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Dalle stabilizzazioni lampo, fino alle consulenze a tempo…tutto e di più all’Arif

 

Trasparenza, sperperi e agenzie regionali in Puglia. Tutti i giorni Guglielmo Minervini, già sindaco di Molfetta e assessore della giunta regionale, dalla sua pagina ‘facebook’ regala semi di saggezza con i commenti sulle notizie del giorno. Riflessioni sempre sagge e condivisibili come il commento di qualche giorno fa “la corruzione in Italia la trave da rimuovere”. Minervini, autorevole rappresentante del Partito Dmocratico, in sostanza dice che il 90 per cento delle attività istituzionali ormai sono visibili sul web ed invita i cittadini a mettere il naso dappertutto, delibere, determine, gare, appalti. Qualche nostro lettore ci ha provato e, benché sia difficile per i comuni mortali comprendere il linguaggio della burocrazia, spesso sono state scoperte gare, incarichi e bandi discutibili, pubblicati spesso su questo giornale. “Ma non è successo niente, ognuno dei funzionari e dirigenti che hanno commesso anche irregolarità gravi sono rimasti al loro posto. Anzi, qualcuno è stato anche premiato, ha avuto incarichi di maggiore responsabilità ovviamente ben retribuiti”, rammenta un nostro attento e affezionato lettore. Che ricorda bene, appunto, una nostra denuncia risalente a Febbraio 2012, argomentata e documentata ma caduta nell’oblio. Sul sito dell’Agenzia Regionale Irrigui e Forestali spuntano un paio di determinazioni dirigenziali con cui vengono liquidati circa 40 mila euro per l’acquisto di arredi per la sede principale di Bari e  9mila euro per la sede di Lecce. La ditta fornitrice degli arredi è la NESIS srl di Santeramo, guarda caso azienda con amministratore, nonché socio al 50 per cento, il geometra Ottavio Vito Lischio, direttore tecnico facente funzioni della stessa agenzia regionale, l’altro 50 per cento delle quote societarie erano della signora Lischio. All’epoca dei fatti il direttore generale Giuseppe Maria Taurino ci fece sapere che lui non era a conoscenza del fatto che l’azienda era del signor Lischio: prima minacciò le solite denunce ma dopo qualche tempo confermò di aver risolto tutto. In effetti subito dopo gli articoli pubblicati dal Quotidiano di Bari il signor Lischio è uscito dall’azienda e successivamente la stessa azienda è stata messa in liquidazione. Ma niente paura, se eventualmente si dovessero rendere necessari altri acquisti c’è sempre l’azienda del figlio del signor Lischio, rivenditore delle stesse marche dell’azienda del papà. “Ciò che ci indigna maggiormente è il silenzio sull’accaduto, il signor Lischio continua a ricoprire incarichi di responsabilità ben retribuiti all’interno dell’Arif, nessuno ha chiesto spiegazioni  al direttore generale dell’agenzia, eppure quanto da voi denunciato era facilmente verificabile: bastavano le visure camerali. Stando a quanto prevede lo statuto costitutivo dell’agenzia sarebbero dovuti scattare una serie di adempimenti tra cui la segnalazione alla guardia di finanza”, riattacca il nostro lettore che preferisce restare anonimo. Eppure anche lui segue con attenzione la “Stipendiopoli” all’Arif dell’avvocato Giuseppe Maria Taurino. Sono tanti i consiglieri regionali che si sono scandalizzati e hanno fatto interrogazioni (ancora?) per le nuove assunzioni annunciate dal buon Taurino, assunzioni sempre tramite agenzie di lavoro interinale convinto evidentemente di poter in questo modo coprire le assunzioni di amici e parenti figli di funzionari e dirigenti preferibilmente salentini. Non sapendo o facendo finta di non sapere che anche i lavoratori in somministrazione vanno elencati nel libro unico del lavoro dell’Agenzia. Quante cose potrebbe dire questo documento più volte richiesto e mai esibito? E cosa dire degli incarichi ai professionisti, ovviamente quasi tutti leccesi o della provincia di Lecce, incarichi rinnovati di dieci mesi in dieci mesi per non superare il tetto di spesa che non permetterebbe più all’agenzia l’autonomia nel dare gli incarichi? E le carriere folgoranti? Le assunzioni a progetto che nel giro di sei mesi diventano ‘full time’, cioè a tempo indeterminato? Ed il gestionale per l’elaborazione delle paghe? Dove hanno triplicato il costo affidando l’incarico ad una azienda lucana che in territorio pugliese ha solo un front-office riservato alla cittadinanza di Cerignola. Insomma, è’ stata celebrata una gara per affidare la vigilanza sanitaria? e in seguito a quale gara è stato affidata la gestione delle fatture dell’acqua alla Parsec di Lecce? E quanto altro avremmo da raccontare sulle allegre sponsorizzazioni dell’avv. Taurino sagre, fiere, feste patronali con distribuzione di gadget, CD e cartoline. E così, mentre gli operai del Gargano lamentano di non poter lavorare perché non hanno l’attrezzatura e l’abbigliamento idoneo,  il comprensivo direttore generale mette a disposizione di un’impiegata proveniente da Trepuzzi,  paese d’origine dell’avvocato,  un auto aziendale con tanto di autista. Per concludere al governatore, ai signori consiglieri della regione Puglia e soprattutto ai signori pubblici inquirenti sarebbe il caso di domandare quando si chiuderanno i tanti filoni di indagine aperti dopo i vari sequestri della Guardia di Finanza (salvo pensare che quelle pile di carte, documenti e atti non passino a marcire da un armadio all’altro, senza risultati concreti…) sicchè nessuno potrà fingere di cadere dal pero…perché i cittadini contribuenti pugliesi attenti alla trasparenza inaugurata dall’assessore Minervini saranno anche loro là, a ricordarvi tutte le denunce fatte e ignorate…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 14 Marzo 2014

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