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Decaro assolto, ma non ancora in corsa per fare il sindaco

Il neo deputato barese del Pd Antonio Decaro è stato assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio, reato per il quale la Procura barese lo aveva indagato e fatto rinviare a giudizio nell’ambito di una più ampia inchiesta sulla Sanità pugliese che ha riguardato l’ex assessore regionale Alberto Tedesco. Il verdetto assolutorio per non aver commesso il fatto è stato reso noto poco dopo le ore 13 di lunedì 30 dicembre e subito dopo la lettura della sentenza l’imputato, che era presente in Aula insieme al difensore Michele Laforgia, ha dichiarato: “Sono uscito da un incubo”. Ora, invece, a finire nell’incubo potrebbe essere il suo partito, il Pd, se Decaro non dovesse accettare la candidatura a sindaco di Bari per le prossime amministrative. Infatti, neppure immediatamente dopo la favorevole conclusione del processo Decaro ha sciolto le proprie perplessità sulla proposta di una sua candidatura a sindaco, che da tempo si sta ventilando nel centrosinistra barese. “Vedremo nei prossimi giorni” ha dichiarato sempre Decaro subito dopo la sentenza. E continuando ha detto: “Ho soltanto interesse a godermi questo momento con le persone che mi sono state vicine in questi mesi che sono stati terribili”. Poi, commentando la situazione e lo stato d’animo vissuti negli ultimi due anni, ossia da quando aveva saputo di essere indagato e, poi, rinviato a giudizio, ha pure evidenziato: “Ho sempre detto che la scelta di candidarmi non e’ legata a questa vicenda giudiziaria”. Ed ha concluso: “E’ chiaro che ritornare nel pieno dei propri diritti politici e’ un fatto importante per me qualunque cosa vorrò fare”.  Sta di fatto che ora diventerebbe davvero difficile per il neo parlamentare barese del Pd tirarsi fuori dal gioco politico in cui lo hanno da tempo coinvolto, additandolo come il candidato del centrosinistra con più possibilità di successo per succedere a Michele Emiliano sulla poltrona di Primo cittadino. Una candidatura che lo stesso Emiliano ha più volte sottolineato essere la più indicata per consentire al centrosinistra barese di mantenere la guida del Comune di Bari. Però, non tutte le forze politiche della coalizione di centrosinistra, e nemmeno tutti gli esponenti del Pd, sono unanimemente d’accordo nell’incoronare Decaro candidato sindaco senza passare dalle primarie. Infatti, se l’ex pupillo del senatore Tedesco, ora assolto dall’accusa di tentato abuso d’ufficio per aver a suo tempo cercato di favorire un parente ad un concorso all’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per l’ambiente, nei prossimi giorni dovesse decidere di partecipare alla corsa per la poltrona di sindaco, difficilmente il suo nome potrà essere accettato all’unanimità, annullando le primarie di coalizione già fissate per il prossimo 23 febbraio. Infatti, tutti coloro che si sono già prenotati per correre alle primarie difficilmente si tireranno indietro e chiederanno che Decaro, se vorrà candidarsi a sindaco, dovrà anch’egli misurare la propria popolarità nelle urne delle primarie. Ma a fare il tifo per Decaro come candidato sindaco del centrosinistra alle prossime amministrative c’è sempre stato il Primo cittadino uscente, Emiliano per l’appunto, che è anche Presidente regionale del Pd, ed il partito del governatore pugliese Vendola, il Sel, che già da qualche mese fa aveva la disponibilità a sostenere la candidatura dell’attuale parlamentare barese del Pd, che in precedenza è stato anche il capogruppo del partito nell’Aula di via Capruzzi e prima ancora assessore al traffico della giunta Emiliano. Ed è lo stesso sindaco di Bari che, su Facebook, è stato tra i primissimi a commentare l’assoluzione di Decaro ed a tesserne le lodi come prossimo candidato sindaco. Infatti, nel post pubblicato sul noto social network subito dopo la sentenza di assoluzione di Decaro, il Primo cittadino barese ha scritto: “L’esperienza di assessore al traffico più premiato e stimato,d’Italia, quella di ingegnere esperto in grandi opere stradali laureato al Politecnico di Bari, quella di capogruppo alla Regione Puglia
e di parlamentare ne fanno il candidato più autorevole ed amato per la carica di sindaco di Bari”.E, continuando, ha aggiunto: “Adesso non resta che partire ed assumersi un’altra ennesima pesante responsabilità, quella di portare Bari verso il futuro, impegnando la generazione dei quarantenni che si sono fatti conoscere per le loro qualità e non solo per essere giovani. Vola Antonio,vola sicuro e porta questa città dove le spetta di arrivare”. Un chiaro invito, quest’ultimo passaggio del post di emiliano, a scendere in campo per Decaro alle prossime amministrative. Invito che, secondo qualche bene informato, è del tutto retorico, poiché il sindaco Emiliano sa bene che per accordi già presi alcuni mesi fa con il neo-segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, il suo ex assessore al traffico avrebbe dovuto candidarsi comunque alle primarie del centrosinistra barese per la candidatura a sindaco e solo nel caso in cui il processo non si fosse concluso in modo favorevole Decaro avrebbe potuto tirarsi indietro. Un’affermazione, questa, che se fosse fondata rivelerebbe giochi già fatti nel centrosinistra per la candidatura a sindaco di Bari, che renderebbero le primarie del 23 febbraio prossimo una farsa gigantesca e, quindi, inutile per tutti coloro che vorrebbero cimentarsi nella corsa. Se così fosse, infatti, si tratterebbe solo di uno spettacolo di pura propaganda elettorale, utile soltanto ad accendere facili entusiasmi e ad illudere l’elettorato barese di potersi scegliere il candidato sindaco di centrosinistra. E per questo, forse, sarebbe meglio se Decaro accettasse di candidarsi a sindaco solo se ottenesse l’unanimità delle forze disposte a sostenerlo. Diversamente, dopo le tante lodi,  la sua candidatura potrebbe risultare addirittura indebolita dalle primarie, anche in caso di eclatante vittoria sugli altri competitori. E la vera sorpresa potrebbe poi trovarla nella competizione vera, quella elettorale, dove gli impegni presi a tavolino potrebbero, poi, essere smentiti dal risultato del corpo elettorale barese, qualora lo considerasse realmente come la protesi del sindaco uscente e non come un candidato del popolo indicato effettivamente dalla coalizione in base ad un programma. E prescindendo dalle farse.     

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Dicembre 2013

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