De Magistris, Orlando e le “cozze pelose” di Emiliano
Perché il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, insieme al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ed a quello di Napoli, Luigi De Magistris, hanno voluto a Bari un convegno politico sul Mezzogiorno con il sindaco Michele Emiliano? A porsi questa domanda sono alcuni dipietristi locali o, meglio, ciò che resta in Puglia dell’organizzazione politica dell’ex-pm di Mani pulite, dopo che un altro pm passato alla politica, Emiliano per l’appunto (quest’ultimo, però, in aspettativa), gli ha praticamente svuotato il gruppo dell’Idv alla Regione e tolto ogni controllo su quello al Comune di Bari. Infatti, la sorpresa maggiore, per i dipietristi nostrani sfuggiti alla recente campagna acquisti del Sindaco di Bari, è dovuta essenzialmente al fatto che tra i relatori ufficiali del convegno organizzato dall’Idv per sabato prossimo a Bari, al Romanazzi Carducci, c’è anche quel Emiliano, che a Bari ed in Puglia, ora più che mai, potrebbe essere considerato il peggior nemico politico per Di Pietro, se si considera che proprio il Primo cittadino di Bari, in questa regione, gli succhia il partito come il polipo fa con i ricci. Come è noto, il sindaco di Bari, nonché presidente regionale del Pd, Emiliano, non è nuovo a sottrarre presenze istituzionali dalle fila dell’Idv, per portarseli nel Pd o, come ha fatto ultimamente, nella sua formazione politica “Emiliano per la Puglia”. La prima volta avvenne nell’ottobre del 2007 quando, alla vigilia della costituzione del Pd, fu lo stesso Emiliano, che poi ne divenne segretario regionale, a condurre la trattativa con l’unico consigliere dell’Idv eletto nel 2005 alla Regione, il conversanese Vitantonio Bonasora, per farlo aderire al Pd, come difatti avvenne. Successivamente, nel 2008, fu sempre Emiliano a fare in modo che un altro consigliere regionale, Giacomo Olivieri, eletto nel 2005 nelle fila di Forza Italia e passato poi alla Margherita, e quindi nel 2007 al Pd, aderisse all’Idv in vista delle regionali nel 2010. Partito nelle cui fila fu poi riconfermato consigliere, salvo subito dopo abbandonare Di Pietro per costituire nell’Aula di via Capruzzi, con un fedelissimo di Emiliano, Nicola Canonico (Pd), ed un fuoriuscito fittiano, Antonio Buccoliero, il gruppo autonomo dei “Moderati e popolari”. Storia ancor più indigesta per i dipietristi baresi è quella della mancanza al Comune di Bari di una rappresentanza in giunta su indicazione del partito, eccettuata la breve parentesi dell’ex-assessore Lino Pasculli, di cui sappiamo pure come è andata a finire, avendo Emiliano deciso di rimuoverlo per fare posto in quota Idv a Mara Giampaolo, che nel 2009 era entrata in consiglio con l’Udc ed alle regionali del 2010 chiedeva voti per un candidato de “La Puglia per Vendola”. Non va neppure dimenticato il fatto che Emiliano, dopo le comunali del 2009, preferì portare in giunta Alfonsino Pisicchio, che nell’Idv aveva ottenuto meno voti di Pasculli, proprio perché era ormai noto che la famiglia Pisicchio stava lasciando quel partito per aderire all’Api di Rutelli. Tali considerazioni, alla luce del convegno di sabato prossimo, fanno sorgere in alcuni militanti dipietristi baresi il sospetto che tra Emiliano e Di Pietro non ci sia mai stata una effettiva rottura politica ma, al contrario, una strategia comune finalizzata all’utilizzo, a Bari ed in Puglia, dell’Idv come contenitore civetta, per attrarre candidati e voti dalle liste avversarie, soprattutto di schieramento. Come dire che Di Pietro in Puglia non ha alcun interesse a radicare il partito a livello locale, essendo interessato soltanto a prendere voti alle politiche, per cui lascia che negli enti locali la situazione del partito venga tenuta fluida, per evitare che alla lunga emergano figure politiche dalla base. Un gioco, questo, che forse è messo in atto anche da altri partiti minori, come l’Udc di Pierferdinando Casini o il Sel di Nichi Vendola. Un sospetto che, se fosse fondato, potrebbe creare non poche diffidenze non solo in chi pensa al partito di Di Pietro per una possibile candidatura alle amministrative, ma soprattutto in una fascia consistente di elettorato locale, che vedeva nel partito dell’ex-pm una forza del centrosinistra alternativa nel sistema politico all’appiattimento del Pd ed all’estremismo vendoliano. Un’alternativa che, a Napoli con De Magistris ed a Palermo con Orlando, è stata convincente con la maggioranza degli elettori e vincente con il centrodestra. A Bari, però, sabato prossimo i “sorrisi” di De Magistris, le “patate” siciliane di Orlando e le “cozze pelose” di Emiliano potrebbero, invece, svelare l’effetti ruolo che l’ex pm di Mani pulite svolge nella coalizione nazionale di centrosinistra.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 29 Giugno 2012