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Dalla “Cittadella” di Pizzarotti al “Parco della Giustizia” le conseguenze sul Libertà non cambiano

A Bari dalla proposta progettuale “Cittadella” dell’impresa Pizzarotti di Parma al “Parco della Giustizia” sulla’area delle ex caserme Capozzi e Milano sono trascorsi più di tre lustri senza che il problema per l’esercizio delle attività giudiziarie in sedi adeguate alla funzione ed al fabbisogno di uffici ed aule di giustizia sia stato ancora risolto. E, soprattutto, senza che l’ipotesi risolutiva al momento in dirittura di partenza, ossia quella di un Parco della Giustizia al quartiere Carrassi, sia priva di dubbi, criticità e contraddizioni rispetto a quella (la Cittadella di Pizzarotti) che in precedenza aveva prima bloccato e poi fatto accantonare la soluzione ipotizzata sin dai primi anni Ottanta del secolo scorso (un secondo Palazzo di Giustizia al quartiere Libertà) e progettata qualche decennio dopo in via definitiva in corso della Carboneria. Soluzione, quest’ultima,  – come è noto – regolarmente pagata ai progettisti con una spesa per la cassa comunale di circa sei milioni di Euro, ma stranmente non presa più seriamente in considerazione, se non come alibi iniziale per stoppare la soluzione Cittadella della Giustizia di Pizzarotti. Ora, però, che il Ministero ha pubblicato il bando per la progettazione di un “Parco della Giustizia” e, quindi, sembrerebbe che gli uffici ministeriali romani di via Arenula siano stati convinti ad accogliere la proposta dell’Amministrazione Decaro per risolvere in via definitiva i problemi dell’edilizia giudiziaria barese, un docente di Urbanistica del locale Politecnico, il professor Carlo Rocco Ferrari, che a suo tempo è stato anche tra i collaboratori baresi dell’estensore dell’attuale Prg (Piano regolatore generale) del capoluogo, il compianto professor Ludovico Quaroni, con una sua recente nota ci ha ricordato in sintesi le contraddizioni di una vicenda paradossale, qual è  – per l’appunto – quella dell’edilizia giudiziaria a Bari, che nonostante anni di dibattito, confronti e scontri laceranti non solo sul piano politico, ma anche su quello sociale, se la soluzione finale sarà quella del “Parco” giudiziario di Carrassi, come sembrerebbe dall’iter intrapreso, le conseguenze socio-economiche, ma – stante a ciò che rileva il prof. Ferrari, anche urbanistiche saranno notevoli e forse pure pesanti per il tessuto della città di Bari. Infatti, esordisce Ferrari nella nota ricordando: “Ho partecipato attivamente con tutti voi al movimento che si è opposto al progetto della Città della Giustizia del Gruppo Pizzarotti, considerando soprattutto la situazione socio-economica del quartiere Libertà e le gravi conseguenze che si sarebbero verificate in relazione al suo svuotamento della importante funzione urbana”. Per poi rilevare: “Assistiamo ora allo spostamento della ‘Cittadella’ sul suolo di due caserme -aree destinate dal Prg vigente a verde e servizi- e non mi sembra di aver visto negli elaborati del nuovo Pug (ndr – Piano urbanistico generale) alcun controllo relativo alle quantità di verde e servizi richiesti dagli standard di legge”. “Distratti dalla grave situazione conseguente alla instabilità della sede di Via Nazariant, – prosegue il docente di Urbanistica del Politecnico di Bari – si festeggia l’inizio del (lungo) iter senza più preoccuparsi delle ipotesi di un piano organico per il ristoro del quartiere Libertà, del riuso dell’attuale sede o della destinazione del “rudere”, che – se abusivo – dovrebbe essere acquisito dal Comune e poi abbattuto o ristrutturato e riutilizzato per funzioni pubbliche”. “Quali?” Si chiede per inciso l’architetto Ferrari. All’ex collaboratore di Quaroni non sfugge neppure il fatto che “se l’allontanamento delle strutture fisiche della Giustizia era un problema quando contrastavamo il progetto Pizzarotti” anche in questa ipotesi di spostamento a Carrassi del polo giudiziario le conseguenze soci-economiche negative che si ripercuoteranno sul quartiere Libertà di Bari saranno identiche a quelle che si sarebbero verificate con l’ipotesi “Cittadella” di Pizzarotti al Tondo di Carbonara. Infatti, il prof. Ferrari a conclusione della sua breve nota fa presente: “ Una città è strutturata dai suoi elementi ‘emergenti’ per funzione”, quindi “non può affidare la sua futura struttura alla generica posizione delle residue aree militari interne al perimetro urbano”. Fin qui la nota di commento di Ferrari alla notizia della pubblicazione del bando per la progettazione del “Parco Della Giustizia” a Carrassi. Però, ciò che verosimilmente è sfuggito all’autorevole urbanista di origine calabrese del nostro Politecnico è che Bari è una città di classi dirigenti forse dalla memoria corta o probabilmente troppo levantine e per le quali la “coerenza” resta ancora qualcosa di troppo indefinito per essere applicata in maniera seria e concreata agli “affari” di comunità.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 24 Novembre 2020

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