Dalla prossima settimana uffici postali ancora più sporchi
Sono scesi anche ieri in piazza a protestare i dipendenti delle ditte di pulizia negli uffici postali di Bari e provincia. Uffici postali che da dopodomani potrebbero essere ancora più sporchi e inagibili, causa, appunto, la riduzione d’una giornata di lavoro per gli addetti alle pulizie decisa ‘tout court’ da Poste Italiane. E così ieri mattina lavoratori e lavoratrici addetti al servizio di pulizia negli edifici di Poste Italiane sono tornati davanti ai maggiori centri di smistamento di un’azienda che, a partire da sabato, ha deliberato di cancellare il servizio di pulizie per l’intero fine settimana. Una vera e propria stangata per i salari di lavoratori costretti a fare ancora di più i conti con la crisi. Mauro Solfrizzi, segretario della Confsal-fesica sindacati autonomi anche ieri era per strada a manifestare per mettere a nudo l’unica verita’ ; e cioè “…la logica scellerata del risparmio a tutti i costi, a scapito di duecentocinquanta famiglie con lavoratori che si vedranno una decurtazione salariale del trenta per cento. Ma la cosa piu’ grave e’ che con questa scelta si mette a rischio la salute dei dipendenti postali in quanto bisogna pure dire che se il sabato quelli delle pulizie non lavoreranno, i dipendenti postali sì, usando servizi igienici che verranno lavati al lunedi”. Conclusione? “In che condizioni saranno i servizi igienici degli uffici, alle sei del mattino, quando riprenderanno a lavorare i dipendenti delle pulizie, tenendo conto che i postali non solo lavorano il sabato mattina fino alle 14:45 usando i servizi igienici senza che nessuno li abbia lavati e disinfettati, ma anche la domenica sera si riprenderà a lavorare con i servizi sporchi, mettendo in serio pericolo la salute di tutti”. L’azienda che gestisce le poste italiane viola la legge, dunque, in quanto le norme a tutela della sicurezza e tutela dei lavoratori prevedono che salute e igiene debbano andare di pari passo. Invece per l’organigramma degli uffici postali ci sono uffici denominati ‘up1’, che in teoria sarebbero uffici che hanno meno affluenza di pubblico, e di conseguenza avrebbero meno bisogno di pulizia, rispetto ad altri frequentati solo dai dipendenti postali che ci lavorano. “Un obbrobrio giuridico” per Solfrizzi, anche se i dirigenti PI di Bari spiegano che i contratti inerenti alle pulizie sono centralizzati e cioè si stipulano alla Direzione Generale di Poste Italiane, a Roma. Una giustificazione che potrebbe non bloccare le denunce all’Ispettorato del Lavoro e all’Ufficio Igiene dell’Asl di sindacati impegnati in prima linea nella vertenza al fianco degli addetti alle pulizie. “Da ieri abbiamo proclamato lo sciopero ad oltranza –incalza il segretario Confsal/Fesica- per la stabilita’ e salvaguardia del nostro posto di lavoro”. Una vertenza, dunque, che si preannuncia ancora più dura nei prossimi giorni, quella di lavoratori che vede coinvolti oltre duecento famiglie baresi che vedono ancora repentaglio sicurezza economica e dignità. Ma le Poste, almeno per il momento, non hanno previsto nella nuova contrattazione l’opera lavorativa di pulizia dei suoi uffici al venerdì e al sabato, deliberando così di fatto una drastica riduzione del servizio del 30%. Magari l’anticamera, come temono in molti che ieri mattina manifestavano in via Amendola e alla Zona Industriale, di licenziamenti o ulteriore riduzione degli orari di lavoro, mentre i sindacati hanno preso contatto con la Prefettura per informarli della vertenza in atto.
Francesco De Martino
Pubblicato il 3 Marzo 2011