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Danni per i conduttori dei terreni agricoli a ridosso del vecchio aeroporto militare

Alcuni conduttori dei terreni agricoli a ridosso del vecchio aeroporto militare di Palese ieri mattina, quando alle prime luci dell’alba si sono recati nei loro campi per la raccolta giornaliera, che in questo periodo si compone essenzialmente di pomodori e verdure, si sono trovati di fronte all’amara sorpresa di vedere gran parte delle piantagioni devastaste e buona parte della produzione rubata. Non è la prima volta che, notte tempo, i titolari delle aziende agricole limitrofe alla vecchia area aeroportuale militare di Palese (nella zona compresa tra la SS 16 bis, il canalone del Tiflis, all’altezza del quartier San Paolo, ed il tratto di viale Europa in corrispondenza della Cittadella della Finanza) subiscono furti del prodotto ed ingenti danni alle piante orticole coltivate, per opera di ignoti. “In effetti – rilevano le vittime – i ladri ed artefici dei danneggiamenti non sono del tutto sconosciuti, sia perché tali episodi in questa zona si verificano da quando l’area del vecchio aeroporto viene utilizzata per ospitare profughi ed immigrati, sia perché in diverse occasioni i protagonisti di queste malversazioni sono stati visti e sono, poi, scappati.” Infatti, dall’entrata in funzione del Cara, la struttura voluta dal Ministero degli Interni per ospitare temporaneamente i clandestini che sbarcano sulle coste meridionali, e in particolare pugliesi, le denuncie di furti e danneggiamenti nelle campagne circostanti la zona militare che ospita gli extracomunitari, sono ormai all’ordine del giorno. Fatto sta che, nonostante le numerose segnalazioni alle Autorità competenti, il problema della sicurezza per queste aziende agricole non è mai stato affrontato e risolto, tanto che ora alcuni produttori stanno seriamente pensando di abbandonare la coltivazione di quei terreni nelle vicinanze del Cara, poiché né le Forze dell’Ordine, né il Comune di Bari hanno finora attivato idonee iniziative atte a tutelare la sicurezza e l’attività lavorativa di coloro che coltivano i campi adiacenti al vecchio aeroporto militare. “Infatti – dichiara uno dei produttori più volte danneggiato da furti e devastazioni sul proprio campo – per noi cittadini è praticamente impossibile prevenire o contrastare questo genere di reati, commessi in massa da parte di alcuni immigrati ospitati a spese dello Stato nel Cara, o nell’attigua area aeroportuale dismessa.” E poi aggiunge: “In tali condizioni non potremo operare ancora per molto tempo, poiché i danni per i mancati ricavi spesso ammontano ad alcune decine di migliaia di euro.” In alcuni casi, come quello verificatosi ieri notte, sono state compromesse le produzioni aziendali dell’intera stagione, con conseguenze negative sui modesti bilanci familiari non soltanto per il mancato guadagno, ma soprattutto per le perdite subite a causa delle notevoli spese sostenute per l’acquisto di  sementi o piantine, concimi e fitofarmaci, oltre che giornate di lavoro corrisposte ai dipendenti. E, alla fine, tutto questo non è poi coperto da alcun ricavo. “Inoltre – fa notare uno degli agricoltori danneggiati – trovare una compagnia di assicurazione disponibile a stipulare una polizza contro simili rischi è praticamente impossibile. Ed anche se la si trovasse, il costo assicurativo sarebbe proibitivo rispetto al controvalore dei prodotti da assicurare”. Infatti, in questi casi, secondo il pare di alcuni legali consultati dai danneggiati, l’unica possibilità concreta che le vittime avrebbero è quella di tentare una causa di risarcimento danni contro il ministero, e quindi contro lo Stato, che è responsabile per la mancata sorveglianza sui clandestini ospitati a sua cura e spese in strutture, per l’appunto, statali. Un contenzioso che, in ogni caso sarebbe comunque lungo e complicato da affrontare ogni qualvolta che si verificano le devastazioni dei campi coltivati da parte degli extracomunitari. “Tra l’altro – fanno notare gli agricoltori – il più delle volte i malfattori agiscono di notte e pertanto é difficile poter dimostrare le responsabilità degli immigrati ospitati dal Cara, che in quelle ore non dovrebbero, in teoria, poter uscire dalla struttura.” In definitiva, la mancata presenza di Forze dell’Ordine in via permanente, almeno nelle zone più esposte a subire danni  per la presenza di quegli extracomunitari non rispettosi della comunità che li ospita, sta letteralmente mettendo in ginocchio l’economia aziendale dei produttori che coltivano i terreni adiacenti alle strutture dove sono alloggiati questi stranieri. Come dire che la solidarietà dello Stato verso gli immigrati clandestini, per colpa di alcuni irresponsabili pur presenti fra questi, rischia di aggravare le già non facili condizioni produttive di taluni imprenditori agricoli locali che ancora resistono nel settore e che, però, hanno avuto la sfortuna di avere i terreni vicino al Cara  ed al vecchio aeroporto di Palese.     

Giuseppe Palella


Pubblicato il 30 Luglio 2012

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