Dalla Regione Puglia lo ‘stop’ definitivo all’inceneritore
Ma già sei mesi fa gli enti comunali di Bari e Modugno avevano assunto provvedimenti negativi
Buone nuove per i cittadini di Modugno e dintorni, non lontano dalla cintura industriale del capoluogo, spaventati dall’idea della costruzione d’un impianto di ossicombustione nel proprio territorio. Un’idea, ma soprattutto un progetto che sembra allontanarsi per sempre dopo gli ultimi atti e provvedimenti adottati alla Regione Puglia. Ma andiamo per ordine. Quella dell’impianto ‘NewO’, come oramai tutti sanno, è una vicenda amministrativa e politica contorta, che sembra finalmente vedere finalmente un epilogo positivo per i cittadini residenti di Modugno e dell’intera area barese. Con determinazione dirigenziale del 4 settembre, infatti, la Regione Puglia ha preso atto dell’istruttoria ricevuta da Puglia-Sviluppo e dunque ha escluso la proposta della società privata ‘Newo’, dichiarandone “l’inammissibilità del programma di investimento”. La storia: nel 2016 la ‘Newo’ ha presentato istanza per la realizzazione d’un impianto di recupero dei rifiuti provenienti dal ciclo di lavorazione dei rifiuti urbani mediante tecnologia di Ossicombustione, richiedendo agevolazioni per oltre 10 milioni di euro. Nel 2018 l’impresa ha fornito una documentazione (incompleta) sulla copertura dell’investimento, ottenendo una prima autorizzazione VIA/AIA, poi annullata dal Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia a seguito del ricorso presentato da diversi enti. L’anno scorso, invece, tocca a “Puglia-Sviluppo” annunciare il tanto atteso rigetto in assenza di autorizzazioni amministrative e quindi segue una serie interminabile di rimpalli in cui ‘Newo’ ha più volte diffidato l’Ente regionale dal rigettare l’istanza. Lo scorso giugno a Bruxelles viene depositata la petizione contro l’impianto: nel progetto manca la conformità a direttive e regolamenti europei, si sottolineava in particolare nei ricorsi. E allora, come poteva quel progetto godere di autorizzazioni? Rosa D’Amato, eurodeputata dei Verdi europei, non ha mai avuto dubbi, sempre stata in prima linea a denunciare i problemi di natura ambientale e a tutela della salute pubblica che avrebbe provocato quell’impianto: <<Viene finalmente premiato il lavoro d’un gruppo composto da associazioni, comitati e cittadini che ha avuto come portavoce Vito Antonacci. L’inceneritore non è autorizzato, non è finanziato da soldi pubblici. E, sia chiaro, non si dovrà fare>>, rimarca la D’Amato dalla posizione, appunto, di chi tutela salute e ambiente. Per lei finalmente la “vittoria per chi ha lottato contro un sistema di scatole cinesi che avrebbe penalizzato un territorio già altamente industrializzato. Una conferma che il lavoro di squadra è la migliore arma democratica dei cittadini”. In ogni caso i pareri tecnici negativi dei Comuni di Bari e Modugno alla realizzazione dell’impianto di ossicumbustione della NewO erano stati consegnati negli uffici regionali dai rispettivi sindaci Decaro e Bonasia, già la primavera scorsa. In particolare i due sindaci avevano chiesto e ottenuto il rinvio della conferenza di servizi, alla luce della documentazione trasmessa all’epoca da “NewO”, non ancora pubblicata.
Francesco De Martino
Pubblicato il 6 Settembre 2023