Dal fiume all’affluente
Di Puglia non si dovrebbe parlare al di là dei suoi confini amministrativi, che vedono questa regione occupare una superficie di 19 540,9 km². E invece...
Lo storico toponimo Apulia deriva dal nome dei suoi antichi abitatori, gli Apuli, indicazione generica del popolo sotto cui si raccoglievano Dauni, Peuceti e Messapi (stirpi nate dall’ibridazione di genti illiriche con tribù autoctone). Tralasciando una seconda ed errata etimologia per cui Apulia deriverebbe da Apluvia, ossia ‘terra senza piogge’, di Puglia non si dovrebbe parlare al di là dei suoi confini amministrativi, che vedono questa regione occupare una superficie di 19 540,9 km² a fronte di uno sviluppo costiero di 865 km. E invece, appena messo piede in provincia di Campobasso, ecco San Giugliano di Puglia, un micro centro abitato che non arriva a mille abitanti. In Campania, nel territorio di Benevento, nei pressi di Telese Terme si leva monte Pugliano, in cima al quale sono visibili i resti di un villaggio sannitico. Si ipotizza che gli ultimi abitati di quella comunità sopravvissuta sino al medioevo, una volta abbandonato l’antico borgo, si sarebbero insediati a distanza di pochi chilometri dando vita a Puglianello, un altro piccolissimo comune (1276 residenti). Pugliano, poi, è anche una frazione del comune di Montecopiolo (1031 abitanti), nel riminese. A Gagliotole, frazione di Collazzone (PG) esiste il Santuario della Madonna del (sic) Puglia, altrimenti noto come Madonna della Pugliola… Il torrente Puglia (vedi immagine), che si fregia pure di un affluente – il Pugliola – nasce alle pendici del Monte Pelato nel comune di Giano dell’Umbria, attraversa Gualdo Cattaneo e dopo una trentina di chilometri sfocia nel Tevere all’altezza di Collepeppe. Pugliola è anche il nome di una frazione di Lérici, comune della provincia di La Spezia. Per una strana ‘simmetria’ la storia della marina italiana annovera le navi Puglia e Pugliola. La Torpediniera Puglia, varata nel 1898, svolse il suo servizio in Adriatico, dove al termine della Grande Guerra fu utilizzata come deterrente negli inquieti porti dalmati; si trovò anche al centro degli incidenti di Spalato che nel 1920 culminarono nella morte del comandante Tommaso Gulli, grande amico di Gabriele D’Annunzio. Riclassificata come posamine nel 1921, due anni dopo la nave venne radiata senza però essere smantellata. Venne infatti donata al Vate il quale era intervenuto perché a “tanto cimelio” venisse risparmiata “l’onta della demolizione”. Per omaggiare l’amico scomparso eroicamente nei disordini di Spalato, D’Annunzio inserì la prua della nave – rivolta simbolicamente verso l’Adriatico – e gran parte delle sovrastrutture (castello, ponte, artiglierie) nel parco del Vittoriale degli Italiani. Il Pugliola invece fu un piroscafo italiano che negli anni della seconda guerra mondiale venne requisito dalla Regia Marina e trasformato in incrociatore ausiliario. Il suo relitto giace nelle acque di S. Caterina di Nardò a una dozzina di miglia dalla costa. La nave andò a fondo il 12 agosto 1943 in circostanze rimaste oscure; se non fu silurata, incappò certamente in un campo minato.
Italo Interesse
Pubblicato il 8 Giugno 2023