Cronaca

Dal parco al Castello a piazza Umberto, i ‘report’ della Consulta dell’ambiente

Non passano inosservati i più importanti progetti riguardanti l’assetto urbanistico e viario in città, che passano tutti sotto la lente della Consulta comunale per l’ambiente. Che anche quest’anno ha spedito al Comune la sua relazione sull’attività svolta a Bari nel corso del 2022, così come previsto dal regolamento della stessa Consulta che l’anno passato ha realizzato dieci incontri incontrando anche gruppi e cittadini per riavviare la discussione dei programmi di intervento su natura, territorio e patrimonio ambientale cittadino. Ben sapendo, però, che la collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente e ai Lavori Pubblici non va al di là di ‘funzioni consultive, propositive, di studio ed osservazione’. Insomma, la Consulta presieduta dalla professoressa Antonella Calderazzi esprime pareri preventivi e predispone relazioni su progetti, iniziative, programmi e problemi di carattere ambientale trattate dall’amministrazione comunale. Va da sé che si tratta di pareri non vincolanti per l’Amministrazione Comunale, tuttavia delle relazioni predisposte su richiesta dell’Assessore deve essere data menzione negli atti deliberativi comunali ai quali si riferiscono, per oggetto e materia, riportandone il contenuto. Approfondendo il documento diffuso nei giorni scorsi, la Consulta nell’anno 2022 ha effettuato i primi incontri già a gennaio, invitata dall’Ordine degli Architetti di Bari alla presentazione dell’Assessore ai Lavori Pubblici Galasso del progetto “Parco del Castello”, da realizzare nell’area portuale per un parco, appunto, collegato al fossato del castello Svevo e al giardino del Genio Marittimo. Si tratterebbe di ”ricucire” la città vecchia col porto di Bari. Ma la Consulta ha studiato anche il piano urbanistico “Costa Sud” e di riqualificazione di Piazza Umberto, non senza esprimere successivamente un parere sulla necessità di incrementare le zone servite dal ritiro “porta a porta” dei rifiuti urbani. Ma è stato sull’ambizioso piano di recupero della piazza-simbolo della nostra città che l’organo consultivo dell’ambiente, pur essendo favorevole ai lavori di restauro, ha dato alcune indicazioni. Quali? Innanzitutto conservare e ripristinare il patrimonio floristico andato perduto (19% del patrimonio verde pari a 115 elementi) evitando l’inserimento di essenze diverse dalle originarie anche in caso di sostituzione di quelle malate e/o mancanti. <<L’autenticità di un giardino storico concerne sia il disegno delle sue parti che la scelta degli elementi vegetali>>, si legge nei ‘report degli ambientalisti baresi e, pertanto per il giardino più importante della nostra Città sarebbe quanto mai necessario ‘conservare forme ed essenze delle siepi’, magari reintegrando quelle mancanti e procedendo al rifacimento d’illuminazione e irrigazione. <<Poiché il giardino di Piazza Umberto è un bene prezioso, un’importante tappa culturale e irripetibile per la città, si ravvede la necessità di proteggerlo con un impianto intensificato di videosorveglianza e con una presenza continua di forze dell’Ordine per la sicurezza dei cittadini e dei turisti che transitano all’interno del giardino, meta spesso di spacciatori e vandali>>, insisteva già l’anno scorso la consulta. Sperando che il giardino non sia più utilizzato per mercatini e che non vengano più installate piste di pattinaggio su ghiaccio e ruote panoramiche in prossimità dell’Ateneo. Infine da citare anche le osservazioni 2022 su riqualificazione delle aree tra Pane e Pomodoro e Torre Quetta, viabilità a Corso Trieste e Via Giovanni Di Cagno Abbrescia, progetto quest’ultimo esposto da progettisti e  dirigente comunale ai Lavori Pubblici.

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Febbraio 2023

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Un Commento

  1. Scusate e sullo scempio del cosiddetto parco della giustizia all’interno delle casermette che stanno perpetrando Demanio e Comune di Bari, la Consulta non ha niente da dire? Forse mi sarò distratto e chiedo scusa di nuovo, ma allora anche il giornalista che ha scritto l’articolo sulla loro attività, non ha speso un rigo. E allora, signori della Consulta dell’Ambiente del Comune di Bari, se ci siete battete trecento colpi almeno. E cioè quanti sono gli alberi che vogliono in gran parte abbattere, per fare un palagiustizia che si può fare benissimo in tanti altri posti, a Bari e dintorni.

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