Decaro ad un bivio: restare fedele a Emiliano o a Renzi?
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, si appresta ad affrontare il periodo forse più difficile della sua carriera politica, da quando nel 2004 fece il suo debutto sulla scena politica locale da assessore alla Mobilità e Traffico nella prima giunta comunale dell’allora neo eletto sindaco Emiliano. Infatti, in questo momento particolare della vita politica pugliese e nazionale, Decaro è considerato l’esponente forse più di spicco del Pd pugliese, dopo il neo governatore Michele Emiliano, per via del fatto di essere considerato il più autorevole referente in Puglia del presidente del Consiglio dei Ministri, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi. Quindi, da sabato prossimo, giorno della venuta a Bari di Renzi per l’inaugurazione della 79° edizione della Fiera del Levante, fino al giorno dell’elezione del nuovo segretario del Pd pugliese, prevista per la seconda metà di Ottobre, il Primo cittadino barese dovrà gestire il difficile ruolo di mediatore tra l’area renziana pugliese del Pd e le altre anime del partito che, nel caso si andasse alla conta, dovranno tirare le somme per far valere il proprio peso politico a tutti i livelli. Pertanto, nelle prossime settimane se in Puglia, per la scelta del nome che dovrà succedere ad Emiliano alla guida del Pd, non si giungerà ad un’intesa tra il segretario pugliese uscente ed il leader nazionale del Pd, Renzi per l’appunto, allora il sindaco di Bari sarà costretto ad uscire allo scoperto. E, quindi, a scegliere se essere più fedele ad Emiliano oppure a Renzi. Da non dimenticare, infatti, che il presidente del Consiglio proprio lunedì scorso, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a porta”, non ha esitato ad etichettare Emiliano come un “anti-Renzi” ed il giorno successivo, con un post su Facebook, ha elogiato Decaro per la determinazione dimostrata circa un anno fa, nei confronti del governo nazionale, nel chiedere di sgravare i Comuni dai costi di gestione dell’edilizia giudiziaria. Un elogio alla “determinazione di Decaro” che – a detta di qualche bene informato – in questo momento particolare di vigilia elettorale, per la scelta del nuovo segretario del Pd pugliese, risulta alquanto sibillino da parte di Renzi. Infatti, benché Emiliano faccia il “pesce in barile” continuando ad asserire di non avere alcuna velleità di correre per la segreteria nazionale del Pd, o per la leadership nazionale del centrosinistra, e di essere soltanto interessato al governo della Puglia per i prossimi 5 e, forse, anche 10 anni, Renzi sa bene ormai, visto il precedente del novembre 2009, quando Emiliano, da sindaco di Bari appena riconfermato, tentò di scalzare l’uscente governatore Nichi Vendola dalla ricandidatura a presidente della Regione, nonostante la promessa, qualche mese prima della sua rielezione a Primo cittadino di Bari, di non essere interessato né alla guida della Regione, né del Pd pugliese. Invece, molti sanno come Emiliano si comportò effettivamente nel Pd e, in particolare, con Vendola. E per questo, forse, il neo governatore pugliese si affanna a tranquillizzare il premier sulle proprie ambizioni politiche future. Cosa che Emiliano ha fatto oggi (ndr – ieri per chi legge) anche in occasione della conferenza stampa di presentazione della Campionaria che si
svolgerà a Bari dal 12 al 20 settembre. Infatti, il presidente della Puglia, ha dichiarato che sabato, in occasione dell’inaugurazione della Fiera, “non chiederà nulla al premier Renzi”, anche perché quando “le Regioni meridionali faranno squadra, dimostreranno che non ce n’é per nessuno”, perché – ha sottolineato Emiliano- “riporteremo l’Italia, dal Sud, al posto che le spetta”, precisando pure che “non dobbiamo spaventare il governo dando l’impressione che ci siano sotto-poteri che si organizzano contro di lui. Ed ha sottolineato: “Questo é il principio della fine”. “Il governo – ha aggiunto Emiliano – deve poter contare sulla nostra leale collaborazione come previsto dalla Costituzione, ma deve anche sapere che un presidente di Regione non é un militante di partito. Rappresenta una comunità nel suo complesso, un progetto politico che spesso è fatto anche da forze politiche diverse dal Pd. E che soprattutto risponde anche a chi non lo ha eletto”. Per questo “E’ evidente – ha ribadito Emiliano – che su alcune questioni, una delle quali è certamente quella delle trivellazioni, le scelte del governo non sono condivise dalla maggioranza della popolazione”. Ma “i presidenti delle Regioni hanno una sola organizzazione – ha puntualizzato ancora Emiliano – che si chiama Conferenza delle Regioni, che si confronta con lo Stato nella (ndr – apposita menzionata) Conferenza Stato-Regioni. Non ci sono altri luoghi”. Per quanto riguarda la Puglia, Emiliano ha pure spiegato che “il governo (ndr – Renzi) sta già collaborando con la Regione”, avendo verificato “una straordinaria correttezza da parte di tutti gli uffici del governo, dei sottosegretari e di tutti i ministri, con riferimento alle vertenze che stiamo gestendo insieme”. “E’ ovvio – ha concluso il presunto governatore “anti-Renzi” – che serve una intesa complessiva delle Regioni che hanno i medesimi interessi. Ed è evidente che le Regioni del sud hanno molti interessi in comune: noi pensiamo che il Mezzogiorno non sia solo turismo e pizza, che pure sono fondamentali. Ma che deve essere anche industria, servizi e innovazione tecnologica, nel rispetto dell’ambiente”. In definitiva, la tattica di Emiliano ancora una volta è quella di dare un colpo alla botte ed uno al cerchio, per mantenere buoni il più possibile i rapporti con Capo del governo e del suo partito, senza però precludersi eventuali possibilità di scalate improvvise nel Pd, ma attendendo gli eventi. Non a caso, infatti, c’è chi nel Pd pugliese è pronto a scommettere che Emiliano, per una “pace armata” con Renzi, alla segreteria regionale del partito sarebbe anche disposto ad accettare il nome di un esponente renziano della prima ora, come quello del sindaco di Francavilla Fontana, nonché presidente della Provincia di Brindisi, Maurizio Bruno. Nome, questo, che consentirebbe al sindaco renziano di Bari, Decaro, di continuare ad avere nel partito, come suole dirsi, un piede in due scarpe. Infatti, l’unica alternativa a Bruno nel Pd pugliese che consentirebbe ad Emiliano di avere un maggior controllo del partito e proseguire con la stessa tattica, sarebbe proprio il nome di Decaro. E non è affatto escluso che, fino alla fine, il nome che potrebbe effettivamente venire fuori per la successione alla segreteria pugliese del Pd sia proprio quello del Primo cittadino barese. E questo, se non altro, per consentire anche a Decaro di continuare a giocare con Renzi lo stesso gioco di Emiliano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 10 Settembre 2015