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Dati davvero ben incoraggianti per l’export agroalimentare della Puglia

L' assessore regionale all'agricoltura, Donato Pentassuglia

Dati davvero ben incoraggianti per l’export agroalimentare della Puglia, quelli emersi a Berlino in Germania nel corso della recente Fruit Logistica, anche se riferiti al 2023 e bisogna comunque tener conto dei possibili futuri dazi trumpiani. I numeri dicono che nel 2023 la Puglia si è confermata ottima e performante nell’ export agroalimentare con 950 milioni di movimento e dodicimila operatori. Cifre di assoluto rispetto. Ne parliamo in questa intervista con l’assessore regionale all’agricoltura, dottor Donato Pentassuglia che in un certo senso è uno degli artefici di questo successo grazie a competenza e serietà di azione.

Assessore Pentassuglia, la Puglia a Berlino ha fatto registrare cifre di riguardo, anzi bisogna andarne molto fieri…

“I dati di Berlino dimostrano palesemente che il sistema dell’export agroalimentare regionale funziona ed anche bene, sono cifre di riguardo e dobbiamo continuare su questa strada abbinando alla quantità anche la qualità, come del resto stiamo facendo salvaguardando, proteggendo ed anzi incentivando l’intento salutistico delle produzioni. In questo, senza con ciò volermi nè elogiare o citare, sta funzionando la mia battaglia e per altro verso i successi ottenuti in sede giudiziale, sia al Tar che al Consiglio di Stato dimostrano che siamo sulla direzione corretta”.

Tutto rose e fiori?

“Questo no, abbiamo le nostre criticità, ma il fatto che i dati sorridano alla Puglia nonostante i problemi e penso alla siccità che ha colpito ed anche duramente alcune coltivazioni come la vite, l’ulivo e gli agrumi, pur non compromettendone la qualità, dimostra che il sistema risponde ed è solido. A tanto vanno aggiunti i costi sempre più elevati delle materie prime e soprattutto della energia che si tramuta in bollette di luce e gas salate e implica una spesa maggiore di gasolio agricolo”.

Che iniziative si prevedono all’ orizzonte?

“I numeri di Berlino ci dicono con chiarezza che stiamo lavorando bene e penso che la Germania è la nazione che importa maggiormente dalla Puglia con il ventisei per cento. Questo non è però un punto di arrivo, ma deve essere di partenza. La via giusta che dobbiamo percorrere tutti insieme si chiama innovazione, ricerca, sviluppo. Oggi non tutti gli imprenditori agricoli e mi riferisco a quelli più avanti negli anni, sanno utilizzare digitale e nuove tecnologie. Bisogna invece studiare e modernizzarsi, perchè a livello europeo non ci aspettano. E ritengo sia anche saggio, specie a livello di PMI fare rete con reale convinzione. Il tessuto agricolo pugliese, tolte alcune grandi imprese nel settore della pasta, veramente strutturate e presenti a livello internazionale, è composto in prevalenza di piccole e medie imprese. In più va ricordato come il turismo pugliese debba tanto all’ agricoltura. L’ enogastronomia infatti tira e questo spinge a venire da noi molti turisti. Presto avremo la nuova legge regionale sul turismo dell’olio che è da incentivare e annuncio anche penso entro marzo, la nuova proposta di legge su nove nuovi cultivar, cosa che accorcerà i tempi e aiuterà gli agricoltori in caso di situazioni meteo avverse. Le nuove cultivar riguarderanno olivo, ciliege e agrumi e il tutto confluirà nello scenario aperto da pia e minipia”.

Insomma, che stato vive l’export agroalimentare pugliese?

“Non ci possiamo lamentare affatto, i risultati sono brillanti”.

E i possibili dazi di Trump?

“Certo, se dovesse metterli sarebbe una complicazione, però io sono abituato a discutere quando il problema realmente esiste ed oggi ancora non li ha applicati”.

BV


Pubblicato il 13 Febbraio 2025

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