Cultura e Spettacoli

De Beatis, segretario perfetto

Indagando a proposito del celebre Trittico del Giardino delle delizie di Hyronimus Bosh è emerso che la prima documentazione storica del dipinto risale al 1517, un anno dopo la morte del pittore fiammingo. Nel suo diario di viaggio Antonio de Beatis, un canonico di Molfetta, annota la presenza del ‘Giardino’ nel palazzo dei conti di Nassau a Bruxelles… Chi era questo religioso al quale a Molfetta è stata intitolata una strada? Se ne ignora la data della nascita come quella della morte. Si sa solo che in qualità di segretario del Cardinale Luigi D’Aragona ebbe ad accompagnare l’alto prelato in viaggio attraverso l’Europa centrosettentrionale e la Francia dal 9 maggio 1517 al 16 marzo 1518. Di quella ricchissima esperienza il De Beatis lasciò traccia in un diario che, pubblicato successivamente e dietro invito dello stesso cardinale, suscitò vasto interesse. Steso in un volgare influenzato dalla parlata pugliese, questo Diario offre un minuto quadro del suo tempo. Con scrupolo, mantenendosi distaccato, il canonico molfettese riferisce di incontri con personaggi famosi (Carlo V, Leonardo da Vinci…) ed offre preziose notizie di storia dell’arte (come quelle di cui in apertura). Lo zelo con cui de Beatis osserva gli usi e i costumi dei popoli visitati (dal modo di cucinare a quello di vestire, dalle bevande alla struttura delle abitazioni, dalla bellezza femminile allo stato delle lettere),  l’astenersi dal riportare leggende e notizie di carattere politico distinguono questo diario da ogni altro resoconto di viaggio. Incuriosisce poi il fatto che l’Autore parli di sé sempre in terza persona (“il segretario aveva una veste nera e bianca…”). Il proprio autoritratto disegna una figura molto fidata, premurosa e discreta, affatto invadente,  perciò sempre pronta a farsi da parte quando necessario. Uno stralcio di quelle pagine : “Gli acquisti fatti nel corso del viaggio da Monsignore e spediti un po’ da ogni parte, cominciavano già ad essere riuniti a Marsiglia… Ci volle tutto un galeone perché la spedizione comprendeva duecento cinquanta cani e cavalli sauri. Un altro invio sarebbe stato fatto da Lione per via terra: ventotto cavalli di ogni specie… Ci si equipaggiava per la cacce a venire negli Appennini, con Sua Santità. A Malines non si era tralasciato di ordinare un complesso di balestre di accurata lavorazione con tutta l’attrezzatura speciale per la caccia; queste cose dovevano arrivare in porto a Roma in seguito. Bei regali per il Santo Padre e per i membri della curia”… Di recente Francesco Saverio Russo ha pubblicato un romanzo (‘Un mistero chiamato Gioconda’) tra i cui personaggi trova posto anche Antonio de Beatis. Uno stralcio del Diario del religioso pugliese dà qui un contributo alla risoluzione di un vecchio e appassionante interrogativo : l’identità della Monna Lisa ritratta dal Da Vinci.

Italo Interesse


Pubblicato il 18 Marzo 2015

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