Cultura e Spettacoli

De Palo, galantuomo del pallone

Era il pomeriggio del 2 agosto 1977 a Poggio Bustone vicino Rieti dove il Bari era in ritiro, quando il Prof. Angelo De Palo, presidente del sodalizio biancorosso, veniva colpito da un ictus. Trasferito al Policlinico Gemelli di Roma, si sarebbe spento il 9 agosto, all’età di sessantotto anni. Ai suoi funerali, celebrati a Terlizzi, città di cui era nativo, ventimila persone seguirono il feretro. Si vuole che nell’imminenza dell’attacco, il povero De Palo, consapevole dell’irreversibilità del momento, approfittasse dell’ultimo guizzo di lucidità per scrivere sulla prima cosa a portata di mano (il suo ricettario) : “Mi raccomando al Bari”… E’ una leggenda. In realtà De Palo, che in quel momento era solo, scrisse di allertare un suo amico neurochirurgo, il cui nome indicò. Ma tanto non mette in discussione la passione pressoché commovente con cui quest’uomo seguì le sorti del sodalizio biancorosso, prima come tifoso e poi come presidente. Uomo d’altri tempi, Angelo De Palo una volta ebbe a dire :”Meglio la giungla del calcio che quella delle faide universitarie”. Era un affermato ginecologo ma, stando a Gianni Antonucci, insuperato studioso della storia del calcio barese, non gli fu concessa la cattedra universitaria per opposizione delle ‘baronie’ che all’epoca inquinavano la Facoltà di Medicina. Gentiluomo vecchio stampo, De Palo si mosse come gli fu possibile tra i tanti volponi che già allora insidiavano il mondo del pallone. Conseguentemente, la sua lunga presidenza (sedici anni) fu avara di successi : appena due i campionati in serie A e ben cinque quelli in C ; il resto fu la solita B. Angelo De Palo però ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio barese ed italiano quanto a generosità, stile ed equilibrio. Doti che nessuno dei successivi presidenti biancorossi ha saputo anche solo emulare. Un primato che ci pare giusto ricordare nel quarantennale della sua scomparsa. A lui è stato intitolato un centro sportivo alla periferia nord di Bari. Si sarebbe potuto fare di più, ad esempio dedicargli una delle salite dello stadio San Nicola. – Nell’immagine, De Palo (col soprabito chiaro) cerca di calmare i tifosi molto risentiti verso l’arbitro Torelli, responsabile di gravi decisioni a danno dei biancorossi. E’ il 29 marzo 1970, si gioca Bari-Verona. A causa del rovinoso rapporto stilato da Torelli, nel quale si parlava – ma tra forzature ed esagerazioni – di “clima intimidatorio” e di “ripetuti tentavi di invasione di campo”, il risultato finale di 1-1 non venne omologato dalla Commissione di Giustizia Sportiva, che invece assegnò la vittoria a tavolino per 2-0 agli scaligeri. Il verdetto si rivelò determinante per la retrocessione del Bari in B.

Italo Interesse


Pubblicato il 9 Agosto 2017

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