. Di qua la decisione di occupare il Ferrhotel, la struttura chiusa tempo fa dall’amministrazione comunale che aveva deciso di trasferire i senza tetto e di aprire i battenti in una villa verso Carbonara, gestita dal Caps. Ma senza riuscire a risolvere l’emergenza per le condizioni disumane in cui sono ancora costretti a vivere, dopo due mesi di pellegrinaggio estenuante in Europa, dopo quello affrontato nel viaggio dalla Somalia. Eppure non tutti sono d’accordo nel trovare la strada giusta al rione San Paolo, per accogliere i rifugiati somali. “Le parole dell’assessore Lacarra sono quelle di chi non vive la dura realtà del quartiere S. Paolo”, tuona il consigliere della II^ circoscrizione S.Paolo – Stanic – Piero Foggetti – che al contrario, denuncia lo squallore e il degrado in cui versa oggi l’intero quartiere e per il quale invece di provvedere con un vero processo di riqualificazione della zona cosiddetta “di periferia” si pensa a scaricare sul quartiere ulteriori problemi derivanti, appunto, dallo stato di attuale degrado della zona alla quale si andrebbero ad aggiungere le problematiche degli extra comunitari. Certo, bisogna evidenziare che la comunità del quartiere non è contraria all’integrazione sociale, “…ma il caro assessore che tanto si fregia di un provvedimento che andrebbe a completare la campagna elettorale di una sinistra che si è rivelata sterile, vuota e fallimentare avrebbe dovuto implementare al fianco di quella delibera una robusta azione di controllo e continuo monitoraggio della zona!” Conclusione? Foggetti ha chiesto all’Amministrazione uscente la revoca del provvedimento approvato se non sarà opportunamente coadiuvato da una pesenza continua di forze dell’ordine, preannunciando una raccolta di firme con obiettivo di revoca del provvedimento in materia di gestione delle immigrazioni nella nostra città. Una gestione per il consigliere circoscrizionale fallimentare….
Francesco De Martino
Pubblicato il 27 Marzo 2014