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Decaro all’Anci torna a piangere come all’inaugurazione della Fiera

L'idea di non potersi più ricandidare a sindaco e abbandonare la fascia tricolore commuove il Primo cittadino che spera sempre in un terzo mandato

A Genova, all’assemblea nazionale dell’Anci, il sindaco di Bari che – come è noto – è anche presidente di detta associazione è tornato sull’argomento del terzo mandato consecutivo per i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti. Ovvero per i Comuni dove il Primo cittadino si elegge con il sistema maggioritario con eventuale turno di ballottaggio, qualora nessuno dei candidati a sindaco ottenga il 50% + 1 dei voti validi al primo turno. Infatti, il Primo cittadino barese, in quello che (salvo sorprese di modifica alla legge elettorale vigente) dovrebbe essere stato il suo ultimo discorso da Presidente all’assemblea nazionale dell’Anci, ha dichiarato che qualche settimana fa ha scritto alla premier Giorgia Meloni, chiedendole un incontro per discutere dell’ordine del giorno discusso nel Consiglio nazionale dell’Anci in ordine ad una modifica legislativa che consenta la possibilità di un terzo mandato consecutivo ai sindaci con già due mandati e che voglio ripresentarsi per un terzo. Possibilità, questa, che al momento non è consentita, poiché – come è noto – la legge n.81/’93 rende incandidabili i sindaci uscenti dopo il secondo mandato consecutivo. Infatti, Decaro ha poi reso noto di aver chiesto alla Presidente del Consiglio dei ministri di “rispettare il principio di rappresentanza e di fiducia” che lega i sindaci ai propri concittadini. “Noi riteniamo – ha affermato inoltre Decaro – che solo i cittadini, e solo loro, dovrebbero decidere se confermare un bravo sindaco o mandarlo a casa, come capita in tutti i sistemi democratici d’Europa”, aggiungendo: “Solo in Italia questo non accade”. Insomma, il Primo cittadino barese uscente proprio non si rassegna all’idea di dover lasciare, dopo dieci anni, la fascia tricolore al Comune di Bari per incandidabilità, lasciando il posto ad un nuovo sindaco. Per cronaca, riferiamo anche che alla fine del discorso Decaro, come è accaduto qualche mese fa alla cerimonia di inaugurazione della Fiera del Levante, è scoppiato in lacrime, mettendosi la mano sulla fascia tricolore, e questa volta, mentre lasciava il podio, in sottofondo è stata anche lanciata una nota canzone di Luigi Tenco, “Ciao amore, ciao”. Dopo le notizie sull’ultimo intervento di Decaro all’assemblea nazionale dell’Anci da presidente, qualcuno si è chiesto: “Ma quante altre volte ancora il Primo cittadino barese, prima della fine del suo secondo mandato, tornerà a chiedere al Governo ed al Parlamento la possibilità di una sua terza candidatura consecutiva?” Infatti, è da circa un anno, ossia da subito dopo le ultime elezioni politiche di settembre 2022, che Decaro da presidente dell’Anci non fa altro che ripetere invano, in maniera quasi martellante, la richiesta di terzo mandato. Una richiesta fatta a nome dell’Anci e sostenuta verosimilmente in maniera trasversale da sindaci che, come lui, sono ormai al capolinea con il secondo mandato consecutivo e che quindi non si possono ricandidare per lo stesso incarico e che invece, se alla scadenza da sindaco vogliono rimanere nel giro politico degli eletti, devono necessariamente candidarsi per qualche altro livello istituzionale, tra i quali è possibile – come è noto – anche quello di consigliere comunale, se sono effettivamente interessati a restare ulteriormente a servizio della la propria città. Possibilità, questa, che gli consentirebbe sia di contribuire fattivamente ad un’eventuale vittoria della propria parte politica e, quindi, del candidato scelto per la successione, sia di poter mettere a disposizione di quest’ultimo la competenza ed esperienza accumulata nei dieci anni trascorsi alla guida del proprio Comune. Infatti, nulla vieta allo stato dei fatti che un sindaco non più candidabile possa ritornare comunque in giunta, da assessore o vice sindaco, se l’eventuale successore della sua stessa parte politica lo chiamasse a ricoprire uno di detti ruoli. Ma tralasciando tale ipotesi ed ogni altra considerazione circa la richiesta di terzo mandato, che il sindaco Decaro sistematicamente motiva prendendo a riferimento altri Ordinamenti europei o mondiali tralasciando, però, sia il fatto che nei Paesi in cui i sindaci sono ammessi ad un numero maggiore di mandati, i poteri ad essi concessi non sono della stessa ampiezza consentita attualmente ai Primi cittadini italiani, perché la loro attività è regolamentata (e vigilata!) in maniera ben differente da quella attuale dei sindaci italiani. Ma c’è di più! Infatti, – ha rilevato qualche addetto ai lavori della politica – in nessun altro Paese europeo accade anche che un sindaco o rappresentati di questi chiedano con tanta insistenza a Governo e Parlamento leggi “ad personam” inerenti la possibilità di poter perpetuare la propria carica, stravolgendo con un codicillo “ad personam” tutti i presupposti di democrazia ed alternanza esistenti alla base delle regole vigenti e che a suo tempo hanno portato alla legge di elezione diretta dei sindaci con il limite ben preciso dei due mandati consecutivi. Da non dimenticare che il limite dei due mandati esiste per il Presidente degli Stati Uniti d’America, dove la durata del mandato è addirittura di 4 anni e non 5, come è invece in Italia per i sindaci. E nella democrazia nord americana nessuno si “sogna” verosimilmente di dire che “due mandati sono pochi o che devono essere i cittadini a scegliere se mandare a casa, oppure no, un Presidente degli Usa che ha già espletato due mandati, perché devono essere i cittadini a decidere”. Infatti, il sindaco Decaro forse dimentica che la democrazia è fatta di regole che i cittadini “fanno” attraverso i loro legittimi rappresentanti legislativi. Regole che non si possono di certo considerare più o meno valide, a seconda del proprio interesse, o tornaconto, politico personale.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Ottobre 2023

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