Cronaca

Davanti ai cancelli del ‘Di Venere’, un altro ospedale ‘ucciso’ da politici e burocrati

L’altra mattina c’erano i sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base (Usb) a protestare con i lavoratori davanti all’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari – Carbonara, finito da tempo agli ultimi posti nei valori standard dei servizi offerti, a riprova che il disegno degli amministratori regionali è quello di privare la Città di Bari di un altro fondamentale polo sanitario, trasferendo conoscenze e competenze altrove. Un vero disegno ‘omicida’, hanno ripetuto i vari Luca Pugliesi e Sabino De Razza, che, però, fa a pugni on il pullulare dei cantieri aperti all’interno del nosocomio alla periferia nord della Città, come se in effetti quel disegno di cui sopra fosse solo frutto di improvvisazione, incapacità o chissà che altro. Le richieste di sindacati e parti sociali sono sempre le stesse, quando si tratta di difendere il posto di lavoro, con i reparti senza posti letto e senza personale medico e paramedico. Le barelle al posto dei letti, ormai, sono posizionate nei corridoi, all’interno dell’Ospedale ‘Di Venere’, la situazione è così da anni e la Azienda Sanitaria Locale non s’interessa più di tanto. Anzi, prima la cancellazione dei reparti, poi la soppressione di trenta posti letto solo a Ostetricia, tanto per fare un esempio, e quindi il depotenziamento della sala parto per pensioni e trasferimenti. E dire che ho notizie che in altri ospedali vi sono decine di ostetriche e vi sono a stento cinquecento parti annui, oppure a Bitonto nell’ex ospedale ce ne sono quattro e parti non ce ne sono. Ma il direttore generale dell’azienda sanitaria locale barese, dottor Colasanto, è di Bitonto e le ostetriche stanno lì perchè messo da un partito di maggioranza, ma lui dice che non paga straordinari e non si può pretendere che ci siano reparti dove c’è chi fa il suo turno per oltre dodici ore consecutive. Sono scuse che mancano i soldi…ma se i cantieri infiniti al Di Venere che sono presenti da decenni non si contano piu’. Allora dov’è questa mancanza di fondi? Ora si dice che sono stati deliberati dodici milioni di euro per il programma ALPI NET per la gestione dell’attività libero-professionale intramoenia dei medici dell’ASL. Con questi soldi si potrebbe assumere tranquillamente, potenziare il servizio per i pazienti. I risparmi si fanno sul personale e l’Assessore, mi dicono, in pubblico se ne fa vanto, non parlando dei lavori inutili, degli sprechi, sugli stipendi e premi ai mega dirigenti. In fondo viene da pensare che è sempre la stessa storia: bisogna rendere conto ai capi che ti hanno messo lì con compiti precisi.. Gli indizi che i reparti stanno per essere ancora maggiormente penalizzati ci sono tutti, eppure si rifanno i reparti con costi spropositati e con sprechi, le imprese che lavorano sono sempre le stesse, poi chiudono la Dermatologia, la Chirurgia d’urgenza e mantengono all’osso il personale al pubblico dove si pagano i ticket. Questa è gestione di un’azienda come quella che comprende l’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari/Carbonara?

 

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 15 Febbraio 2014

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