Cultura e Spettacoli

Dalla soluzione territoriale a quella finale

Ben noto è che il 20 gennaio di ottantuno anni fa a villa Marlier, una residenza in riva al lago Großer Wannsee, alla periferia a sud di Berlino, quindici personaggi di primo piano del regime nazionalsocialista si incontrarono per concordare la ‘soluzione finale’ a danno di milioni di ebrei. Meno noto è che in precedenza i nazisti avevano prospettato diversamente il ‘problema ebraico’ o Judenpolitik. Sembra che nel 1938 Hitler avesse respinto la proposta di Mussolini di fare della regione dei Falascia, in Etiopia, all’epoca colonia italiana, un territorio autonomo ebraico. Di sicuro, con lo scoppio della guerra e le prime conquiste tedesche in Europa, gli ebrei caduti in trappola cominciarono ad essere di volta in volta deportati in ‘riserve’ poste alla periferia del nuovo Reich. Presto però difficoltà numeriche e logistiche imposero altro tipo di soluzione ‘territoriale’. Verso la metà del 1940, perciò, con la sconfitta della Francia, a Berlino pensarono di trasferire tutti gli ebrei in Madagascar, già colonia francese e la cui amministrazione aveva aderito al regime collaborazionista del maresciallo Pétain. Come affermò in merito lo Judenreferat (‘Referente per gli ebrei’) Franz Rademacher, quei poveracci erano destinati a fare da  «ostaggi della Germania a garanzia della buona condotta dei loro compagni di razza americani». “In caso di azioni ostili degli ebrei statunitensi contro il Reich», sarebbero stati presi nei loro confronti i «necessari e adeguati provvedimenti punitivi». Tale premesse, unitamente al fatto che l’isola, pur enorme, offrisse scarsissime possibilità di sopravvivenza per milioni di ‘emigranti’, indicano che anche l’opzione Madagascar non ambiva a costruire una sorta di patria in cui accogliere gli ebrei d’Europa, bensì a sottoporli a insostenibili condizioni di vita, con conseguente abbassamento del tasso di natalità e progressivo annientamento fisico. Il previsto trasferimento via nave, però, presentava fin dall’inizio insormontabili difficoltà tecniche dovute al dominio dei mari da parte della Gran Bretagna, che in quel momento appariva ben lontana dall’arrendersi, e che nel 1942 avrebbe occupato l’isola. Nel gennaio 1941, allora, si cominciò a considerare l’idea di deportare tutti gli ebrei a est, in Unione Sovietica, che Hitler si apprestava ad invadere ; ancora una volta il disegno non mirava affatto a una futura patria semita. Ma la Wehrmacht non ottenne la preventivata vittoria lampo sull’Unione Sovietica. La sopravvenuta radicalizzazione della Judenpolitik portò così a escludere definitivamente ogni soluzione territoriale a beneficio di una soluzione ‘finale, come quella definita a Swansee, appunto. – Nell’immagine, divisione tra abili e inabili al lavoro degli ebrei appena giunti a Birkenau.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 20 Gennaio 2023

Articoli Correlati

Back to top button