De Tullio aveva messo tutti in guardia
Centoventuno anni fa nasceva a Bari l’uomo politico che sarebbe stato tra i promotori dell’istituzione destinata a evolvere nella Fiera del Levante

Imprenditore, funzionario pubblico, uomo politico e promotore dell’istituzione destinata a evolvere nella Fiera del Levante, Antonio De Tullio nacque a Bari il 22 marzo di 121 anni fa (si sarebbe spento nella sua città nel 1934). A febbraio del 1898, quando era schierato all’opposizione nel Consiglio Comunale di Bari, De Tullio aveva perorato con tutte le sue forze la causa dell’abolizione del dazio sulle farine di grano duro. Il Consiglio Comunale, invece, si limitò ad approvare la delibera d’urgenza sulle modifiche delle tariffe daziarie riguardanti solo le farine grezze e il pane di frumento. Un grave errore, stante l’assoluta delicatezza del frangente. L’odore della sommossa riempiva l’aria. Il neonato e già non florido Regno d’Italia, figlio di un’arbitraria ed affrettata unificazione, si era ulteriormente impoverito attraverso una rovinosa politica estera, culminata nel fallimento della guerra doganale con la Francia e nell’insuccesso della prima avventura coloniale in terra d’Africa (la sconfitta di Adua del 1896). Il 25 aprile dello stesso anno, anche Bari entrò in fermento. La città fu messa in stato d’assedio, addirittura minacciata da una cannoniera. L’Autorità riuscì a scongiurare il bombardamento, non che sbollissero gli animi. Due giorni dopo scoppiava la rivolta. A innescarla fu una popolana, Anna Quintavalle. – Era costei la moglie di un ferroviere, Francesco Loprieno, che aveva sposato all’età di diciotto anni e dal quale aveva avuto numerosi figli. Vito Melchiorre, noto studioso barese, ebbe modo di conoscerla prima dello scoppio della guerra. All’età di circa sessant’anni la Quintavalle si presentava come una “donnetta di statura regolare, magra, vivace e col viso che, se privo di butteri, [le macchie lasciate dal vaiolo] si sarebbe potuto dire simpatico”. – Si tramanda che la scintilla scoccò a seguito di un diverbio con tale Vagghie Vagghie, un’altra popolana che vendeva pane e farina nelle vicinanze del Castello. Nell’apprendere che il costo della farina era salito di due centesimi, la Quintavalle s’indignò a nome di tutti. Al che l’altra le suggerì ironicamente di ripiegare sulla crusca… Per tutta risposta Anna, preso un sacco di farina (evidentemente piccolo), l’avrebbe tirato in testa alla venditrice dando inizio alla sommossa. Poi, reggendo non si quale vessillo (probabilmente un tricolore arraffato da qualche parte, da cui il soprannome di ‘Portapannere’, ovvero porta bandiera), la Quintavalle aveva guidato verso il Municipio un corteo di scalmanati. Quel fiume di gente invase gli uffici comunali e li devastò appiccando il fuoco agli archivi ; l’arrivo in serata di reparti di fanteria e cavalleria mise fine allo scempio. – Nell’immagine, ‘La libertà che guida il popolo’, olio su tela (260×325 cm.) realizzato da Eugène Delacroix nel 1830 e conservato al Louvre.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Marzo 2025