De gravis indignationis rebus (13) motivi di significativa indignazione
A nessuno deve essere preclusa la Scuola e, quindi, la Possibilità di Istruirsi, ma la Valutazione del grado di Istruzione, da ciascuno studente, a qualsiasi stagione della sua vita, Raggiunto o non raggiunto, Deve Rispondere a Criteri di Assoluta Obiettività. Nella Valutazione sono bandite forme di ributtante, beghina, codina compassione nei riguardi di chi ha mostrato e mostra, reiteratamente, di rifiutare l’Istruzione, la Cultura, per mirare, con atteggiamenti e comportamenti fedifraghi nei confronti di Esse, a titoli che ufficializzino Abilità, Competenze, in realtà, giammai, acquisite. C’è un condominio di sessantamila abitanti a nord di bari che accasa un noto pedagogista, secondo cui la scuola dell’obbligo dovrebbe essere, inderogabilmente, orientativa. Non rare volte, MI Sono Soffermato a Riflettere: “Se la scuola dell’obbligo deve orientare verso un Viatico, un Percorso di Studio o, perché no, di Lavoro, sarebbe, non Dico, Necessario, “sed”, quanto meno, Igienico, che in codesta scuola, dalla durata nell’italietta di ben otto anni, il Ventaglio o la Forbice degli Insegnamenti fosse il più Ampio e Rigoroso possibile. Senza distrazioni, senza “maternismi” o “papinismi” di sorta da parte dei dirigentucoli scolastici e degli insegnantucoli; senza atteggiamenti demagogici da conferenzieri della san vincenzo; senza i filantropismi razzistici di coloro che ritengono gli adolescenti e i preadolescenti, dalle masse provenienti (i figli di papà, se la scuola pubblica non ha in cantiere la Serietà delle Competenze e delle Abilità, Le Acquisiranno oltre o fuori la scuola grazie a “tutor” privati, orazianamente “plagosi”), non portati al Sapere, all’Istruzione, ma solo bisognevoli dell’elemosina di un diplomino. Ché essi possano aspirare all’ottenimento: di una licenza di commercio di frutta e verdura; o di un posto di custode di cessi pubblici o, se la famiglia di qualcuno di essi fosse in grado di agganciare qualche merasciallaccio faccendiere, di un ingaggio in qualche contingente militare in partenza per le tante inutili missioni di pace armata nei vari scenari di guerra del mondo. Ove tante e tragiche sono le possibilità di essere, irreversibilmente, feriti o di morire. Se codesta è la materia cambronniana che riempie i crani della maggior parte degli operatori nella scuola dell’obbligo, i giovincelli per otto anni più che Studiare dai corposi e costosi libri, che alludono alle Discipline Curricolari, per gran parte del tempo scolastico sono impegnati nella preparazione di cori, di zecchini d’oro, di squallidi spettacoli teatrali in occasione delle numerosissime festività religiose cattoliche, che con la scuola pubblica non dovrebbero avere niente da spartire, in quanto l’italietta, secondo la sua Costituzione e i Dettami di Essa, ognora, disattesi, dovrebbe essere una nazioncina laica. Pertanto, nasce il bambinello, muore, risorge: a iosa, cori, zecchini d’oro, sceneggiate, perfino, in teatro, e papini, mammine, nonnini, nonnine felici, soddisfatti a “battere man con elle”, illudendosi che i loro pargoli siano ugole talentose, attori, attrici da coltivare. E le “Instituziones” delle, Ripeto, Discipline Curricolari, quando. come Coltivate ? Sì da poter Forgiare un Obiettivo Giudizio, Capace di Orientare ciascun ragazzo verso l’Area di Studi o di Lavoro in cui, durante gli otto anni della scuola dell’obbligo, avrebbe Dimostrato di essere, proficuamente, Vocato ? In conclusione, alla fine di ogni ciclo dell’obbligo scolastico ciurme di analfabeti si iscrivono a casaccio nei vari indirizzi delle scuole superiori, molti dei quali, dopo qualche mese di frequenza di esse, si ritirano, andando ad ingrossare quella marea di putti e puttoni che non studiano e non lavorano, perché un Mestiere, Uno di quei Nobili Mestieri che, altrettanto, Nobilissimi Maestri Tramandavano con Amore, con Passione alle Nuove Generazioni, S’Impara, facendo la Gavetta da piccoli o piccolissimi (non inorridiscano i “radical – chic”) e non a 15, a 16 anni, quando la mente e il corpo si sono atrofizzati nella lercia accidia, approvata, se non favorita dalla famiglia e dalle altre agenzie educative, quali la sacrestia, ad esempio, oltre che dalla scuola. Risorse umane e finanziarie, quindi, delittuosamente, disperse, se si tiene conto delle Motivazioni, Utopiche, a Dire il Vero, per le quali fu Istituita la Scuola Media Unica: Dare a tutti una Base Culturale che Potesse Formare Cittadini, Informati della Sovranità, che la Costituzione Affidava al Popolo Italiano, che Tale non Fu mai; che un’Entità, politicamente, Etica non Fu mai, in quanto assemblato da individui che fecero e fanno, irresponsabilmente, numero; che, mai, Costituirono e Costituiscono una Volontà, responsabilmente, Decisa al Perseguimento del Bene Comune. Un lungo Prologo per Raccontare ciò che di scandaloso (per le anime pie di sinistra, diciamo, colorate di rosso solo quando analizzano i fatti e, secondo loro, i misfatti che avverrebbero nella scuola o quando giustificano la, quasi, generale lazzaronite dei giovani, non accorgendosi di allevare in certe zone, regioni dell’italietta i futuri “militi” della criminalità organizzata con il loro pietismo di stampo sessantottino) o ciò che, “contra”, di, altamente, Pedagogico è Avvenuto il 4 o il 5 luglio 2016 all’inaugurazione di un parco giochi nella Città di Peppino Di Vittorio e di Pinuccio Tatarella, cioè Cerignola (FG). C’erano tutti, quando si tratta di tagliare nastri: l’immancabile prete benedicente, qualche assessore, qualche graduato o “grecato” ufficiale dei carabinieri o della guardia di finanza o della polizia, ma, soprattutto, c’era il, linguisticamente, Pirotecnico Sindaco di Cerignola, Avv. Franco Metta, a capo di una lista civica di centrodestra. Destra, sinistra, però, non hanno niente a che fare con l’Uomo, come fra poco Spiegherò, Spero, esaurientemente, per non apparire un sordido qualunquista. A un certo punto dell’evento entra nel raggio di azione e di percezione del Sindaco un bambino che con aria da predestinato a interpretare, nell’avanzare della sua età premeva, il ruolo del “bullo”, con gioioso vanto gli comunica di essere stato bocciato. Nei comunicati stampa non è precisata la classe di frequenza del pargolo in questione. Qualche buontempone avrebbe commentato, commenterebbe l’atteggiamento da sbruffone del piccolo ”fermato” (il politicamente corretto impone la sostituzione ipocrita del participio passato di “bocciato” con il più caritatevole “fermato”, come se l’annacquamento nominalistico potesse, possa addolcire le responsabilità del pelandronetto per il suo fallimento scolastico, in quanto ad ogni stagione della vita si è, si deve imparare ad essere responsabili di ciò che si mette in opra, della famiglia, della scuola, della società intiera): ”Ma è normale che il fantolo si sia sentito un “big”. Infatti, in quale classe italiettina, da oltre una cinquantina di anni, è successo, succede che uno scolaro delle elementari sia stato, sia bocciato ?”. E’ vero! Tutto si fa “pro forma”, ormai, nella scuola italiettina: si entra negli istituti scolastici, dalla materna alla maturità, ”sed” è infrequente il Fare Lezione, o numerosi sono i pretesti per non Fare Lezione; per “inguacchiare”(macchiare) scartoffie, si fanno numerosi, inutili consigli di istituto, di docenti, di classe, per non parlare degli scrutini, degli esami di quinta elementare, di terza media, di maturità. A tutti gli approdi di fine anno scolastico, sia della scuola dell’obbligo, che della secondaria di secondo grado, gli organi di disinformazione cartacei, catodici, tronfianti e trionfanti, nunciano “todos caballeros!”. Per tutto lo stivale la scuola italiettina, ogni anno, ammette il 99,9999999% dei candidati alla classe successiva o alla conquista di un diploma, di una maturità; sicché un autentico “monstrum” la bocciatura del bambino di Cerignola! Per riportare il mio Discorso alla Gravità della Tragedia, IO MI Domando e Pongo la medesima Domanda ai miei 25 Lettori: ”Ma quale dirigentucolo scolastico, quale sinedrio di insegnantucoli, Ripeto, nell’italietta intera, avrebbe preso, prenderebbe la decisione così drastica di bocciare uno scolaro delle elementari, se non avessero avuto, se non avessero un Altissimo Sentimento Etico del loro Stare nella Scuola: Plasmare gli Uomini e le Donne del Domani, non gli elemosinati, sin dalla tenera età, del domani ?”. Alla fine di un giorno di Scuola, di un anno di Scuola, il Dovere Ineludibile di un Uomo o di una Donna, in Essa Operanti, non è quello di autoassolverSi e di assolvere, ma quello di ValutarSi, come Educatori e Docenti, e di Valutare l’Uomo o la Donna in “Fieri” che sta loro di fronte; se chi ha il Dovere di Essere ”in Fieri”, non se la sente, non ascolta gli Incitamenti, i Consigli, gli Ammonimenti a Mettersi in Cammino, deve essere, assolutamente, “fermato” da una Comunità Scolastica Consapevole, però, di aver Messo in Atto tutte le Strategie Pedagogiche, Didattiche per Metterlo in Cammino. E’ innegabile che gli Insegnanti dello scolaro di Cerignola, pur avendo con Discernimento Vagliato tutti gli incomodi, ai quali sarebbero andati incontro, (ispezioni, reazioni, magari, sconsiderate dei genitori dello scolaro, la stampa di un regime, a cui fa comodo una massa di ignoranti, ai quali dai suoi servi fa regalare un diploma o una laurea dequalificati, per esorcizzare nelle classi, che, storicamente, non hanno, mai, avuto voce, qualsiasi velleità di scalata sociale), hanno Ritenuto che sarebbe stato contrario alla loro Deontologia Professionale, se non avessero, dolorosamente, Posizionato il “pollice verso” nei confronti di uno scolaro refrattario ad ogni Sollecitazione all’Impegno Scolastico. Parecchi anni fa (la tv trasmetteva, ancora, in bianco e nero) un Genitore fece ricorso alle autorità scolastiche e amministrative per aver scoperto, a dire il vero in ritardo (quindi, anch’Egli Si Assumeva una parte di colpa), che il figlio dopo 7 anni di scuola dell’obbligo (frequentava, infatti, la classe seconda della scuola media unica) non sapeva Leggere, Scrivere, Far di Conto, le Tre Finalità Didattiche che Gramsci Assegnava alla scuola dell’obbligo. E, nonostante tutto, era stato promosso, mentre il genitore pretendeva che ripetesse la seconda media. Siffatto ricorso, anomalo, diventò un caso nazionale e molti programmi televisivi si contesero il genitore, altrettanto, anomalo, per aver protestato non contro la bocciatura del figlio, come, universalmente, nell’italietta tutti coloro che hanno un figlio senza testa fanno, per familismo amorale, “sed” contro la promozione del figlio. Ebbene, in una delle trasmissioni, che ricordo, a cui era stato invitato, l’ “Eretico”Affermò (Cito a braccio): ”Ho, dopo l’incresciosa vicenda di mio figlio, avuto l’impressione, e la mia è molto di più di un’impressione, che la gran parte degli insegnantucoli italiettini, specie nella scuola dell’obbligo, con il consenso dei loro presiducoli, promuovono, per toglierseli di torno, gli scolari che li impegnerebbero, maggiormente, nel loro recupero. A parte il fatto che non sono proprio sicuro che siano capaci di Tanto. Pertanto, consci delle loro scarse capacità professionali che, in conseguenza di un ricorso, potrebbero rientrare nella valutazione negativa di eventuali ispezioni, e per liberarsi della infante zavorra umana, a loro dire, si danno alle abbuffate di promozioni. I tapini non sanno che, pur, liberatisi di dieci asini, altri cento scalpiteranno, in cerca di un diplomino, “a gratis”, davanti all’uscio della scuola”. E così anno dopo anno le nostre istituzioni, all’unisono con il decadimento culturale che si è consumato, si consuma nella scuola italiettina, si sono riempite di mezze scartoffie, non sorde agli “input” corruttivi e pronti a mettere le mani nella marmellata del pubblico denaro. Scioccato, turbato, sconvolto dall’improntitudine del bambino, l’Avv. Metta, Sindaco di Cerignola, ha, giustamente, Ritenuto di Usare quella che IO Chiamo la “Paideia della Traumatizzazione” e ha Investito il suo piccolo interlocutore (che un pennivendolo ha definito ”nello stato psicologico di fragilità, non essendo riuscito a superare l’anno scolastico”) con siffatte colorite rampogne (Trascrivo da un comunicato stampa): “Lo stupido che sei. Non ti devi fare bocciare, scemo… hai detto con la contentezza, mi hanno bocciato. La stronzo che sei. Alla scuola si studia, altrimenti resti sempre un trimone (tipica espressione dialettale pugliese che, letteralmente, definisce la masturbazione maschile, per traslato caratterizza l’uomo buono a nulla)…”. Non il timore di vedere un figlio perdersi nei molteplici, pericolosi meandri del fallimento (“i nostri figli”, costante, invece, cura di renzi e dei renzetti, ascesi agli scranni della sindacalità locale: ad esempio, del capo del condominio, menzionato nell’ ”incipit” di questo Scritto, tra l’altro, indefessamente, assieme al suo “fido”, patologicamente, con l’assillo di organizzare “circenses”, mentre le strade di accesso al condominio, e non solo quelle, si riempiono di pericolose buche) ha Spinto il Sindaco di Cerignola alla romanzina pepata nei confronti del piccolo, che davanti a Lui si era vantato di essere stato bocciato, Ripeto, unico scolaro delle elementari nell’italietta a subire l’onta della bocciatura. Nella sua Singolare Irritazione, certamente, non da tutti (non è il colore del fiore all’occhiello, “sed” il Calore di un Cuore “Dis”umano che Connota Chi nelle Istituzioni Deve, scrupolosamente, Decidere del Destino di migliaia o di milioni di uomini): i più Disattenti a ciò che succede fuori della famiglia di appartenenza (a napoli sono soliti bofonchiare: ”chi mo’ fa fa’ ”), il Sindaco Metta ha avuto la Chiara Visione che quel bambino sarebbe stato, in futuro, un Cittadino in meno nella sua Comunità e, forse, un “bravo” manzoniano o un gaglioffo in più, da aggiungersi ad altri “bravi” e gaglioffi, già, in esercizio a Cerignola. E Spero che Egli Mantenga la Promessa, davanti a tutti Proclamata in questi termini perentori: “Quando ricomincia la scuola voglio sapere che ci vai e che studi, altrimenti vengo a casa tua e ti vengo a spezzare le gambe”. Metaforicamente, ovviamente! Finalmente, quale, quanta Virilità Pedagogica e un Linguaggio Icastico nel Ricordarci che “E – Ducere” Significa “Tirare fuori” che non è, mai, un’Operazione indolore, sia per l’Educatore che per l’Educando.
Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano
Pubblicato il 12 Luglio 2016