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Decaro candidato governatore? Più che “fuoriclasse” è in “fuorigioco”

Se a succedere ad Enrico Letta alla guida del Pd fosse il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, l’asso nella manica del Pd pugliese, per la guida della coalizione di centrosinistra alle prossime regionali, sarebbe verosimilmente il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Infatti, in Puglia a volere come suo successore al vertice della Regione è sicuramente il governatore Michele Emiliano che, per aver tentato di prenotare la candidatura a presidente nel 2025 del Primo cittadino barese, ha rischiato financo un “incidente” nella attuale maggioranza giallo-rossa con il M5S che lo sostiene nell’aula barese di via Gentile, più in particolare con il suo leader Giuseppe Conte, che per le prossime elezioni regionali evidentemente non ha alcuna intenzione di lasciare il passo al Pd, per l’indicazione del candidato governatore in una possibile alleanza elettorale con detto partito e, quindi, con il centrosinistra capeggiato da tale forza politica. Un rischio non da poco per Emiliano, considerato che se nell’aula di via Gentile venisse a mancare il sostegno dei quattro consiglieri pentastellati che attualmente fanno parte dell’asse giallo-rosso, la situazione diverrebbe assai critica dal punto di vista numerico, poiché l’approvazione di molti atti fondamentali per il governo regionale potrebbero dipendere da come voterebbero i tre esponenti (Amati, Mennea e Clemente) che recentemente hanno aderito al partito di Carlo Calenda. Però, il governatore Emiliano, per l’investitura di Decaro a prossimo candidato presidente, ha rischiato comunque. Probabilmente l’asse Emiliano-Decaro è ben più saldo di quello che il M5S di Conte garantisce allo stesso Emiliano per il governo della Regione Puglia. Anche nel Pd pugliese, in special modo l’ala barese, il sindaco Decaro è ritenuto una sorta di “fuoriclasse” del centrosinistra per vincere facilmente le regionali del dopo Emiliano, poiché anche la neo formazione politica del “terzo polo” di Calenda e Renzi, sorta alle ultime politiche, vedrebbe di buon occhio (almeno per ora e, soprattutto, se fosse utile a far uscir di scena Emiliano!) la candidatura di Decaro a prossimo governatore per il centrosinistra. In realtà, per quella che è l’odierna situazione politica nazionale (ma anche locale), Decaro più che un “fuoriclasse” per la corsa di conquista della Regione Puglia da parte del centrosinistra tradizionale, sarebbe forse un “fuorigioco”, in quanto le alleanze che potrebbero essere realizzate intorno al suo nome sarebbero tutt’altro che ampie. Difatti, l’unica forza che al momento assicura un appoggio convito alla candidatura di Decaro a governatore è il suo partito, il Pd. Mentre il “terzo polo” forse potrebbe sostenerlo, ma sicuramente a patto che nell’eventuale coalizione non siano presenti i “5 Stelle”. E questo non sarebbe di certo un problema, visto che i pentastellati sin d’ora stanno già pensando ad un proprio candidato governatore per le prossime regionali anche nel caso di un’eventuale alleanza con il Pd. E nel caso, invece, dovessero cambiare idea e, quindi, accettare l’indicazione di Emiliano a sostenere Decaro, sarebbe impensabile che saranno anche disponibili ad appoggiare un candidato presidente che fosse sostenuto anche da Renzi e Calenda. Infatti, già ora hanno “preteso”, per continuare a dare il loro appoggio, che Emiliano estromettesse dalla maggioranza i tre esponenti eletti nel 2020 nelle fila del centrosinistra ed ultimamente passati con il “terzo polo”. Figuriamoci, quindi, se i pentastellati di Conte potranno mai accettare di far parte di una coalizione in cui è presente il partito di “Azione”. Per la verità, a voler essere realisti, è anche improbabile che i pentastellati accettino di sostenere un ex-renziano, come Decaro, anche se quest’ultimo non avesse in coalizione il sostegno del “terzo polo” di Renzi e Calenda. Ma per un’eventuale candidatura di Decaro a successore di Emiliano i problemi non sarebbero forse soltanto quelli che potrebbero essere sollevati dal M5S o dal “terzo polo”, che sono – come è noto – forze antitetiche e che, quindi, non potrebbero coesistere all’interno di una stessa coalizione, ma perplessità ci sarebbero forse anche da parte di alcune forze civiche che attualmente sostengono Emiliano e che nel 2020 lo hanno appoggiato nella riconferma. Infatti, l’appoggio a Decaro a governatore di diversi candidati civici presenti nel 2020 a sostegno dell’odierno governatore di centrosinistra (anche in liste che non hanno superato la soglia di sbarramento), sarebbe tutt’altro che scontato. Quindi, al momento, la candidatura a governatore del Primo cittadino barese più che una “risorsa” per il centrosinistra e, in particolare per il Pd, potrebbe forse essere una “palla al piede” da cui appare difficile divincolarsi. Ma non sarà per caso che il sindaco Decaro abbia perso lo scorso settembre l’opportunità di spiccare il volo per il Parlamento, non accettando l’invito del segretario Letta a candidarsi e dare il proprio contributo a limitare i danni di una debacle elettorale annunciata?

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Dicembre 2022

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