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D’Alema invita Emiliano a non fare la “mano armata” di Renzi contro Mdp

Potrebbe essere la formazione politica di Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza, ovvero il neo partito di “Articolo 1 –Mdp”, a far saltare il “banco” pugliese degli accordi sotterranei per le prossime politiche, tra il presidente della Regione, Michele Emiliano, ed il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi. Infatti, dopo le critiche di lunedì scorso con cui D’Alema aveva accusato il governatore Emiliano di trascurare la Puglia, perché più “impegnato a negoziare liste civiche con Renzi, a concordare governi con Berlusconi e referendum con Maroni” che ad occuparsi di risolvere i problemi dei pugliesi, l’ex premier è ritornato sull’argomento per avvertire nuovamente Emiliano, senza mezzi termini, che gli esponenti regionali di Mdp non resteranno indifferenti qualora il presidente della Regione Puglia, nonché leader della corrente di “Fronte democratico”, interna al Pd, dovesse occuparsi più delle vicende del proprio partito che di quelle della Regione. Un avvertimento, quello di D’Alema, che era giunto lunedì pomeriggio, dopo che il capogruppo di Mdp nel Consiglio regionale pugliese, Ernesto Abaterusso, con un duro comunicato aveva tra l’altro tuonato: “Emiliano rischia di perdere la maggioranza”. Ma il vero problema per il partito di D’Alema è verosimilmente più di natura politica, per gli accordi che Emiliano sta tentando di mettere in atto con il segretario del Pd, Renzi, per le elezioni di Camera e Senato del prossimo anno, che di natura amministrativa, per il poco impegno che il presidente pugliese dedica al governo della Regione. Infatti, martedì mattina D’Alema, da Trepuzzi (Le), ritornando sull’argomento è stato ancora più esplicito con il presidente Emiliano: “Glielo abbiamo già detto in passato di non distrarsi con liste civetta e continueremo a dirglielo con fiducia”. Per cui, ha concluso sarcasticamente D’Alema, “Emiliano é intelligente e capirà che lo stiamo dicendo con amicizia”. Un’amicizia che probabilmente non potrebbe durare ancora per molto se Emiliano, come ha pure affermato D’Alema nel suo discorso critico verso il governatore pugliese, “diventasse puro strumento nelle mani di Renzi per operazioni elettoralistiche”, che costringerebbero gli esponenti di Mdp a trarre le conseguenze. E, quindi, a ritirare l’appoggio ad Emiliano in consiglio regionale. Insomma, l’ex premier è stato chiaro con il leader dem di “Fronte democratico”, Emiliano per l’appunto, che da luglio del 2015 governa la Puglia, ma che invece è più intento a pensare come costruirsi un futuro politico a livello romano all’interno del partito che ora è saldamente nelle mani del segretario Renzi. Infatti, la miccia che potrebbe fare implodere l’assetto attuale della maggioranza di centrosinistra che con Emiliano governa la Puglia è il prossimo appuntamento elettorale delle politiche, quando in campo ci sarà, al suo primo debutto, anche la neo sigla di “Articolo 1 –Mdp” , che in Puglia dovrebbe presentare come suo esponente di punta proprio l’ex premier D’Alema. E se l’innesco sono le elezioni politiche, l’esplosivo è sicuramente il progetto di Emiliano di voler costituire alle politiche una lista civica nazionale da affiancare al Pd, per aiutare Renzi a vincere le elezioni. Infatti, l’idea del governatore pugliese (condivisa a quanto sembra anche da Renzi) di presentare per Camera e Senato una lista civica satellite del Pd è quanto di più fastidioso si possa mettere in atto a danno delle formazioni politiche nazionali che nel panorama politico nazionale stanno a sinistra del Pd, come “Articolo 1-Mdp” e “Sinistra italiana”, che con la nuova legge elettorale in corso di approvazione rischierebbero di non essere più forze politiche determinanti a far vincere la coalizione capeggiata dal Pd nei collegi uninominali e, quindi, marginalizzate nei possibili accordi sulle suddivisione dei candidati da presentare. Di conseguenza anche l’elezione dei candidati nelle liste di queste forze politiche minori del centrosinistra diventerebbe, in base alla nuova legge, un’impresa più ardua, perché il meccanismo di ripartizione dei consensi è evidentemente penalizzante per i partiti che non prendono seggi nella quota maggioritaria. Per questo D’Alema e tutti gli altri esponenti di “Articolo 1-Mdp” sono particolarmente irritati dall’idea di Emiliano di presentare una lista civica che potrebbe sottrarre consensi anche alla loro neonata formazione politica, agevolando solo il Pd di Renzi che, in teoria, dovrebbe risultare dalle urna il maggior partito del centrosinistra. Quindi, Renzi si accollerebbe il rischio di rafforzare Emiliano nella compagine nazionale del Pd, in cambio però lo userebbe come “mano armata” per depotenziare alle prossime politiche tutte le formazioni a sinistra del partito di cui è segretario. Ma tale pericolo per Mdp non sfugge evidentemente a D’Alema che per questo ha già lanciato l’allarme in modo perentorio a colui che tale idea vuol mettere in atto, ossia Emiliano, avvisandolo per tempo delle conseguenze politiche nella sua regione, qualora dovesse proseguire nell’intento. Una mossa, quella di D’Alema, che ha sicuramente spiazzato Emiliano almeno sui tempi, tanto che lo stesso governatore pugliese, replicando a chi gli chiedeva di commentare le affermazioni dell’ex premier ora leader di Mdp, ha dichiarato: “Non voglio rispondere. Non ho alcuna intenzione di aizzare risposte e controrisposte. Non ho nulla da dire”. E ciò è verosimilmente la dimostrazione che D’Alema sta volta ha politicamente spiazzato il governatore pugliese nei tempi e nei pronostici, per cui ora Emiliano dovrà ponderare più attentamente il da farsi, se non vuol rischiare di trovarsi fuorigioco sia alla Regione che già governa, sia dalle prossime elezioni politiche.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 18 Ottobre 2017

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