Cronaca

Dall’Arif la battaglia per stabilire regole chiare nelle selezioni del personale

Hanno infine chiesto giustizia ai magistrati, i rappresentanti del “Comitato Lavoratori A.R.I.F.”, allo scopo di stabilire regole trasparenti nelle selezioni del personale, chiarendo una volta per tutte la natura giuridica delle assunzioni all’interno, appunto, dell’Agenzia con sede a Bari alla Zona Industriale. UN’agenzia, sarà bene ricordarlo subito, istituita con legge della Regione Puglia n. 3 del 25 febbraio 2010, quale ente strumentale dello stesso Ente con tanto di personalità giuridica di diritto pubblico. Si tratta, perciò, per i ricorrenti di scrivere finalmente la parola fine alle troppe assunzioni clientelari, quelle tramite agenzie interinali o a chiamata diretta che, negli anni, hanno appesantito la pianta organica dei forestali pugliesi, dopo che ai sensi della suddetta legge, gli operai stagionali agricoli e forestali, già assunti a tempo determinato alle dipendenze della Regione, venivano fatti transitare nei ruoli dell’agenzia con contratto a tempo indeterminato. Fatto sta, tanto per restare ai fatti, che di recente a un gruppo di dipendenti dell’Arif, che aveva superato una selezione pubblica a completamento delle procedure di inquadramento, è stata sottoposta la stipula di un contratto individuale di lavoro, secondo il Contratto Collettivo Nazionale ‘Regioni ed Autonomie Locali’. Un inquadramento che offre maggiori garanzie di stabilità e sicurezza sul rapporto di lavoro, tant’è vero che un folto numero di lavoratori Arif aveva inutilmente avanzato la stessa richiesta. Richiesta che, però, è rimasta lettera morta, lasciata cadere dall’amministrazione guidata da Michele Emiliano senza spiegazioni. E così i lavoratori, riuniti in comitato, hanno deciso di inoltrare domanda giudiziale al Tribunale del Lavoro, con i giudizi tuttora pendenti. Sarà dunque il Giudice a stabilire l’applicazione del CCNL “pubblico” che non solo estenderebbe “parità ed uniformità di trattamento” all’interno di una medesima categoria di lavoratori, come si legge nei ricorsi già depositati, ma consentirebbe all’Ente-datore di lavoro un bel risparmio. E allora, come mai la Regione bella, nuova e trasparente di Emiliano preferisce andare avanti in un contenzioso, piuttosto che evitare spese inutili. Ma, soprattutto, incrementare assunzioni di personale nell’Agenzia Irrigui e Forestali che finiscono puntualmente in esposti e denunce? <<La spesa del personale è quella che maggiormente incide sul bilancio dell’agenzia, soprattutto per le voci relative al salario accessorio, per il quale attualmente vi sono trattamenti diversi per tipologie contrattuali diverse, pur nell’ambito delle stesse mansioni, soprattutto legate alla contrattazione decentrata. Non vi è chi non veda – si legge ancora nella missiva inviata il mese scorso a commissario e rappresentanti della giunta – che una sana amministrazione dovrebbe preferire di avere al proprio interno uniformità contrattuale. Uniformità che consenta un unico livello di interazione sindacale come avviene appunto negli enti pubblici attraverso la sottoscrizione del C.I.D>>. In effetti il Contratto integrativo decentrato degli enti pubblici prevede la creazione d’un Fondo per il salario accessorio vincolato da regole precise, unificate a livello nazionale, che consentono all’ente di prevedere la spesa e mantenere la stabilità, senza rimanere soggetto a situazioni, come detto, motivo di contenzioso all’interno dello stessa agenzia. Eppoi ci sono centosettanta lavoratori che chiedono da anni l’applicazione del Contratto, solo a Bari. Contratto che, come emerge nel ricorso presentato al Giudice del Lavoro dal Comitato ‘Lavoratori A.R.I.F.’, anche il documento di ‘governance’ presentato all’atto dell’insediamento (“MAIA”) ha sancito come necessario. Puntando, almeno a parole, al rinnovamento delle Agenzie Regionali, un rinnovamento generale del Sistema delle Agenzie della Regione Puglia in cui dovrebbero essere rideterminati i nessi “….gerarchico-funzionali tra Aree di Direzione ed i relativi Servizi”. Insomma, come spiegato nei ricorsi presentati dall’avvocato Cristiano Stefanì a difesa di diversi dipendenti Arif, la situazione attuale ‘…penalizza i lavoratori che vengono ingiustamente discriminati e privati di un loro diritto fondamentale, quale è quello di scegliere il regime contrattuale a cui essere sottoposti, e merita tutta l’attenzione possibile anche da parte degli Organi di Controllo’. Ma finora dal Palazzo Regionale del Lungomare nessuno ha risposto, preferendo assumere personale in agenzie e società partecipate pugliesi senza basarsi su regole chiare, stabilite da leggi, pandette e regolamenti…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 6 Marzo 2018

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio