Dalla parte dei cafoni vecchi e nuovi nel nome di Scotellaro
Al Teatrino di Quartiere di Bari, Enzo Granella ha messo in musica la parola del grande poeta-scrittore di Tricarico
E’ in corso al Teatrino di Quartiere di Bari, in via Garruba 176, la maratona teatrale Dicembre Rosso. Venerdì scorso era di scena Enzo Granella col suo ‘Racconti sconosciuti’, un singolare esperimento che trasferisce la prosa di Rocco Scotellaro in forma di canzone. L’innovativa proposta viene da uno degli esponenti più in vista di quel genere musicale che ripropone in termini autoriali i canti tradizionali del Mezzogiorno. Anziché rincorrere sulle labbra degli anziani di casa nostra le ultime eco di una cultura contadina andata perduta, Granella riprende il verbo di chi consacrò la propria – breve – vita a rivendicare i valori e i diritti dei cafoni lucani del secondo dopoguerra, ultimi epigoni di quella civiltà fiera e dignitosa che una tracotante classe terriera per secoli sfruttò e derise senza ritegno (malcostume esecrando che, uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra, non prima d’aver tinto di nero la pelle dei nuovi braccianti). Granella concentra l’attenzione sull’opera principale, ancorché incompleta, del grande poeta-scrittore di Tricarico: ‘Contadini del sud’, indagine sociologica condotta nel 1950. L’opera consiste nella raccolta delle testimonianze, molto differenti fra loro, di figure emblematiche di un mondo proletario composto da bufalari, coltivatori diretti, nullatenenti, emigranti, mezzadri, innestatori, piccoli affittuari… Scotellaro lascia intatto l’italiano ‘addomesticato’ degli intervistati e consegna ai posteri un patrimonio lessicale sulle cui potenzialità musicali Granella si fionda con grande intuito. Il risultato consiste in sei inattese ‘ballate’ per voce e chitarra che Enzo Granella esegue con modalità da artista di strada e che stupiscono per l’intelligenza con cui la scrittura musicale si adatta al verbo di Scotellaro, tutt’altro che pensato per lo spartito. Alla stregua dell’acqua che, adeguandosi al contenitore, quale che esso sia, assume sempre la forma perfetta, gli accordi di Granella assecondano il saliscendi sonoro della parola e sulla stessa si adagiano armoniosamente, senza forzature. Un gran bel risultato; e in avvenire l’effetto si annuncia più corposo, dal momento che Granella sta pensando di farsi accompagnare da un contrabbassista… La stessa formula si è rivelata fertile anche nel prosieguo dello spettacolo, la cui scaletta prevedeva le trasposizioni di ‘Comizio volante’ e ‘Novena per giugno’ (da ‘Tutte le poesie’), di ‘I fili di ragno (dalla raccolta di racconti ‘Uno si distrae al bivio’) e di ‘Il codice Carritelli’, dall’incompiuta autobiografia ‘L’uva puttanella’. Uno spettacolo meritatamente applaudito e che, ove ben promosso, potrebbe raccogliere consensi anche fuori del nostro Mezzogiorno. E di più camminerebbe questo progetto se avesse la ventura, che auspichiamo, di diventare un disco.
Italo Interesse
Pubblicato il 24 Dicembre 2024