Cronaca

Dalla povertà educativa alla sanità

Con una conferenza stampa, il Gruppo Pd alla Regione Puglia ha illustrato l’attività legislativa svolta nei primi 4 mesi e soprattutto le nuove iniziative. Tra tutte spicca, per importanza, spessore e attualità quella sulla cosiddetta ” Povertà educativa”, venuta alla ribalta specie in tempo di pandemia. L’ onorevole Titti De Simone ha tenuto a precisare che in questa ottica: ” Bisognerà spendere bene e con criterio i fondi che arriveranno”. Nel documento proposta si legge: ” La povertà educativa spesso va di pari passo con la povertà economica e si alimentano a vicenda”. Questo problema, riconosce il testo, è acuito dall’ emergenza Covid. Che fare?: ” Costruire una comunità che sia educante, costituita da tutti coloro che partecipano alla vita sociale”. Insomma quelle che don Giussani chiamava agenzie educative, oggi in forte appannamento. ” La politica deve affrontare il problema dell’ accessibilità dei servizi per i minori in termini di costi per le famiglie”. Il Pd invoca maggior attenzione al welfare, ai minori e al tempo libero, e certamente alla scuola, passando per settori fondamentali del vivere quali sport e cultura. Si dice: ” Rendere i ragazzi protagonisti della scena culturale cittadina mediante percorsi di affido culturale e gratuità di accessi a teatro, cinema ed altro”. Si riconosce insomma che l’educazione è: ” Il grande motore dello sviluppo personale”. Altre proposte in tema di agenzie di viaggi rendendo facoltativo e non più obbligatorio il corso di formazione per accesso alla direzione di agenzia a coloro che abbiano il titolo di laurea in Scienze economiche per ambiente e cultura ed equipollenti. Altre proposte in favore delle persone con patologie psichiatriche (aumentate con la pandemia), ed una sullo screening neonatale per la SMA con la raccolta di una sola goccia di sangue nelle prime ore di vita del bambino per anticipare precocemente la diagnosi ed intervenire subito. Infine Fabiano Amati ha illustrato la sua proposta di legge in tema di edilizia modificando l’ art 6 della Legge Regionale 30 Luglio 2009 numero 14. Caracciolo nel corso della conferenza stampa ha informato di una nuova proposta con la quale si chiede che i medici alla fine della loro formazione possano lavorare pet tre anni nella sanità regionale.

Bruno Volpe

 


Pubblicato il 3 Marzo 2021

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